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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Fino a 30 anni per gli scafisti, cosa prevede il nuovo decreto immigrazione del governo

La bozza del provvedimento che sarà approvato nel consiglio dei ministri di Cutro

Stretta sui trafficanti, con relativo inasprimento delle pene che li riguardano, e una nuova gestione dei flussi di immigrati regolari sono il "cuore" del cosiddetto "decreto immigrazione" sul quale il governo è al lavoro nel consiglio dei ministri straordinario di Cutro. Per gli scafisti previsto un inasprimento delle pene fino ai 30 anni nel caso che procurino la morte di più persone. Nel provvedimento inoltre sono previste anche misure per la semplificazione e accelerazione delle procedure di rilascio del nulla osta al lavoro.

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La stretta sui trafficanti di vite umane

Giro di vite, dunque, sui trafficanti di vite umane. Con pene che salgono in maniera esponenziale, fino ad arrivare a 30 anni per chi provoca la morte, come nella strage nel piccolo comune calabro. Più in generale, per chi tenta un business trafficando vite umane sui nostri mari le pene salgono a 16 anni. Questo stando alla bozza del Dl esaminato dal pre-consiglio dei ministri, di questa mattina a palazzo Chigi.

Nello specifico, "chiunque, in violazione delle disposizioni del presente testo unico, promuove, dirige, organizza, finanzia o effettua il trasporto di stranieri nel territorio dello Stato ovvero compie altri atti diretti a procurarne illegalmente l'ingresso nel territorio dello Stato, ovvero di altro Stato del quale la persona non è cittadina o non ha titolo di residenza permanente, quando il trasporto o l'ingresso sono attuati con modalità tali da esporre le persone a pericolo per la loro vita o per la loro incolumità o sottoponendole a trattamento inumano o degradante, è punito con la reclusione da venti a trenta anni se dal fatto deriva, quale conseguenza non voluta, la morte di più persone. La stessa pena si applica se dal fatto derivano la morte di una o più persone e lesioni gravi o gravissime a una o più persone", si legge nella bozza.

"Se dal fatto deriva la morte di una sola persona, si applica la pena della reclusione da quindici a ventiquattro anni. Se derivano lesioni gravi o gravissime a una o più persone, si applica la pena della reclusione da dieci a venti anni". Più in generale, per chi organizza il traffico di migranti sui nostri mari le pene passano dagli attuali 'da uno a cinque anni' ai 'da due a sei anni'. Se poi il traffico riguarda un gruppo di 5 o più migranti le pene passano 'da cinque a quindici anni' a 'sei fino a sedici anni'. Invariate le multe, che restano a 15 mila euro per ogni migrante fatto salire illegalmente a bordo.

Decreto Flussi

Il decreto immigrazione prevede anche una parte relativa ai flussi, questo è quanto si legge nella bozza: "Per il triennio 2023-2025, le quote massime di stranieri da ammettere nel territorio dello Stato per lavoro subordinato, anche per esigenze di carattere stagionale e per lavoro autonomo, sono definite, in deroga alle disposizioni dell'articolo 3 del decreto-legislativo 25 luglio 1998, n. 286, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri". Quindi il numero di migranti che potranno entrare nel nostro paese verrà stabilito con decreti triennali. Ulteriori decreti flussi potranno essere adottati qualora "se ne ravvisi l'opportunità".   

Secondo la bozza, inoltre, "al fine di prevenire l'immigrazione irregolare, con i decreti di cui al presente articolo sono assegnate, in via preferenziale, quote riservate ai lavoratori di Stati che, anche in collaborazione con lo Stato italiano, promuovono per i propri cittadini campagne mediatiche aventi a oggetto i rischi per l'incolumità personale derivanti dall'inserimento in traffici migratori irregolari". Insomma saranno premiati quegli stati che in qualche modo informeranno i propri cittadini sui rischi connessi all'affidarsi a viaggi "clandestini" organizzati da scafisti e trafficanti di essere umani. 

Fini "boccia la sua legge"

Intanto Gianfranco Fini giudica superata la legge che porta il suo nome, la famigerata "Bossi-Fini": "La legge che porta il mio nome - dice in un'intervista al Giorno -  è una legge datata ed è arrivato il momento di cambiarla". "Siamo in presenza di un fenomeno emergenziale straordinario e lo scenario è radicalmente diverso rispetto all'anno in cui fu varata la legge", spiega l'ex ministro degli Esteri aggiungendo: "Il mondo è cambiato, un tempo il punto erano i cosiddetti migranti economici ed erano pochi quelli che chiedevano asilo. Oggi, e lo leggo dalla lettera della von der Leyen, la dimensione dell'immigrazione riguarda tutta l'Europa e quella parte del mondo che vive in condizioni economiche migliori rispetto a quell'altra grande parte, che vive in condizioni disastrose".

Per Fini, insomma, "sono aumentati enormemente i casi in cui il diritto d'asilo è davvero motivato, ergo non c'è dubbio che non si possa più affrontare questo scenario con una legge datata". L'ex leader di An prosegue: "Nonostante i molti governi di centrosinistra, la mia legge è rimasta perché era in sintonia con la Turco-Napolitano, nel prevedere che il permesso di soggiorno potesse essere dato a quei migranti che dimostravano di poter avere un reddito da lavoro. Da qui discende il sistema delle ''quote'', previste per far entrare gli stranieri che, secondo le previsioni delle prefetture, sono necessari all'economia".

Le critiche del Pd

Stefano Bonaccini, presidente dell'Emilia Romagna ed esponente di primo piano del Pd, attacca l'esecutivo: Questo governo "si sta mostrando totalmente inadeguato" nelle politiche di gestione dei migranti, "stanno smentendo quello che hanno propagandato, dimostrandosi impreparati e inaffidabili", ha detto.
"Possiamo anche chiedere le dimissioni del ministro" Piantedosi, ma "il tema è che dobbiamo pretendere il cambio della linea politica sulla gestione dei migranti e su questo essere molto netti", ha osservato.

A sostegno dell'esecutivo, invece, le parole di Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera:  "Noi abbiamo un'idea di immigrazione diversa rispetto a quanto esprimono alcuni osservatori politici anche oggi sui media. Non abbiamo mai confuso situazioni umanitarie con l'immigrazione clandestina - che tuttora esiste in maniera massiccia - che è fonte di preoccupazione ed è spesso il braccio della criminalità organizzata".

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