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Giovedì, 25 Aprile 2024
Crisi a tempo

Il centrodestra al Quirinale per chiedere le elezioni (e anche il Pd apre al voto)

I 10 giorni di Conte per la ricerca dei responsabili partono in salita. Goffredo Bettini stronca il governicchio: "Senza ampia maggioranza nessun Conte ter". E Di Maio pone la questione morale sull'apertura ai centristi dopo il caso Cesa

Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani hanno manifestato al presidente della Repubblica - a nome dell'intero centrodestra - la grande preoccupazione per la condizione dell'Italia: "Il voto di martedì ha certificato l'inconsistenza della maggioranza" si legge nella nota congiunta diffusa dal centrodestra al termine del colloquio con Sergio Mattarella cui hanno manifestato la convinzione che "con questo Parlamento sia impossibile lavorare". 

Centrodestra al Quirinale chiede nuove elezioni

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Matteo Salvini ha visto brevemente Giorgia Meloni e Antonio Tajani per fare il punto prima dell'incontro con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, atteso nel tardo pomeriggio di oggi. L'incontro, durato il tempo di un caffé, sui è solto nell'ufficio del segretario leghista a palazzo dei Beni spagnoli. La richiesta che il centrodestra porterà al Quirinale può essere sintetizzata dalle parole di Matteo Salvini che anche oggi ha ribadito la richiesta di portare il paese alle elezioni: "Parlamentari in vendita, Var in Senato, governi minestrone, alleanze solo per la poltrona - dice il leader della Lega - Basta, fiducia negli italiani, la parola passi a loro!"

Intanto il caso Lorenzo Cesa - segretario dell'Udc è stato indagato dalla Procura di Catanzaro per concorso esterno in associazione mafiosa - rischia di complicare il cammino, già non facile, per dar vita ai gruppi parlamentari dei "volenterosi" a sostegno del governo. In queste ore continuano frenetici i contatti, ma la situazione non si sblocca e il tempo stringe. 

Bruno Tabacci, con il suo Centro democratico, è uno dei principali registi dell'operazione. Stamani alla Camera ha avuto vari incontri, tra gli altri con il Dc Gianfranco Rotondi, vice capogruppo di Forza Italia. La componente Cd nel Misto al momento alla Camera registra (dopo l'arrivo di Renata Polverini) 12 deputati, ne mancano quindi 8 per la costituzione del gruppo e il riequilibrio nelle commissioni. Anche al Senato si lavora e in questo caso il 'veicolo' è la componente Maie-Italia23, che raggruppa 5 parlamentari. Per il regolamento di Palazzo Madama ne servono altrettanti per costituire il gruppo. E almeno una decina, in totale, per far arrivare la maggioranza a una soglia di relativa sicurezza, visto che non sarà possibile fare sempre affidamento sul voto dei senatori a vita.

Ma al momento possibili 'indiziati' di un cambio di schieramento si tirano fuori: tra gli altri, oggi, Gelsomina Vono di Iv, Luigi Vitali di Forza Italia e l'ex pentastellato Mario Michele.

"In Conte ter nasce entro domenica o temo che non ce la facciamo", confida una fonte parlamentare.

Crisi di governo, che cosa succede

Si raffredda l'ottimismo per il proseguio della legislatura. Ora a vedere prossime le urne sono anche i luogotenenti del Partito Democratico. "Vedremo se avremo la possibilità di andare avanti - avverte Goffredo Bettini, dirigente Pd vicinissimo al segretario Nicola Zingaretti - altrimenti per noi il voto è lo sbocco naturale quando sono finite tutte le opzioni".

Ora il problema si apre anche tra i pontieri del Movimento 5 stelle che dopo l'inchiesta che coinvolge Lorenzo Cesa, hanno manifestato le problematiche che si aprirebbero nel fare accordi con un partito il cui segretario è indagato per reati così gravi. "È evidente che questo consolidamento del Governo - sentezia su Facebook Luigi Di Maio - non potrà avvenire a scapito della questione morale, dei valori che abbiamo sempre difeso e che sono fondanti del progetto 5 Stelle".

L'agenda con le date da tenere sotto osservazione si apre sulla prossima settimana quando i 'contiani' proveranno a contarsi per dar vita ad un gruppo autonomo alla Camera, e togliere così le Commissioni dalle mani di Italia Viva dopo l'uscita dei renziani dalla maggioranza.

Ma è mercoledì con l'atteso voto sulla relazioni dello stato di giustizia che si preannuncia il fuoco incrociato delle opposizioni sul ministro Bonafede. Sarà il test per la tenuta del governo o Conte rimetterà il mandato prima di vedere silurato il proprio Guardiasigilli?

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