"Di Battista dovrebbe tornare ma non nel M5s, lì non c’è più nulla per lui"
Il deputato di Alternativa Francesco Forciniti ha detto sempre "no" al governo Draghi e per questo è stato espulso dal Movimento 5 Stelle. "Hanno votato cose che non condividevano" ha detto a Today. L'intervista
Dopo la crisi di governo, il Movimento 5 Stelle é sempre più in difficoltà e rischia altre spaccature e defezioni. Se c'è chi ha sempre detto "no" al governo di Mario Draghi sono i parlamentari di Alternativa, che per non votare la fiducia un anno e mezzo fa, sono stati espulsi dal Movimento 5 Stelle. Oggi loro non sarebbero ben disposti ad accogliere eventuali pentastellati pentiti eccezion fatta per Alessandro Di Battista. Il deputato di Alternativa Francesco Forciniti, a Today, racconta che vorrebbe vederlo tornare alla politica attiva per costruire insieme un nuovo soggetto anti sistema e dà una spiegazione del pantano in cui oggi si trova Conte e il Movimento.
Onorevole Forciniti, lei come guarda a questa crisi di governo?
"A me sembra un teatrino poco divertente e anche poco serio nei confronti degli italiani perché c’è tanta confusione, ci sono poche certezze: Draghi si dimette e poi ci ripensa; Conte che vorrebbe sfiduciare Draghi ma non va fino in fondo e adotta questa democristiana uscita dall’aula; nel frattempo i ministri si dimettono anzi no; i parlamentari sono in assemblea permanente e non ne vengono a capo. Noi non abbiamo mai avuto bisogno di grandi riunioni per esprimere una posizione, che è netta e cioè che questo governo è una sciagura per gli italiani e vogliamo che se ne vada a casa prima di subito”.
Diciamo però che Draghi non ci ha ripensato. Mattarella ha "congelato" le dimissioni. Se Draghi ci ripenserà lo scopriremo nei prossimi giorni.
"Certo però al momento non sappiamo cosa farà ma sappiamo che le sue dimissioni non erano irrevocabili".
Lei viene dal M5s e lo conosce, come spiega questa "confusione" di cui parla?
"Il Movimento 5 Stelle si è snaturato nel 2021, quando ha scelto di appoggiare un governo di tecnocrati e banchieri, negando tutte le battaglie di cui si era fatto promotore prima. Così hanno rinunciato al ruolo di guida politica e non poteva che succedere questo per chi, per anni, aveva rifiutato i governi tecnici. Non poteva che implodere. La schizofrenia del M5s nasce da lì, quando noi avevamo provato ad avvertirli di cosa Draghi avrebbe fatto a questo Paese e per tutta risposta ci hanno espulsi. Dovrebbero espellere se stessi oggi".
Non si sono auto espulsi ma c’è chi se ne è andato. Per esempio Di Maio.
"Di Maio è incommentabile. È stato capo di una forza politica anti sistema e adesso si ritrova ad essere il più draghiano di tutti. C’è poco da dire si du lui. Ha fatto questa mossa per indebolire il M5s, per azzopparlo e rafforzare se stesso e provare a evitare la caduta del governo".
Si aspetta altre defezioni? Magari qualcuno che ha chiesto di aderire a Alternativa.
"Alternativa non aspetta nessuno. Noi abbiamo fatto una scelta un anno e mezzo e fa e a questo punto riteniamo anche poco credibili eventuali pentimenti tardivi, a pochi mesi dalle elezioni, da parte di chi, fino ad oggi, ha appoggiato una politica di macelleria sociale di Draghi".
Quindi voi non accettereste mai uno del M5s che oggi bussa alla vostra porta?
"Premesso che sarebbero decisioni da prendere collegialmente, attraverso i nostri organi. Noi abbiamo un’assemblea degli iscritti per esempio. Detto questo, per me, se si presentasse qualcuno, sarebbe poco credibile".
Ma che lei sappia qualcuno è interessato a entrare?
"Nessuno ha chiesto di aderire ad Alternativa. Io ho contatti con diversi colleghi, se non altro per questioni di colleganza e perché lavoriamo insieme nelle commissioni. Ci sono tantissimi colleghi del M5s che hanno sofferto tanto in questo anno e mezzo perché non condividevano le misure draghiane su austerity, green pass, liberalizzazioni, riforma Cartabia. Eppure hanno votato tutto. Oggi c’è un tentativo di ricollocarsi ma ripeto, è molto poco credibile. Dico anche un’altra cosa: il fatto che M5s sia riuscito a provocare le dimissioni del presidente del consiglio con la sola uscita dall’Aula, dimostra come sia stato sbagliato subire per un anno e mezzo, senza dire qualcosa. Infatti questo dimostra che, in una Repubblica parlamentare, il gruppo di maggiorana relativa poteva fare la differenza e invece ha subito passivamente".
Cosa c'è (davvero) dietro la crisi di governo
Ma perché secondo lei, Conte è debole come dice qualcuno?
"Anche per quello ma gli stessi parlamentari hanno sempre votato la fiducia anche se intimamente non erano d’accordo con quello che stavano votando".
Si sono tappati il naso per restare nel governo?
"Sì, per seguire questa retorica dell’urgenza che dovrebbe annullare la politica. Io penso che, a maggior ragione, se c’è una emergenza debba essere la politica a prendere in mano il Paese, non certo dei banchieri senza alcuna sensibilità sociale".
Eppure la crisi è arrivata sul Dl Aiuti. Cos’era se non anche un intervento in ambito anche sociale?
"Questo governo non ha fatto nulla per arginare il dramma sociale di questo Paese e questo ultimo decreto aiuti, che pretende di risolvere con una mancetta da 200 euro, è insufficiente".
La crisi di governo sembra legata anche ad equilibri interni rispetto a figure come Virginia Raggi e Di Battista. Secondo lei se ne andranno?
"A me farebbe molto piacere che Alessandro Di Battista, con cui sono in buoni rapporti, tornasse a fare politica attiva, spero però che decida di farlo al di fuori del M5s, che ormai non è più credibile. È una persona sola, seppure integra e molto capace, non avrebbe la forza di invertire il trend di una forza politica nella quale continuerebbero a militare tutti coloro che hanno sostenuto Draghi. Sarei felice di avere Alessandro Di Battista in Alternativa o comunque di poter costruire qualcosa che sia davvero di opposizione a certe logiche tecnocratiche. Ma non certo nel M5s perché lì non c’è nulla di buono".
E se Di Battista creasse un altro soggetto politico?
"Sono ipotesi ma in questo caso sarebbe il nostro alleato naturale".