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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Crisi di governo, il riassunto: cosa è successo fino a oggi in sintesi

Il presidente della Repubblica chiave di volta per la soluzione del rebus: dopo la crisi aperta l'8 agosto da Matteo Salvini è stato l'altro Matteo, l'ex premier Renzi, a sollecitare la nascita di una nuova maggioranza retta dall'alleanza tra M5s e Pd

La trattativa M5s - Pd: il governo giallorosso appeso a un filo

Per dar vita ad un nuovo governo e presentare al Presidente della Repubblica le "solide basi di una maggioranza" come richiesto dal capo dello Stato, venerdì 23 agosto in una sala del gruppo pentastellato alla Camera si sono seduti il vicesegretario Pd Andrea Orlando e i capigruppo di Camera e Senato Graziano Delrio e Andrea Marcucci con i capigruppo pentastellati Francesco D'Uva e Stefano Patuanelli con i vice Francesco Silvestri e Gianluca Perilli. Incontro seguito da un aperitivo tra Di Maio e Zingaretti in cui si è parlato dell'eventuale riproposizione di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi.

Nuovo governo, Di Battista e Renzi spaccano l'intesa tra M5s e Pd

Tuttavia il principale nodo da sciogliere è il taglio dei parlamentari: come spiega il deputato del Pd Ivan Scalfarotto in un'intervista all'Adnkronos, il problema sollevato dai dem è che la legge Fraccaro "taglia i deputati e senatori, facendone solo una questione di risparmio di costi, ma senza intervenire sui regolamenti parlamentari e, di conseguenza, senza migliorare l'efficienza delle Camere".

"Il taglio a nostro avviso, come abbiamo sempre detto, deve essere accompagnato da una serie di garanzie per migliorare il lavoro legislativo e per garantire la rappresentatività. Infatti, tenendo immutate tutte le procedure, mantenendo la stessa legge elettorale, associata alla riduzione dei seggi, in certi collegi al Senato occorrerebbero moltissimi voti per essere eletti".

I dem hanno chiesto una posizione pubblica da parte del M5s che chiarisca come il forno con la Lega sia ufficialmente chiuso, con un impegno diretto di Luigi Di Maio in tal senso.  Dall'altro fronte il Pd si è detto disponibile a votare la legge di riforma che taglia il numero di deputati e senatori accompagnata "da garanzie costituzionali e da regole sul funzionamento parlamentare". 

Se sul programma, da entrambe le parti, si mostra grande fiducia, ancora tutta da definire è la questione dei nomi. Il Pd chiede "nomi nuovi" e la questione del possibile nuovo premier guarda ad un "profilo terzo" gradito a entrambi.

Nel frattempo parla Alessandro Di Battista. Il pasionario pentastellato si schiera contro le elezioni subito e al tempo stesso non fa mistero che dei "due forni" aperti con Lega e Pd sia proprio quello con Salvini quello che preferisce. Ma solo a patto di un premier politico del M5s. Ma per un accordo detta due condizioni (che Di Maio fa proprie): "Via 345 parlamentari e i Benetton dalle autostrade".

Intanto Salvini deve vedersela con i nuovi sondaggi politici che vedono un crollo dei consensi. Un sentiment diffuso, che passa dai social e arriva a cristallizzarsi nella prima rilevazione dopo la crisi fornita dai sondaggi di Tecné: "Se si votasse oggi, la Lega otterrebbe il 31,3% dei consensi, mostrandosi in calo di tre punti percentuali rispetto al risultato delle elezioni europee".

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