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Giovedì, 25 Aprile 2024
Decadenza

Decadenza Berlusconi, il "sì" decisivo di Pd, M5S e Sel alla 'cacciata'

Silvio Berlusconi è decaduto. Per prima cosa perché ha frodato lo Stato. Poi per via della Legge Severino. Quindi per via dei voti al Senato di Pd, Movimento 5 Stelle e Sel

Silvio Berlusconi è decaduto. Per prima cosa perché ha frodato lo Stato. Condanna resa definitiva dalla sentenza in Cassazione. Poi, emesso il verdetto ineludibile, per via della Legge Severino, la stessa che il Pdl, quindi Berlusconi (quando c’era il Pdl), ha votato integralmente all’epoca del governo Monti e i tecnici sostenuti bipartisan. Quindi per via dei voti al Senato di Pd, Movimento 5 Stelle e Sel.

Già, al Senato, vista la questione, il dibattito è stato rustico. Clima avvelenato, senatrici di Forza Italia vestite a in nero, a lutto in linea con il pensiero del ‘Capo’ – un giorno che “è un lutto per la democrazia”. E parole di fuoco. Come quelle di Anna Maria Bernini: “Oggi per alcuni è il 25 aprile, la liberazione dal nemico, ma in verità siamo davanti all’8 settembre delle istituzioni democratiche”. Peccato che la Bernini si sia dimenticata che l’8 settembre cominciò il lungo cammino che portò alla Liberazione e all’Assemblea Costituente. A Palazzo Madama, invece, il clima era quello del armiamoci e partiamo….

M5SCon la magistratura paragonata alle BR, con la rissa sfiorata tra gli ex amici Bondi e Formigoni. E con chi ha alzato le mani in favore della decadenza: pregiudiziale dopo pregiudiziale, ordine del giorno dopo ordine del giorno (9 in tutto). Senza che siano mancata le rivendicazioni di merito. Come quelle di Beppe Grillo che su Twitter ha scritto: “Sulla decadenza di Berlusconi il gruppo M5S al Senato ci ha messo la firma”. Prima i meriti poi le motivazioni/accuse che hanno spinto il M5S a votare a favore della ‘cacciata’.

Un lungo elenco che ha preso corpo nell’intervento di Paola Taverna, senatrice grillina: “Si chiude, oggi, impietosamente, una "storia italiana": segnata dal fallimento politico, dall'imbarbarimento morale, etico e civile della Nazione e da una pesantissima storia criminale. Storie che si intrecciano, maledettamente, ai danni di un Paese sfinito e che riconducono ad un preciso soggetto, con un preciso nome e cognome: Silvio Berlusconi. La sua lunga e folgorante carriera l’abbiamo già ricordata in passato: un percorso umano e politico costellato di contatti e rapporti mai veramente chiariti con la Mafia, passando per società occulte, P2, corruzione in atti giudiziari, corruzione semplice, concussione, falsa testimonianza, finanziamento illecito, falso in bilancio, frode fiscale, corruzione di senatori, induzione alla prostituzione, sfruttamento della prostituzione e prostituzione minorile. Insomma un delinquente abituale, recidivo e dedito al crimine, anche organizzato, visti i suoi sodali”.

SEL – Un intervento durissimo, il più duro di tutto il dibattito. Meno duro, ma ugualmente ferma la posizione di Sel che, sulla decadenza, è sempre stata chiarissima. “Sel – ha detto la senatrice Loredana De Petris – voterà per la decadenza del senatore Berlusconi, per restituire credibilità al Parlamento e per far sì che i cittadini sappiano che la legge è uguale per tutti. Ma il berlusconismo non decade con Berlusconi, non viene cancellato da una sentenza: il populismo, la riduzione della politica alla popolarità del leader, la ricerca cinica della ricchezza e del proprio vantaggio a tutti i costi invece del perseguimento del bene comune, sono metastasi che rimarranno tutte qui. La sfida davanti a noi, per Sel e speriamo per tutto il centrosinistra, comincia oggi”.

PD – Ed infine il Pd, che con Berlusconi è stato al governo fino a ieri. Fino a che Romani e Brunetta hanno annunciato per Forza Italia la via dell’opposizione. Un Pd che ha sì temporeggiato, che ha allungato il brodo – per via di fragilità di un governo di cristallo dove si muoveva l’Elefante – ma che ha votato per la decadenza in Giunta e oggi ha confermato la fuoriuscita istituzionale del Cavaliere: “Stiamo assistendo – ha affermato il responsabile Giustizia del Pd, Danilo Leva – a un’escalation con toni sempre più violenti da parte di Berlusconi. Invocare la piazza contro una sentenza emessa da un Tribunale rappresenta un punto di rottura con la storia della Repubblica e con il nostro sistema democratico. E' una strategia che mira a produrre tensione logorando il Paese e che rende Berlusconi sempre più anti-stato. Di fronte a queste parole le forze politiche democratiche hanno il dovere di reagire costruendo un argine in difesa delle istituzioni. Oramai è chiaro che per sfuggire alla legge è pronto a incendiare l’Italia. Cedere al suo ricatto e alle sue minacce, creerebbe un precedente devastante per la tenuta stessa delle istituzioni democratiche”.

Poco dopo è arrivato il commento del segretario del Pd, Guglielmo Epifani: i toni usati da Berlusconi “portano su una strada extraistituzionale molto pericolosa”, che tuttavia “non troverà il consenso dei cittadini”. E ancora: “Chi grida al golpe e minaccia sfracelli sceglie la strada dell’avventura, ma girando il Paese si vede che la stragrande maggioranza dei cittadini capiscono che quella seguita è la strada giusta, l’applicazione della legge”.

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