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Giovedì, 25 Aprile 2024
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"Salva Roma"? No, salva tutti: il decreto che fa piovere milioni

E' assalto ai milioni del dl "salva Roma", quello che avrebbe dovuto mettere una toppa all'enorme debito della Capitale. Soldi per la Calabria e la Puglia, fondi a Padre Pio e per i semafori: una valanga di misure che nulla ha a che vedere con Roma

ROMA - C'era una volta una Capitale da salvare. Una Capitale con un buco di bilancio, centesimo più centesimo meno, di 864 milioni di euro. Sì, c'era. Perché i parlamentari tutti sembrano avere dimenticato che il dl "salva Roma" sia nato proprio per mettere una toppa grande grande ai debiti dell'amministrazione capitolina. Così il decreto si è presto trasformato in un treno stracarico di emendamenti e norme che poco, anzi niente, hanno a che vedere con la situazione di Roma. 

A "spulciare" il "salva Roma" è stato Sergio Rizzo del Corriere della Sera e il risultato è da brividi. Tante le pagine dedicate alla Capitale, tantissimi i milioni destinati un po' qua e un po' la in giro per il Paese. Venti milioni sono stati stanziati per tappare i buchi del trasporto pubblico calabrese, ventitré per i treni valdostani. Mezzo milione è stato "regalato" al Comune di Pietrelcina, paese di Padre Pio. Un milioncino se lo sono aggiudicate le scuole di Marsciano, in Umbria. Un altro è stato disposto per il restauro del palazzo municipale di Sciacca. 

Finita qui? Neanche per sogno. Cinquecentomila euro freschi freschi daranno alla torre anticorsara di Porto Palo un bel aspetto rinnovato. Un milione va Frosinone, tre a Pescara, venticinque addirittura a Brindisi. 

Ancora: norme per il Teatro San Carlo di Napoli e la Fenice di Venezia, una minisanatoria per i chioschi sulle spiagge, disposizioni sulle slot machine, sulle isole minori, sulla Croce Rossa, sul terremoto dell’Emilia-Romagna, sui beni sequestrati alla criminalità organizzata. E "dulcis in fundo" l’istituzione di una sezione operativa della Direzione investigativa antimafia all’aeroporto di Milano Malpensa per prevenire le infiltrazioni mafiose nell’Expo 2015. 

La vera perla, però, è il passaggio del Senato che si concentra sulle lanterne semaforiche: i semafori. "Nelle lanterne semaforiche, a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, le lampade ad incandescenza, quando necessitino di sostituzione, devono essere sostituite con lampade a basso consumo energetico, ivi comprese le lampade realizzate con tecnologia a Led". Dopo i tanti milioni "regalati" i senatori hanno avuto il buon senso, si fa per dire, di mettere nero su bianco che da oggi le lampade dei semafori, quando scariche, vanno sostituite con Led a basso consumo. In tempi di crisi è importante risparmiare. Per i semafori, s'intende. 

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