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Giovedì, 18 Aprile 2024
Diritti al rallentatore

La trovata della Lega può far saltare il ddl Zan?

Il presidente della commissione Giustizia ha fatto sapere che è "pronto un testo che mira a tutelare tutte le persone più vulnerabili, ampliando la sfera rispetto al testo Zan". Ma per ora è solo una bozza. Tutto arenato: cosa può succedere. L'ipotesi dem e M5s di andare in Senato con un accordo di maggioranza e le voci critiche (non solo da destra)

La strada del ddl Zan (qui una sintesi del perché se ne parla così tanto e qui la nostra intervista ad Alessandro Zan) è irta di ostacoli. Forse insormontabili. L'ultima mossa del Carroccio è destinata ad avere conseguenze. Il presidente della commissione Giustizia, il leghista Andrea Ostellari, ha fatto sapere infatti che è "pronto un testo della Lega che mira a tutelare tutte le persone più vulnerabili, ampliando la sfera rispetto al testo Zan". L'annuncio di un nuovo testo può evidentemente cambiare il cronoprogramma e il destino del ddl. Vediamo come.

La strada a ostacoli del ddl Zan

Il documento redatto dal Carroccio prevede "un'aggravante che aumenta le pene per tutti i reati commessi nei confronti delle persone più deboli", prendendo in cosiderazione "dalla disabilità fino all'orientamento sessuale". La mossa coglie di sorpresa Pd e Movimento 5 stelle. Il vicepresidente dei senatori Pd in Senato, Franco Mirabelli, punta il dito contro Ostellari che "vuole impedire la discussione del ddl Zan. Altro che voglia di confrontarsi, la Lega ha preso in ostaggio la commissione Giustizia del Senato e ciò è inaccettabile".

Il ddl Zan introduce nella legge l’aggravante dell'omotransfobia, andando a modificare il codice penale e di procedura penale. L'uragano Fedez, che dal palco del concertone primo maggio ha cercato di tirare la volata al ddl Zan, non ha fatto altro che accendere un faro ancora più potente sullo scontro in atto a Palazzo Madama. Mentre la Lega annuncia il proprio test, Pd e M5s  ipotizzano di "aggirare lo stallo" in commissione, portando il ddl direttamente in Aula. Italia viva apre alle modifiche: "Miglioriamo e votiamo in fretta il ddl senza inaccettabili ostruzionismi". In ogni caso se emendato, il testo dovrà tornare alla Camera in terza lettura. In assenza di accordo fra le forze politiche, di fatto verrà affossato. Il prossimo match è in agenda per giovedì.

Se la Lega presenterà un proprio disegno di legge che contrasta anche solo in parte il ddl Zan, nell'immediato cambia tutto. Al primo articolo prevederebbe l’inasprimento delle pene per coloro che rechino offesa a persone per origine etnica, orientamento sessuale, disabilità, in generale a chi è più vulnerabile. E’ ancora in bozza, potrebbero essere introdotte offese agli anziani, non si parla di "gender". Il piano della Lega non pare quello di un dialogo costruttivo su un impianto già approvato a Montecitorio a novembre, ma un rilancio, un tentativo di ribaltare la strategia, in modo da rallentare il ddl Zan in commissione giustizia al Senato e provare a ricominciare l’iter dal suo inizio, sfiancando qualsiasi ipotesi di approvazione in tempi rapidi. "Ci sono già altri quattro testi in discussione insieme al ddl Zan, questo sarà il quinto. Si vuole fare qualcosa di migliorativo o no?": è questa la posizione in casa Lega. Il ddl Zan in realtà già è la sintesi di più testi: in questo parlamento c'è probabilmente una maggioranza che approverebbe il testo così com'è ora, già unificato partendo da vari ddl. 

L'ipotesi accordo di maggioranza

Già approvato alla Camera a novembre del 2020, dal 28 aprile il ddl Zan è nel calendario della commissione Giustizia del Senato. I promotori (Pd, M5s, Leu, Iv) vogliono andare fino in fondo per "una battaglia di civiltà", mentre il centrodestra ha preannunciato una "discussione lunga e approfondita". Più sfumata la posizione di Forza Italia.

Ci sarebbe una strada alternativa: andare al Senato, subito, abbandonando il suo relatore dichiaratamente contrario al suo destino. "Il ddl Zan è all'ultimo punto dell'ordine dei lavori della commissione giustizia in plenaria giovedì, questo dimostra la volontà di non volerlo discutere. E' difficile, infatti, che si arrivi all'ultimo punto. Il presidente Ostellari prima si è opposto alla calendarizzazione, poi si è autonominato relatore. Questo stillicidio rischia di durare all'infinito e noi non possiamo accettarlo" dice la senatrice dem Monica Cirinnà interpellata sull'iter in commissione del ddl Zan. "Dopo il meraviglioso impegno del segretario Letta, serve una decisione politica e a mio avviso c'è una sola strada: come si è fatto con le unioni civili, se la commissione resta un pantano, bisognerà portare direttamente il testo in Aula con un accordo di maggioranza". Cirinnà ricorda, infatti, che "c'è una maggioranza che ha già approvato il testo alla Camera, compreso un pezzo di FI. Basta ricostruire, laddove ce ne siano le condizioni, quell'accordo in Senato".

La senatrice pentastellata e componente della Commissione Giustizia, Alessandra Maiorino, si dice sorpresa: "La Lega nell’ultimo mese si è scoperta europeista, si è scoperta ecologista, ora si scopre anche sostenitrice dei diritti Lgbt. Ci sembra un po' troppo da credere. Per noi il testo base resta il ddl Zan, votato alla Camera a larga maggioranza. Se continuerà lo stallo in Commissione siamo favorevoli ad un accordo di maggioranza per portare il testo direttamente nell’Aula del Senato. Su temi come l’orientamento sessuale e l’identità di genere non ci si improvvisa. Ricordo che stiamo parlando di persone in carne ed ossa".

Insomma, il ragionamento è: meglio perdere sul campo, in Aula, piuttosto che nelle retrovie, in una commissione rallentata da veti e controveti. Servirebbe una prova di compattezza totale da parte dell'attuale maggioranza.

"Il ddl Zan, come qualsiasi altro testo, non si può imporre  - commenta oggi Ostellari, presidente della commissione Giustizia a Palazzo Madama - Le Commissioni permanenti sono state istituite per lavorare. Fare come se non esistessero, costituirebbe un gravissimo precedente. La democrazia si fonda sul rispetto delle regole. Giovedì, come già anticipato, incardinerò il ddl Zan, stenderò la relazione relativa a tutti i testi sul tavolo e aprirò la discussione in commissione Giustizia. Se qualcuno vuole sfuggire al confronto, lo dica. Ma non mi si accusi di aver rallentato l'iter: la sinistra ha dormito dai primi di novembre fino a gennaio 2021, mentre invitavo i capigruppo a considerare le criticità del ddl. Non lo dice Ostellari, lo dicono le carte" conclude.

Che cos'è il ddl Zan e perché ci sono favorevoli e contrari

Secondo le voci critiche (non tutte di destra, sia chiaro) il ddl Zan è una legge "scritta male", una "proposta pasticciata", un "manifesto ideologico". Si augurano tutti i firmatari di un appello che sta circolando in questi giorni "l'estensione alle persone omosessuali e transessuali delle tutele previste dalla vigente legge Mancino" e si augurano che nasca "presto un provvedimento che combatta in maniera severa l’omotransfobia". Si rischierebbe in caso di approvazione del ddl Zan una sovrapposizione della parola 'sesso' con quella di 'genere' con conseguenze "contrarie all’articolo 3 della Costituzione per cui i diritti vengono riconosciuti in base al sesso e non al genere e non in armonia con la normativa vigente".

Anche un liberale come Marco Taradash è contrario alla legge Zan "perché non credo, e non ho mai creduto, che un aggravio della pena possa risolvere un problema sociale o cambiare il costume - spiega il giornalista ed ex politico - Credo, al contrario di chi reclama la “specificità” dell’omotransfobia, che minacciare più carcere non serva proprio a nulla. Credo che trasformare una lotta di decenni per l’affermazione dei diritti civili e del rispetto delle diversità di ogni genere (…) nella lotta per la tutela statale della diversità sia un passo indietro nella costruzione di una società libera. Sono a favore di una legge “astratta e generale” che punisca più severamente tutti i reati d’odio, vale a dire la violenza compiuta contro una persona non per quello che fa ma per quello che è - continua l'ex deputato - Spero che la moda di reclamare più carcere e più pena non si trasferisca definitivamente dalla destra demagogica agli ambienti culturali e politici che fino ad oggi ne erano rimasti immuni, costretti spesso a confrontarsi contro una destra e una sinistra populiste unite dalle buone o dalle cattive intenzioni contro la cultura del diritto penale liberale".

Interpretazioni. Secondo Alessandro Zan invece c'è "la stessa impostazione della legge reale Mancino, da cui sono state emesse numerosissime sentenze del 1975. E poi l’articolo 4 è chiarissimo: si è liberi di dire quello che vuole, ma no istigare all’odio, la libertà di espressione è garantita purché non sia idonea a creare una condizione di pericolo o violenza. Se io dico che l’omosessualità è un peccato è un'opinione, se dico che la vera famiglia è formata da mamma e papà è un’opinione, dire che i gay devono morire tutti, non è più una opinione". E' in pratica "una legge che si estende a tutte le vittime vulnerabili di crimini d’odio, partendo dalla già esistente legge Mancino". Il tempo della discussione - lunga peraltro - c'è stato. La dialettica parlamentare c'è stata. Ma il traguardo non è così vicino.

"La mia legge contro l'odio difenderà tutti, non solo gli omosessuali" 

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