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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Crisi e (mala)politica, l'Italia riscopre la "voglia" di dittatura

La fiducia nei partiti cala a picco, la stima nello Stato è ai minimi storici: gli italiani - rivela l'indagine Demos 2014 - soffrono di una certa "stanchezza democratica". E per uno su tre la parola "dittatura" non è più una bestemmia

ROMA - Né Renzi, né Salvini. Né la sinistra, né la destra. Né il governo centrale, né quello locale. Né lo stato, né i suoi rappresentati. E dulcis in fundo, né la legge, né i suoi "custodi". Non ha più fiducia di nessuno l'Italia: non crede più a nessuno l'italiano. Troppo il malaffare, dilagante la corruzione per far sì che qualcuno possa ancora credere e sperare in qualcosa di diverso. E' un popolo disilluso e sfiduciato quello che disegna l'indagine Demos 2014 - la stessa che ha eletto Papa Francesco come l'unico uomo di cui si fidano gli italiani. E' un popolo che non si aspetta più nulla, che quasi non vuole più nulla. 

Scrive Ilvo Diamanti, autore dell'indagine, su Repubblica:  

D'altra parte, gli italiani si sentono sempre più lontani dalla politica. E, in primo luogo, dai partiti. Ormai non li stima davvero nessuno. Per la precisione, il 3%. Cioè, una quota pari al margine d'errore statistico. Poco meno del Parlamento, comunque (7%). Una conferma del clima di sfiducia che mette apertamente in discussione la "democrazia rappresentativa". Interpretata, in primo luogo, proprio dai partiti, insieme al Parlamento. 

Sì, perché se l'Italia è sfiduciata da se stessa, gli italiani sono sfiduciati dalla democrazia. Sono nauseati da quelle elezioni per le quali puntualmente votano - ormai in pochi - e dopo le quali puntualmente le promesse restano tali. Tanto che interpretando le parole dello stesso Diamanti, "Il Giornale" va un po' più la: 

Tra gli italiani si va diffondendo una certa "stanchezza democratica". Uno su tre comincia a pensare che, vista la situazione, non è peccato scommettere su un regime autoritario. È stanchezza. È paura. È voglia di certezze. È fame. È disperazione. È scelta. È l'altra faccia di chi non vota, diserta le urne ed è così disilluso da starsene a casa o così incavolato da mandare tutti a quel paese. Tutti e due, chi spera nell'uomo forte e chi si tira fuori, non si aspettano nulla dalla democrazia.

E forse hanno cominciato a sperare in qualcosa dalla dittatura. L'ultimo regalo della crisi? O della politica?

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