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Giovedì, 18 Aprile 2024

Andrea Maggiolo

Giornalista

Renzi vuole affossare il ddl Zan? La partita non è più giuridica, ma politica

Gli emendamenti presentati da Italia Viva al ddl Zan "suonano come un tentativo di affossare la legge" secondo le parlamentari e i parlamentari del MoVimento 5 Stelle del gruppo Pari Opportunità. Il peso della mossa del Vaticano si sente, evidentemente. La nota verbale in cui il Vaticano ipotizza una possibile violazione del Concordato da parte della proposta di legge contro l’omotransfobia ha fatto rumore. Camillo Ruini ha ipotizzato "il rischio di comprimere la libertà di espressione, nel rispetto di tutti". Ma gli elementi in ballo sono più d'uno. Non si parla più solo di diritti, ma di politica, di posizionamento. Sin da quando il ddl Zan è entrato nel dibattito pubblico, è stato usato un ventaglio di termini che non fa alcuna discriminazione, si parla di 'orientamento sessuale", 'genere' e 'identità di genere'. Non si tratta come sostengono le voci critiche di mettere in un calderone omnicomprensivo ogni specificità. Anzi.

Sul ddl Zan non c'è maggioranza?

"Pensare infatti di eliminare i termini ‘orientamento sessuale’ e ‘identità di genere’ e tornare alla definizione di omofobia e transfobia  rischierebbe di farci compiere un altro passo indietro, come già accaduto in passato - scrivono i deputati in una nota -  Negli anni scorsi infatti i disegni di legge per il contrasto all’omotransfobia si fermarono proprio perché le espressioni usate per identificare il movente d’odio, quindi omofobia e transfobia, non vennero ritenute abbastanza precise per garantire la determinatezza del precetto penale, come peraltro ha ricordato recentemente anche il professore di Diritto pubblico comparato dell'Università La Sapienza Angelo Schillaci. Alla luce di questa riflessione, quanto sta facendo Italia Viva appare semplicemente come un bieco tentativo di dare una sponda alla destra e fare in modo che questa legge - fondamentale - non veda proprio la luce. Come MoVimento 5 Stelle non lo permetteremo, la legge contro l’omotransfobia non può più aspettare. Italia Viva dica se sta con la comunità LGBTI o se la sta usando per tornaconto politico. Perché tutto indica questa seconda ipotesi".

Dopo che i renziani si sono smarcati dai giallorossi proponendo di stralciare la definizione di "identità di genere", di fatto in Senato la legge contro l'omotransfobia non ha più i numeri per passare così com'è. La legge secondo i pentastellati e anche secondo il Pd a questo punto va approvata senza modifiche. Anche i dem considerano "irricevibili" le proposte di Iv. Il problema vero è che quando i diritti delle persone diventano oggetto di baratto, la politica dà il peggio di sé. Chiedere l'eliminazione dal ddl dell'espressione "identità di genere" è una mossa meramente tattica, se lo si fa a questo punto, dopo mesi di audizioni e un testo limato già più volte. "Identità di genere" è una formula "già presente nel nostro ordinamento", tutelata "da sentenze costituzionali e trattati internazionali come diritto fondamentale della persona. Toglierlo significherebbe rendere il ddl Zan una norma discriminatoria. La richiesta di Italia Viva è insostenibile" rimarca lo stesso Alessandro Zan.

L'attuale ddl è già il risultato di una mediazione con Italia Viva proprio sulle definizioni, sui termini. C'era un accordo. Qualsiasi richiesta di modifica oggi è una mediazione al ribasso. Stupisce che Italia Viva affossi il ddl Zan con la scusa di voler allargare il consenso alla Lega: Salvini è alleato di quell'Orban che in Ungheria di recente ha fatto approvare una legge che "vieta la rappresentazione di orientamenti sessuali diversi da quello eterosessuale". La partita non è più giuridica ma politica: Italia Viva vuole forse evidenziare plasticamente di essere in grado di dettare l'agenda più di M5s e Pd e di essere vicina ad alcune istanze portate avanti anche dal centrodestra. O forse ritiene corretto fare tesoro delle osservazioni che arrivano da Oltretevere.

Potrebbe riuscirci, a conti fatti. Si è giunti però, come sottolinea anche Elio Vito (Forza Italia), in questi anni alla conclusione che le sole definizioni di "omofobia e transfobia" proposte da Italia Viva escluderebbero migliaia di persone dallle tutele da odio discriminazioni violenze.

Tutto il resto è politica, non delle migliori. Con il disimpegno di Italia Viva (partito in cui molti parlamentari vennero eletti con i voti del Pd alle elezioni politiche 2018), il ddl Zan non ha più i numeri per passare. Sui diritti civili potrebbe consumarsi lo "strappo" più grave del mondo renziano dall'opinione pubblica di quel che resta del centrosinistra. 

Le voci da Italia Viva

Non ci sta il presidente dei senatori renziani Davide Faraone, che in un post spiega: "Così com'è la legge non passa sotto i colpi dei voti segreti in Senato. Pensiamo a chi ogni giorno subisce discriminazioni, non a chi deve fare le rivoluzioni 'muscoli e like'". Linea simile a quella del deputato renziano Marco Di Maio: "È più importante approvare davvero una legge contro omofobia e discriminazioni o approvare il ddl Zan? Se l'obiettivo è il primo, va detto che il ddl Zan così com'è, al Senato non ha i numeri; mentre con le modifiche proposte, potremmo avere a breve una legge. Il punto è questo".

A Enrico Letta "ho proposto di  trovare un accordo in 5 minuti "sul ddl Zan, ma senza “portare il gender nelle scuole o inventarsi reati di opinione". Lo ha detto a Sky TG24 il leader della Lega Matteo Salvini. "La legge non ha i numeri in senato? E' un peccato, perché omosessuali e lesbiche se sono aggrediti vanno difesi con le unghie e con i denti contro i cretini che discriminano. Se per ideologia non vuol portare avanti questo risultato ... ", ha aggiunto. Salvini ha quindi esortato: "Non usiamo i bambini, altrimenti vuol dire che a Letta non interessa ...". Poi l’affondo al segretario dem: "Ha indispettito anche il Vaticano". Benedetto Della Vedova di Più Europa invita a "portare a casa la legge così così com'è o si fa un favore a Salvini, Meloni e Orban". Ancora più netto il senatore di LeU Francesco Laforgia: "Renzi è come Salvini, vuole affossare il ddl Zan".

Appuntamento a martedì, quando si farà nuovamente il punto sulla legge nel nuovo tavolo di confronto indetto dal presidente della commissione Giustizia di Palazzo Madama, il leghista Andrea Ostellari. Non c'è alcun dibattito all'orizzonte perché mancano probabilmente anche i tempi tecnici, ci sono invece strategie politiche su cui ognuno può farsi la propria idea.

Che cosa prevede il ddl Zan

La legge Zan contro l'omofobia si propone di prevenire e contrastare la discriminazione e la violenza basate sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale, sull'identità di genere o sulla disabilità. La proposta di legge, approvata in prima lettura alla Camera il 4 novembre e ora all'esame della commissione Giustizia del Senato, è nata su iniziativa del deputato Pd Alessandro Zan. Il testo prevede l'estensione dei cosiddetti reati d'odio per discriminazione razziale, etnica o religiosa (articolo 604 bis del codice penale), a chi compia discriminazioni verso omosessuali, donne, disabili.

In realtà il cosiddetto ddl Zan è un testo unificato nato da diverse proposte di legge presentate alla Camera dallo stesso Alessandro Zan, da Ivan Scalfarotto, da Laura Boldrini, da Mario Perantoni (M5s) e da Giusi Bartolozzi (Fi), accomunati dall'applicazione della legge Mancino per quel che riguarda la discriminazione e l'istigazione (non la propaganda) ai reati dettati dall'odio omofobico.

In sostanza sono previste quattro modifiche alla normativa già esistente.

La prima (art.2 e 3) riguarda l’aggiunta dei reati di discriminazione basati “sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere o sulla disabilità” all’articolo 604-bis e 604-ter del codice penale, che puniscono l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi “razziali, etnici, religiosi o di nazionalità”.

La seconda modifica (art.6) riguarda l’articolo 90-quater del codice di procedura penale in cui viene definita la “condizione di particolare vulnerabilità della persona offesa”.

Attualmente l’articolo contiene solo la specifica relativa all’odio razziale. Mentre il ddl Zan prevede di aggiungere le parole “fondato sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere”. La terza modifica (art. 8) riguarda il decreto legislativo del 9 luglio 2003, numero 215, sulla parità del trattamento degli individui indipendentemente dal colore della pelle o dalla provenienza etnica, al quale aggiunge alcune misure di prevenzione e contrasto delle discriminazioni legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere. La quarta (art.5) riguarda la legge Mancino. Più che di modifica si tratta in questo caso di disposizioni tecniche che servono a coordinare la legge contro l’omotransfobia con le norme già vigenti che perseguono i delitti contro l’eguaglianza. 

E' prevista la reclusione fino 18 mesi o una multa fino a 6.000 euro per chi commette o istiga a commettere atti di discriminazione; c'è il carcere da 6 mesi a 4 anni per chi istiga a commettere o commette violenza, o per chi partecipa a organizzazioni che incitano alla discriminazione o alla violenza. Alle discriminazioni omofobe viene estesa un'aggravante che aumenta la pena fino alla metà.

Il testo ha una "clausola salva idee", che fa salve "la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte".

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In altre parole il ddl estende il reato di discriminazione anche ai reati di violenza basati sul sesso, sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere, ma non intacca la libertà di espressione com'è stato spesso raccontato. A meno che con le parole non si travalichi il confine della discriminazione e della violenza. Infine con la nuova legge verrebbe istituita una giornata Giornata nazionale contro l'omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, da celebrare il 17 maggio. 

Il ddl Zan è secondo i moltissimi sostenitori un testo equilibrato, rispondente alle normative europee in materia di tutela dei diritti delle persone Lgbti e persino fin troppo moderato secondo qualcuno, visto che la sanzione non riguarda la parte dell'articolo 604bis inerente la propaganda delle idee. E' evidente proprio analizzando questo punto che non c'è nulla di estremo in questa legge. Il ddl non modifica la parte del 604-bis lettera a) del codice penale relativa al reato di propaganda, che attualmente punisce solo la propaganda di idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, e che dunque escluderà il reato di propaganda per odio omotransfobico. 

Una legge nata per rispondere alle direttive dell'Unione Europea contro i crimini d'odio che colpiscono vittime vulnerabili. In parlamento, nell'Italia del 2021, non c'è una maggioranza a favore di tutto ciò. Una questione che riguarda diritti e non-violenza non doveva diventare scontro di bandiera tra partiti.

Cosa prevede il ddl Zan e perché fa così discutere

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