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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Decadenza di Berlusconi, voto segreto o palese: è caos in Giunta

Secondo Nitto Palma: "La corte d'Appello di Milano ha appena detto che l'incandidabilità è una sanzione amministrativa, e pertanto non è retroattiva. Quindi da ragione a noi e non c'è motivo di andare avanti"

E’ cominciata alle 15 la Giunta per il regolamento al Senato. All’ordine del giorno la decisione sul voto palese o segreto di Palazzo Madama sulla decadenza di Silvio Berlusconi. Lavori appena cominciati e subito sospesi. La pausa, breve fanno sapere dalla Giunta, è stata necessaria per approfondire le motivazioni della sentenza della Corte d’Appello di Milano depositate oggi.

Lo ha annunciato il presidente della commissione Giustizia, Nitto Palma del Pdl, spiegando che le motivazioni “definiscono l'incandidabilità una sanzione amministrativa. Il che comporta come conseguenza la sua irretroattività, in base alla legge del 1981. Il fatto è di rilievo – sottolinea Palma – non apparendo più l’urgenza per chi vuole il voto palese. La sentenza della Corte d'Appello di Milano si allinea con le doglianze del Pdl”.

AVANTI CON I LAVORI La Giunta, al contrario di quanto affermato da Nitto Palma, sta proseguendo il suo lavoro. Ne danno notizia componenti Pd della giunta. E’ vero che il Pdl ha chiesto di sospendere i lavori per via delle motivazioni della sentenza di Milano sulla pena accessoria dell'interdizione che definisce la decadenza una sanzione amministrativa, ma la giunta è ancora riunita per esaminare il caso e decidere il da farsi. Nel frattempo è arrivato al Senato Karl Zeller in ritardo per colpa dello sciopero degli aerei.

CASO ZELLER – Karl Zeller è giunto a Palazzo Madama per partecipare ai lavori della Giunta. L’assenza di Zeller ha causato un bel trambusto questa mattina tra i componenti della giunta, in quanto la sua mancanza avrebbe determinato in linea teorica una situazione di sostanziale parità in giunta sul voto palese, parità che si sostanzia in un voto negativo. Il grosso ritardo di Zeller è dovuto al fatto che il senatore non era informato dello sciopero degli aerei che ha determinato la cancellazione del suo volo per Roma, costringendolo a una maratona via macchina e poi via treno ed al suo arrivo alle 15,50, quando la riunione era convocata per le 15.

GIUDICI: SPETTA AL PARLAMENTO APPLICARE LA SEVERINO – L’autorità “competente” ad “irrogare” la “sanzione” della decadenza e della incandidabilità sulla base della Legge Severino è “l’autorità amministrativa”, ossia “la Camera di appartenenza” del condannato. Lo scrivono i giudici della Corte d’Appello di Milano, i quali, respingendo un’eccezione di costituzionalità formulata dalla difesa di Silvio Berlusconi, chiariscono anche che l’interdizione dai pubblici uffici, sanzione “penale”, è ben distinta dalla “sanzione” della legge Severino.

LEVA (PD), POLEMICHE INDEGNAE – “E’ vero che l’ordinamento riconosce all’imputato il diritto di ricorrere in Cassazione ma il Pdl si astenga da polemiche pretestuose e indegne. Stiamo parlando di un leader politico già presidente del Consiglio definito come ‘ideatore, organizzatore del sistema e fruitore dei vantaggi relativi’. Le sentenze sono conseguenza dei processi, così come è previsto in uno stato di diritto, non si riscrivono a seconda delle persone imputate o delle convenienze politiche del momento. Se una macchia esiste è quella che ha lasciato Silvio Berlusconi sulle istituzioni e sul Paese e sulla sua credibilità. Un esempio non certo edificante per le nuove generazioni”. Lo afferma Danilo Leva, responsabile giustizia del Pd.

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