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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica Palermo

In fila all'anagrafe ribelle, condannati a diventare clandestini: "Perché questo accanimento?"

C'è la fila di richiedenti asilo all'anagrafe di Palermo mentre i dipendenti comunali si chiedono: "Come possiamo disapplicare una legge dello Stato?". E pur attenendosi alle disposizioni del sindaco Orlando non possono garantire alcunché agli stranieri

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All'Ufficio Anagrafe di Palermo questa mattina due uomini si sarebbero presentati per comprendere come si stanno comportando i dipendenti comunali dopo che lo scorso 21 dicembre il sindaco Leoluca Orlando aveva deciso di non applicare il decreto sicurezza.

Secondo quanto riportato dagli impiegati dell'ufficio comunale si sarebbero qualificate come forze dell'ordine. "Hanno chiesto – spiegano gli impiegati – cosa accade quando vogliamo regolarizzare la posizione di un richiedente asilo. Quali sono le procedure che stiamo seguendo".

Il punto contestato della normativa è quello relativo all'iscrizione anagrafica dei migranti, che - secondo il primo cittadino panormita - sarebbe viziato di incostituzionalità.

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La visita all'ufficio anagrafe di Palermo che secondo l'Ansa sarebbe stata compiuta da uomini della Digos si tinge di giallo: nonostante le conferme giunte da Palermo la notizia del "blitz" è stata smentita dagli uffici della questura. "Una notizia destituita di ogni fondamento - fanno sapere - nessun dipendente della locale Digos ha fatto accesso oggi in questi uffici comunali"

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Il sindaco di Palermo "sospende" il decreto Salvini

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Ma all'Ufficio Anagrafe di Viale Lazio è continuo il via vai: decine gli immigrati, donne e uomini, molti dei quali giovanissimi, chiedono informazioni e cercano di capire che cosa accadrà non appena scadrà il loro permesso umanitario. Come spiega Elvira Terranova per Adnkronos, negli uffici gli impiegati sono perplessi e non lo nascondono. 

Il capoarea dell'Ufficio, Maurizio Pedicone, ha invitato i funzionari e gli impiegati degli uffici ad attuare la disposizione del primo cittadino. E da oggi tornano le prenotazioni per i richiedenti asilo ed i titolari di permessi di soggiorno per motivi umanitari, non più rinnovabili, tranne casi speciali previsti dalla legge voluta dal ministro Matteo Salvini.

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Il blocco dell'iscrizione all'anagrafe era scattato con una circolare del Prefetto De Miro, il 31 ottobre dello scorso anno, inviata ai sindaci e ai commissari dei Comuni della Città metropolitana dopo il decreto Salvini del 4 ottobre scorso e prima ancora che venisse convertito in legge.

Ma c'è scetticismo tra gli addetti al Servizio anagrafe di viale Lazio. Qualcuno parla ma solo dietro l'anonimato "per evitare camurrie (problemi ndr)". "Come possiamo disapplicare una legge dello Stato? - si chiede una addetta - Allora domani mi alzo e faccio l'anarchica?". E spiegano che anche se da oggi sono stati riavviate le prenotazioni, "non è detto che poi la richiesta dei richiedenti venga accolta...".

Intanto, fuori dagli uffici Anagrafe piove a dirotto e tanti sono i richiedenti asilo che chiedono informazioni, cercando di capire cosa accadrà loro in futuro.

C'è Mamu, un ragazzo del Togo di 25 anni che vive in Italia da un anno e mezzo, ma anche Keila che di anni ne ha 21 e il cui permesso di soggiorno scade il 10 gennaio. Tra pochi giorni sarà un "clandestino". "Non potrò più avere un lavoro - dice - accedere a un servizio. Come devo fare? Non ho fatto nulla di male. Perché questo accanimento contro di noi?". Accanto a loro c'è anche Mohamed, del Ghana, che ha 30 anni, è in Sicilia dall'aprile del 2017, proveniente da Palermo, e non parla ancora bene l'italiano.

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