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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Cannabis per uso terapeutico, la depenalizzazione è a un passo

Il Consiglio dei ministri vara il decreto legislativo che depenalizza le violazioni sull'utilizzo terapeutico della cannabis. La coltivazione per uso personale resta un reato penale

Cannabis, l'Italia si mette al passo di tanti paesi che in Europa e nel mondo l'hanno già depenalizzata per uso terapeutico? Forse è oggi il giorno decisivo per un primo minuscolo passa avanti. Il Consiglio dei ministri convocato per venerdì a palazzo Chigi, potrebbe varare il decreto legislativo che depenalizza le violazioni sull'utilizzo terapeutico della cannabis.

Nei giorni scorsi il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, aveva già precisato che non ci sarebbe stata "alcuna depenalizzazione della coltivazione per uso personale effettuata dagli stessi consumatori. Il decreto legislativo che il governo si appresta ad emanare per esercitare la delega che gli è stata data dal Parlamento riguarda chi, autorizzato a coltivarla per uso terapeutico, ne viola le prescrizioni cui l'autorizzazione è subordinata. La coltivazione per uso personale fatta dagli stessi consumatori resta un reato penale", aveva spiegato il Guardasigilli. In sintesi, la norma depenalizza i reati relativi al regime autorizzatorio per la coltivazione di cannabis terapeutica che passano così da illeciti penali ad amministrativi. Fonti di governo precisano che non si tratta della liberalizzazione della coltivazione della marijuana ma che riguarda solo i soggetti autorizzati alla coltivazione terapeutica.

Cambiamenti minimi dunque, il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha già chiarito che la norma riguarda solo i soggetti già autorizzati a coltivare cannabis per uso terapeutico che violino le prescrizioni; intervenendo sul codice per portare il reato in questione, ovvero la violazione della prescrizione per chi ottiene l'autorizzazione alla coltivazione a scopo terapeutico, a semplice illecito amministrativo, si sgravano i tribunali di un carico di lavoro importante mantenendo però la stessa sanzione pecuniaria.

"Le misure di depenalizzazione sulla cannabis annunciate dal governo sono assolutamente insufficienti, di fatto irrilevanti, e non devono quindi trarre in inganno. Quanti sono i soggetti in Italia autorizzati a coltivare cannabis per uso terapeutico? L'Italia continua ad avere una normativa proibizionista obsoleta. E' ora che sulla cannabis governo e parlamento si diano una mossa". Lo hanno affermato in una dichiarazione congiunta Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista - Sinistra Europea, e Maurizio Acerbo, della segreteria di Rifondazione Comunista 

"E'moralmente inaccettabile - hanno aggiunto- che in gran parte d'Italia il servizio sanitario non garantisca l'accesso ai farmaci e preparati galenici a base di cannabinoidi e il ritardo nel predisporre una produzione e una distribuzione che consentirebbero enormi risparmi nella spesa farmaceutica. E' ora di porre fine alla persecuzione e alla criminalizzazione dei consumatori di cannabis, costringere nell'illegalità milioni di cittadini giovani e meno giovani serve solo ad alimentare i circuiti criminali. Sulla cannabis il governo si dia una mossa e la smetta di favorire le narcomafie".

Nel pacchetto depenalizzazioni (una delega al governo da esercitare prima della scadenza prevista entro pochi giorni), dovrebbe esserci anche la guida senza patente, con un considerevole aumento della sanzione pecuniaria fino a 30mila euro.

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