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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Una pausa di riflessione sul Disegno di legge Zan

"Rischio incostituzionalità". Il deputato di Leu Stefano Fassina interviene nella querelle sul Ddl contro l'omofobia che il 13 luglio arriva in aula in Senato e rischia di venire bocciato: probabile il voto segreto, maggioranza a rischio fratture

Dopo un ultimo tentativo di mediazione, firmato dal presidente della Commissione Giustizia del Senato, Andrea Ostellari, il ddl Zan, il disegno di legge di contrasto ai reati di natura omofobica al centro della polemica politica da settimane, arriverà in aula al Senato il 13 luglio. La legge, che ha già ricevuto l'ok da Montecitorio lo scorso novembre, continua a dividere le forze politiche e visto il ricorso previsto al voto segreto il 13 luglio si annuncia come la giornata della lotta all'ultimo voto, con colpi di scena e alleanze 'segrete' che potrebbero far deflagrare le forze di maggioranza.

Da una parte restano Lega, Fi e Fdi, da sempre critiche con la norma Zan, accusata di essere una misura di legge liberticida, che penalizzerebbe i reati di opinione, dall'altra l'ex maggioranza giallorossa, con l'asse M5S-Pd saldo, che ora punta a trovare i voti in Senato, per approvare definitivamente la legge. Oggi i senatori Italia Viva e Autonomie, nonostante dubbi sulle norme, hanno scelto di percorrere la strada dell'Aula, invocata da dem e pentastellati.  

Questa mattina il presidente della Commissione Giustizia Andrea Ostellari ha presentato la sua proposta di mediazione: "Siamo intervenuti - aveva spiegato - sull'articolo 1 con una sintesi tra le varie proposte, è stato tolto qualcosa che dava un po' di tensione, e riteniamo che questa sia la soluzione migliore anche dal punto di vista giuridico. Togliamo le definizioni ma indichiamo delle finalità". Nel testo Zan saltava dunque il riferimento all'identità di genere. Poi si prevedeva anche una modifica sull'articolo 4, relativo alla libertà di opinione "specialmente sull'ultima parte, quella più contestata", ha ricordato Ostellari, saltando il comma che recita "purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti", e sull'articolo 7 che riguarda la libertà di educazione. Modifiche apprezzate dai renziani, con Davide Faraone che ha invitato più volte dem e cinquestelle a prendere in considerazione le modifiche e anche dalla senatrice Giulia Unterberger, delle Autonomie.

Proposte che a fine giornata sono rimaste sul tavolo, visto che M5S e Pd hanno deciso di arrivare in ogni caso all'obiettivo di portare il ddl Zan, con i suoi dieci articoli immutati, in Senato. Ma le tensioni nella prossima settimana non potranno altro che riesplodere. Anche perché anche chi figurava tra i proponenti del disegno di legge ora fa un passo indietro. 

Il ddl Zan a rischio incostituzionalità

È il caso di Stefano Fassina, Deputato Leu, che oggi è tornato sul tema spiegando come il testo così com'è potrebbe presentare un rischio di incostituzionalità per l'articolo in cui si spiega che per identità di genere si intende "l'identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione".

"Da mesi - scrive Fassina - provo a discutere del merito del disegno di Legge Zan: è necessario e urgente approvare misure specifiche per arginare e sconfiggere omofobia e transfobia e tutte le forme di discriminazione motivate da orientamenti sessuali, ma la legge non può promuovere una visione antropologica, come invece fa l'articolo 1, in particolare la lettera d). Non avevo piena consapevolezza in prima lettura alla Camera, quando ho votato a favore. L'ascolto di mesi di discussioni e tanti approfondimenti sono stati utili a capire meglio. La proposta va corretta, almeno per evitare un precedente pericolosissimo e l'incostituzionalità, a giudizio di autorevolissimi giuristi, anche di area progressista e liberale come l'ex presidente della Consulta Giovanni Maria Flick o il prof. Natalino Irti".

"Inoltre va corretta -aggiunge- perché è grave per la qualità della nostra democrazia costituzionale procedere in totale disponibilità all'ascolto e, anche in misura minimale, all'accoglimento dei rilievi seri e fondati di settori del Parlamento, di fasce larghe e qualificate della cultura e della società civile e religiosa. La democrazia non funziona così, non può funzionare così, soprattutto su questioni di portata antropologica". "Ripeto qui l'appello fatto una decina di giorni fa al Partito democratico: promuova un'apertura alle modifiche imprescindibili e chieda un impegno pubblico a tutti i partiti della maggioranza per l'immediata approvazione del ddl nella terza lettura alla Camera -conclude Fassina-  Le evidenti strumentalizzazioni di alcuni gruppi politici sono inaccettabili, ma non giustificano l'arroccamento nell'errore".

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