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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Il deputato che si autodenuncia: "Passerò il Natale con mio figlio che abita in un altro Comune"

Il discorso di Renzo Tondo in Aula alla Camera: "Dal governo decisioni strane, a Roma ci si può muovere all'interno di 40 chilometri". Ma l'esecutivo ribadisce: nessuna deroga al decreto

"Oggi voglio fare un atto di denuncia, mi autodenuncio. Voglio capire se c’è ancora la volontà di riformare alcune decisioni strane che avete preso per Natale e per Capodanno. Io il giorno di Natale desidero andare a pranzo da mio figlio, che abita a quattro chilometri di distanza da casa mia, in un altro comune. Ci andrò sperando che prima cambiate decisione". Lo ha detto il deputato del Gruppo Misto Renzo Tondo intervenendo in Aula alla Camera dopo le comunicazioni del premeri Conte sul possimo Consiglio Ue. Tondo ha esortato il governo a intervenire sul divieto agli spostamenti nei giorni festivi, una scelta già contestata da alcuni governatori, dalle province e dall'opposizione. "Consentite ai cittadini di muoversi e di avere pari dignità, perché a Roma uno può muoversi all'interno di 40 chilometri e in un paesino della periferia delle Terre Alte, all'interno di quattro chilometri, non fa altro che passare dal prato al bosco", ha detto ancora il deputato. 

Spostamenti tra comuni a Natale: dal governo nessuna deroga

Ma il suo appello si è rivelato vano. Il governo è infatti intenzionato ad andare per la sua strada. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha ribadito che "le misure sono queste e le confermiamo e le norme restano queste. In questa fase non possiamo permetterci spostamenti che non siano indispensabili e il messaggio del governo vuole essere questo: nei giorni più caldi, dove c'è più rischio che salga la mobilità, chiediamo un sacrificio alle persone".

Posizione condivisa anche dal viceministro dell'Interno Matteo Mauri. "Le regole non cambiano. A meno che la curva dei contagi non cambi radicalmente in pochi giorni, le regole che abbiamo stabilito sono quelle e quelle devono rimanere. Non è una questione formale ma sostanziale, capisco che chi abita nei centri più piccoli guardi a chi vive nelle grandi città e ha maggiore libertà di movimento, ma la verità è che i due terzi degli italiani risiede proprio nei comuni medi e piccoli: di conseguenza, se si dovesse lasciare libertà di circolazione tra i comuni la maggioranza dei cittadini sarebbe libera di spostarsi. Senza contare che sono tantissimi, ad esempio, quelli che vivono nelle grandi città e hanno parenti fuori: farebbero lo stesso".

Le regole sugli spostamenti tra comuni nei giorni di festa non cambiano: nessuna deroga dal governo

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