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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Partito democratico

Il Pd vuole rendere "fuorilegge" il Movimento 5 Stelle

Un ddl a firma Finocchiaro e Zanda punta a escludere dal voto "i soggetti privi di personalità giuridica e statuto pubblicato in Gazzetta Ufficiale". Tra questi, il Movimento 5 Stelle. Fico (M5S): "Il Pd pensasse all'ineleggibilità di Berlusconi"

Un ddl per 'far fuori' il Movimento 5 Stelle da future elezioni. Volendo racchiudere in un solo assunto il disegno di legge a firma Finocchiaro-Zanda depositato al Senato dal Pd, si potrebbe racchiudere tutto qui.

In fondo il ddl parla chiaro. Per Anna Finocchiaro e Luigi Zanda "i partiti politici sono qualificati come associazioni riconosciute dotate di personalità giuridica". Da qui discenderebbe la disciplina organica dei partiti politici, in attuazione dell'articolo 49 della Costituzione che stabilisce l'obbligo a partiti e movimenti di depositare lo statuto per accedere ai rimborsi elettorali.

LEGGE "SUI PARTITI" - "La partecipazione dei cittadini, attraverso i partiti, alla determinazione della politica nazionale deve svolgersi pertanto nell'ambito delle previsioni e con quei limiti che sono previsti dalle leggi dello Stato. Si ritiene quindi che una disciplina pubblica dei partiti politici sia ormai ineludibile". Di conseguenza, "si ritiene che una legge sui partiti debba stabilire i contenuti minimi dello statuto, alcuni principi generali, ai quali dovranno attenersi tutti i partiti che intendono concorrere alla determinazione della vita politica, pena la perdita dei rimborsi per le spese elettorali o di ogni ulteriore eventuale forma di finanziamento pubblico".

RIMBORSO ELETTORALE - "Questo - si precisa - non impedirà a una semplice associazione o movimento di fare politica, ma il mancato acquisto della personalità giuridica precluderà l'accesso al finanziamento pubblico e la partecipazione alle competizioni elettorali".

I contenuti fondamentali dello statuto (illustrati nell'articolo 3 del testo) prevedono l'indicazione degli "organismi dirigenti, le loro competenze e le modalità della loro elezione e la durata degli incarichi, che sono conferiti a tempo determinato; quali sono le procedure richieste per l'approvazione degli atti che impegnano il partito, ovvero in che modo sono assunte le decisioni che caratterizzano la vita di un partito: le alleanze elettorali, la scelta di uno schieramento e cosi' via".

OBBLIGO DELLE PRIMARIE - Il ddl inoltre "disciplina e promuove lo svolgimento delle primarie" e stabilisce "alcuni requisiti tesi a garantire la trasparenza del procedimento, il pluralismo delle candidature e la più larga partecipazione al voto, non condizionata, salvo i casi specificatamente stabiliti, a forme preventive di registrazione".

"Si prevede che le elezioni primarie si svolgano per tutte le candidature alle cariche apicali, di governo (sindaco, presidente di regione, candidato a premier ) e per la scelta dei candidati alle assemblee rappresentative quando il sistema elettorale prevede la loro elezione in collegi uninominali con formula maggioritaria. Il progetto promuove le elezioni primarie condizionando l'assegnazione del 25% dei rimborsi elettorali alla loro adozione per la selezione delle citate candidature".

LA REPLICA "GRILLINA" - "Cose da Partito Democratico". Inizia così il post pubblicato da Roberto Fico sulla sua pagina facebook in replica al Pd che ha depositato in commisisone Affari costituzionali del Senato un disegno di legge per riformare i partiti con l'obiettivo della piena applicazione dell'articolo 49 della Costituzione. "Anna Finocchiaro invece di discutere dell'ineleggibilità di Silvio Berlusconi, magari stabilendo una linea dura e una battaglia senza precedenti nella giunta delle elezioni preferisce presentare un disegno di legge anti-movimenti al fine di attaccare il Movimento 5 Stelle. Complimenti vivi alla Senatrice della Repubblica!! Il M5S sta preparando con forza il percorso e le motivazioni da presentare in giunta per l'ineleggibilità di Silvio Berlusconi".

CONTROREPLICA PD - "L'interpretazione secondo la quale il Pd avrebbe presentato la legge di attuazione dell'articolo 49 della Costituzione sui partiti per bloccare e andare contro i 'movimenti' è una forzatura deformante, che finisce per diventare una operazione di disinformazione". Lo sottolinea con una nota il partito Democratico che spiega: "Il Pd ha lanciato da tempo l'idea che per il rinnovamento della politica sia necessario applicare l'articolo 49 della Costituzione e prevedere meccanismi di democrazia e di trasparenza per l'attività di ogni forza politica".

"Non si tratta di norme per chiudere la partecipazione" prosegue la nota del Pd. "Al contrario, la legge serve per garantire la trasparenza della vita interna dei partiti e la stessa partecipazione".

"Proprio in virtù di questa idea il Pd - conclude la nota - ha deciso fin dall'inizio di avere il bilancio certificato da una società di revisione esterna e di adottare meccanismi di selezione e di scelta dei gruppi dirigenti che prevedono forme di partecipazione".

RENZI CONTRARIO - Ancora una volta, a cantare fuori dal coro del Pd è Matteo Renzi che con una dichiarazione breve ma decisa spiega la sua opinione e la sua "paura": "Non sono d'accordo, è un modo per fare vincere le elezioni a Grillo e ai grillini". 

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