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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Rincari per fumo e benzina ma l'Europa boccia il piano anti-deficit

"Il terremoto costa un miliardo, i migranti quattro, impossibile ridurre il deficit pubblico". Ma alla Commissione Europea che chiedeva un aggiustamento da 3,4 miliardi non è piaciuto il piano del ministro Padoan che oltre a nuove accise contiene solo generici impegni a definire misure "più avanti in primavera"

Tra Europa e Italia è calato il gelo istituzionale: oltre le formalità "Caro Valdis, Caro Pierre", con cui inizia la lettera con cui il ministro Padoan ha trasmesso alla Commissione europea il piano di rientro del debito pubblico italiano all'interno dei parametri comunitari, a Bruxelles c'è sorpresa mista a diffidenza rispetto alla risposta italiana.

"Iniziative non soddisfacenti". Dalla Commissione filtrano indiscrezione che parlano di commissari sorpresi da un piano che punta a spostare nel tempo iniziative di politica economica in grado ci colmare il saldo di bilancio previsto per il 2017.

E ora l'ipotesi di una procedura di infrazione da parte della Ue "allarma" il Governo. Lo stesso ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, rispondendo a un'interrogazione parlamentare al Senato, ha sottolineato come sia indispensabile evitare l'apertura di tale procedura. La procedura comporterebbe una riduzione di sovranità sulle scelte di politica economica e soprattutto costi ben superiori per la finanza pubblica del Paese".

Nella lettera iniviata dal ministro dell'economia Pier Carlo Padoan al vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis e al commissario agli affari economici Pierre Moscovici, il governo italiano ha indicato un generico impegno a misure di bilancio senza alcuna cifra e senza il calendario sui tempi di adozione di una manovra correttiva di almeno lo 0,2% del Pil come invece richiesto dalla Commissione che il 17 gennaio scorso. 

L'Italia aveva due strade: fare muro contro muro per scardinare la politica dell'austerità comunitaria o trovare 3,4 miliardi per ridurre il deficit pubblico con una mini-manovra bis fatta tutta di tasse e aumenti. Il premier Paolo Gentiloni e Padoan hanno scelto la terza, assai più timida: rinviare il problema. 

Per tentare di non irritare i rigidi revisori dei conti pubblici nel programma indicato dall'Italia si indicano interventi immediati prevedendo aumenti alle accise e sulle sigarette. Il resto sono tutte misure a medio-lungo termine come le classiche "misure di contrasto dell'evasione fiscale", l'estensione della inversione contabile dell'Iva. Tra le giustificazioni poste dall'Italia una lunga disamina di oltre 80 pagine di come una manovra correttiva danneggerebbe l'economia provata anche da costi extra per oltre un miliardo di euro a causa del terremoto del Centro Italia.

Ora Bruxelles risponderà con valutazione il 13 febbraio: il rischio di far seguire alla lettera di richiamo l'avvio di una procedura di infrazione. "Abbiamo ricevuto la lettera, ora la valuteremo", ha affermato la portavoce Annika Breidthardt aggiungendo alla discussione si aggiungerà la conformità o meno dei conti italiani con il patto di stabilità e di crescita, nuovamente evocata da Padoan nella sua lettera di risposta all'Ue.

Conti in rosso: il terremoto costa 1 miliardo, migranti più di 4

Nella missiva Padoan sottolinea che il governo intende procedere sulla "strada della crescita, del consolidamento e delle riforme strutturali" senza alcuna "eccessiva accelerazione" che "potrebbe compromettere l'economia in un momento di incertezza economica e geopolitica". "L'ammontare generale dello sforzo strutturale per riprendere il percorso verso l'obiettivo di medio termine sarà composto per circa un quarto da tagli di spesa e per la parte restante da aumenti di entrate", spiega il Ministero dell'Economia.

Nel prossimo Documento di economia e finanza verranno indicati i tagli di spesa attraverso un nuovo programma di spending review e per il 10% da una limatura degli sconti fiscali, interventi sulle imposte indirette, inoltre proporrà aumenti su una o più categorie di accise e rafforzamento delle politiche recentemente adottate che hanno portato risultati soddisfacenti, in particolare sull'Iva reverse charge e split payment. 

Il governo inoltre confida che il Pil dell'Italia nel 2016 sarà superiore allo 0,8% stimato dal Tesoro.

Escluso l'aumento dell'Iva, si punterà soprattutto sull'ampliamento del regime del reverse charge, meccanismo con cui l'obbligo di versare l'Iva passa da chi acquista il bene o servizio a chi lo fornisce) ad altri settori che potrebbe portare nelle casse dello Stato fino a un miliardo e sullo split payment, strumento che elimina la rivalsa dell'Iva a favore del fornitore e pone gli obblighi di versamento in capo al cliente/ente pubblico. 

Inoltre l'Italia rimarca i costi per la gesione dell'emergenza migranti che il Governo stima possano arrivare fino allo 0,24% del Pil, ovvero circa 4,2 miliardi. 

Leggi anche: Migranti, l'Ue batte un colpo: "È ora di chiudere la rotta dalla Libia all'Italia"

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