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Martedì, 23 Aprile 2024
i possibili scenari

Cosa succede ora che Mattarella ha rigettato le dimissioni di Draghi

Draghi ha presentato le sue dimissioni al capo dello Stato che però le ha rigettate: cosa può succedere ora al governo

Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha presentato le sue dimissioni e del governo che presiede al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che però le ha rigettate. In un comunicato, il Quirinale ha pubblicato la volontà di Mattarella: il rifiuto delle dimissioni, con l'invito a Draghi a "presentarsi al Parlamento per rendere comunicazioni, affinché si effettui, nella sede propria, una valutazione della situazione che si è determinata a seguito degli esiti della seduta svoltasi oggi presso il Senato della Repubblica". Cosa succede ora al governo Draghi? Gli scenari sono essenzialmente tre e si delineeranno gradualmente nei giorni che porteranno a mercoledì. Il luogo di risoluzione della crisi, in un modo o in un altro, sarà il Parlamento.

Il discorso in Parlamento di Draghi

Il presidente del Consiglio è ancora Mario Draghi e mercoledì vedremo come renderà conto delle sue dimissioni. L'invito del presidente della Repubblica Sergio Mattarella mostra la volontà di "parlamentarizzare" la crisi, un modo per mettere i partiti di fronte alle proprie responsabilità e mostrare pubblicamente chi sostiene il governo e chi no. Mercoledì sapremo se la crisi andrà avanti o meno, e secondo quali modalità.

Il motivo per cui il discorso di Draghi alle camere è programmato per mercoledì è legato ai suoi impegni internazionali: lunedì 18 e martedì 19 luglio infatti, Draghi parteciperà a un vertice intergovernativo in Algeria per stringere nuovi accordi sul gas. 

Draghi mercoledì in Parlamento e la fiducia

Draghi si presenterà mercoledì in Parlamento per verificare la fiducia dei partiti nei confronti del governo, e fino a quel giorno vedremo se si mostrerà irremovibile sulle dimissioni, o meno. In caso di fiducia accordata, si procederà fino alla scadenza della naturale della legislatura a marzo con una rinnovata maggioranza, evidentemente senza il Movimento 5 Stelle. Ma non è detto.

I numeri il governo Draghi ce li ha, il problema è di fiducia politica. Se Draghi dunque continuerà sulla strada delle dimissioni, probabilmente i partiti ne prenderanno atto prima votando la sfiducia: a quel punto ci sarà un bivio.

Cosa farà il Movimento 5 Stelle dopo le dimissioni di Draghi

Palla di nuovo a Mattarella per un nuovo governo

Dopo un'eventuale sfiducia al governo Draghi, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella potrebbe incaricare qualcuno per provare a formare un nuovo governo e arrivare così a marzo fino alla scadenza naturale della legislatura. Alcune agenzie di stampa hanno fatto filtrare il nome di un nuovo esecutivo a guida del ministro dell'Economia Daniele Franco, in modo da ultimare le scadenze del Pnrr e la legge di bilancio a fine anno. 

Il M5S potrebbe però anche cambiare idea e votare la fiducia, per un governo di "unità nazionale", cosiddetto. Ma dipende sempre dalla volontà di Draghi di proseguire o meno sulla via delle dimissioni.

Le elezioni anticipate

In caso di sfiducia al governo Draghi e di fallimento nella formazione di un nuovo governo, Mattarella potrebbe decidere di sciogliere le camere. A quel punto, le elezioni per il rinnovo del Parlamento dovranno essere organizzate entro un minimo di 60 giorni e un massimo di 70 giorni dallo scioglimento. La legislatura finirebbe naturalmente il 23 marzo 2023.

I partiti maggiormente interessati al voto anticipato sono quelli di centrodestra. Fratelli d'Italia sta chiedendo insistentemente le elezioni anticipate, la Lega anche (ma con meno vigore), mentre Forza Italia per ora si scaglia contro il Movimento 5 Stelle senza esporsi. Secondo ricostruzioni di stampa da fonti parlamentari, la possibilità che Mattarella sciolga le camere e che si vada ad elezioni anticipate prende sempre più quota.

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