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Martedì, 16 Aprile 2024
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Decadenza di Berlusconi da senatore: "Non c'è norma che lo possa salvare"

Il senatore Pd Casson è chiaro: "Quello della tenuta del governo, inventando la categoria dell'agibilità politica, è un ricatto". Rotondi: "Se Berlusconi decade ci dimettiamo tutti". Bindi: "Dimissioni in cambio della clemenza". Il caos sta per iniziare

"La decadenza del senatore Berlusconi emerge dalla documentazione processuale e dall'applicazione della legge". Parliamo della legge Severino ribattezzata "anticorruzione" che il senatore Pd Felice Casson, in un'intervista al Fatto Quotidiano, spiega così in relazione al caso Berlusconi.

"C'è una norma chiara, approvata molto di recente e con larga maggioranza, che è la legge anticorruzione del dicembre 2012. Basta leggere quella norma e affiancare il dispositivo della sentenza che condanna il leader del Pdl: la soluzione è lineare e pacifica".

Il che porterà, secondo il senatore Pd, il Senato a votare la decadenza di Silvio Berlusconi. "Non esiste una sola norma - spiega Casson - che possa salvare Berlusconi, né ordinaria, né regolamentare, né costituzionale".

"Allora si fa ricorso a questo ricatto sulla tenuta del governo, inventando la categoria dell'agibilità politica".

Un ricatto, sottolinea il membro della Giunta delle Elezioni, a cui "bisogna opporsi: questo snodo diventa cruciale per il Pd: confido che non ci saranno scherzi", continua Casson.

"Se ci sono persone che vogliono andare contro la Costituzione e salvare il governo, che lo dicano apertamente invece di rifugiarsi nella segretezza del voto. Una volta si chiamavano 'franchi tiratori', io li chiamerei 'franchi traditori' perché sarebbero dei traditori della legge".

ROTONDI - E sulla strada del ricatto continua il Pdl. Queste le parole dell'ex ministro Gianfranco Rotondi: "Con questa legge elettorale siamo eletti attraverso il voto al leader. Se Berlusconi decade, con lui si delegittimano duecento parlamentari e la legislatura si conclude. Le nostre dimissioni da parlamentari saranno inevitabili".

BINDI - "Berlusconi prenda atto dell'imbarazzo in cui rischia di mettere il Parlamento e si dimetta prima della riunione della giunta del Senato". Lo afferma la parlamentare del Pd Rosy Bindi, in un'intervista al quotidiano La Repubblica. Bindi parla di ''un gesto che avrebbe anche questo un grande significato politico: Berlusconi, pur legittimamente criticandola, riconosce la sentenza di condanna e i suoi effetti. Dimettendosi da parlamentare non rinuncia certo a guidare la sua formazione politica ma lo fa da cittadino che rispetta le leggi. A quel punto ritengo che anche per il Capo dello Stato sarebbe più semplice riconoscere quel gesto politico. Non certo con la grazia, che mi pare una strada impraticabile. Ma forse con la commutazione della pena principale".

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