Ministro Lamorgese e sottosegretario Molteni, difficile convivenza al Viminale
Già volano gli stracci, seppur a distanza, tra il Ministro dell'Interno Lamorgese e il nuovo sottosegretario, che rivendica con fierezza quei decreti sicurezza ritoccati invece dalla numero uno dell'Interno

Decreti sicurezza, la posizione di Molteni
I decreti sicurezza un errore? "Mai. Li rivendico con orgoglio e dignità. - dice il sottosegretario - Sono stati strumenti non solo di sicurezza ma di legalità e civiltà”. E se la Lega chiederà di reintrodurre le norme abrogate, "lo decideranno i segretari di partito con il presidente del Consiglio. - prosegue Molteni - I porti vanno difesi, come il confine e come le frontiere, come fanno tutti gli altri Paesi europei. L'immigrazione va governata e regolata. Per le Ong ci sono un codice di condotta, un accordo con la Guardia costiera libica e un memorandum del 2017 fatti dal ministro del Pd Minniti nel governo Gentiloni, quindi credo ci sia la possibilità di dialogo e confronto”. Una posizione intransigente quella del leghista, che però alla fine si dimostra pronto al dialogo costruttivo.
Decreti sicurezza, Zingaretti alla direzione Pd
Non usa mezzi termini invece il segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti che, alla direzione del Pd, parla di obbrobrio giuridico: “Non ero segretario del Pd, ma lo ricordo bene. I decreti Lamorgese sono stati approvati da questo stesso Parlamento e non ci ha regalato niente nessuno. Nel 2020, grazie al lavoro del governo e del sottosegretario Matteo Mauri, sono stati approvati quei provvedimenti. Facendo politica e costruendo alleanze parlamentari, nello stesso parlamento abbiamo ribaltato gli esiti di leggi rendendo un servizio al Paese".