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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Venti milioni di euro: il no alle Olimpiadi potrebbe costare caro al Comune di Roma

Si attende il passaggio ufficiale: la delibera che disimpegni il Campidoglio. Il governo ha investito venti milioni per promuovere Roma 2024. Pronti i ricorsi alla Corte dei Conti

ROMA - E' il danno erariale l'arma che il Coni intende utilizzare per provare a far "ragionare" il Movimento Cinque stelle e in particolare la giunta e l'assemblea capitolina. Dopo il no ufficiale alle Olimpiadi espresso nel corso di una conferenza stampa da parte di Virginia Raggi, la palla passa ora all'aula, chiamata a presentare e votare un atto ufficiale che disimpegni il Comune dalla candidatura.

Una motivazione nero su bianco che spieghi perché il sì di oltre un anno fa è diventato no. Nel frattempo, come spiega RomaToday, infatti sono stati spesi soldi stanziati dal governo per promuovere la candidatura. E la motivazione, questo il ragionamento del presidente del Coni, dovrà essere tale da proteggere chi la voterà dal danno erariale. Già perché da più parti si annuncia battaglia con possibili ricorsi. E' pronto quello di Salvini, quello di diverse associazioni e molto probabilmente anche quello delle opposizioni in Campidoglio. Queste ultime però prima di portare tutto dai giudici contabili sono pronte alla battaglia in aula. E il Comitato Olimpico non si opporrà all'operazione verità. Chiaro in tal senso Malagò: "Se qualcuno bussa alla mia porta risponderò che qualcun altro deve prendersi le sue responsabilità".

IL TESTO DELLA MOZIONE - Ieri, prima del no ufficiale, circolava il testo del documento preparato dal gruppo consiliare capitanato da Paolo Ferrara. Si legge, nel passaggio fondamentale: "Tenuto conto che fra le città per le quali era stata prospettata l'ipotesi di una candidatura, poi ritirata, vi sono: Dubai - Emirati Arabi Uniti; San Diego/Tijuana - Usa/Messico; Amburgo - Germania (candidatura ritirata a seguito di un referendum popolare); Madrid - Spagna (candidatura ritirata dal sindaco della città); Boston - Usa (candidatura ritirata dal sindaco della città per l'elevato rischio che i costi ricadano sui cittadini); coerentemente con quanto sempre sostenuto dal M5S si ritiene, anche a fronte di una approfondita analisi, che non sussistano le condizioni per proseguire nella candidatura della Città di Roma ai Giochi olimpici e paralimpici del 2024. Tutto ciò premesso l’assemblea di Roma capitale impegna il sindaco e la sua giunta affinché ritirino la candidatura della città ad ospitare le Olimpiadi e le Paralimpiadi del 2024". In sostanza si parla delle candidature ritirate per motivare anche il ritiro di Roma. 

IL CONSIGLIO DI MALAGO' - Così ieri nel corso della conferenza stampa il presidente del Coni Malagò ha avuto gioco facile nello smontare tale motivazione ("Wikipedia non è aggiornata"), arrivando a dare un consiglio alla sindaca Raggi: "Consiglio alla sindaca di non presentare quella mozione in Consiglio comunale. Parla di città come Amburgo e Boston che non sono mai state ufficialmente candidate. Spero siano errori fatti in buona fede ma è imbarazzante". Il numero uno del Coni in sostanza fa capire che essendo false quelle informazioni, viene meno anche la veridicità delle motivazioni. Da qui un danno erariale già scritto. 

IL DANNO ERARIALE - E Malagò è esplicito: "Se esistono i presupposti per un danno erariale? Gli amministratori che eventualmente firmeranno quella delibera dovranno assumersi le loro responsabilità". Secondo le stime sono già 10 i milioni spesi per promuovere la candidatura, trentacique quelli stanziati dal governo. Il Coni quantifica in 20 il danno erariale: "Noi siamo amministratori pubblici, è chiaro che abbiamo avuto dei fondi tramite una legge dello Stato e siamo soggetti ai controlli del Mef. Quindi giuridicamente ed economicamente è evidente che dobbiamo girare l'azione di responsabilitàverso gli amministratori che firmeranno quella delibera", ha concluso Malagò. Michela Di Biase, capogruppo Pd in Campidoglio non ha in questo senso dubbi: "Al posto di un investimento da cinque miliardi per la città, ci si troverà invece a dover rimborsare lo Stato".

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