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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Alessandro Di Battista scarica Draghi contro Grillo, Conte e Di Maio

Ieri l'apertura dei big del MoVimento 5 Stelle aveva tolto la parola all'ala barricadera dei grillini. Poi un post pubblicato alle 2 di notte dell'ex deputato va all'attacco del presidente del consiglio incaricato

Prima il silenzio glaciale dopo l'apertura di Giuseppe Conte e di Luigi Di Maio. Poi, dopo le notizie su Beppe Grillo in partenza per Roma deciso a far cambiare idea ai parlamentari del MoVimento 5 Stelle e al telefono per due ore con Mario Draghi, Alessandro Di Battista rompe gli indugi e va all'attacco del presidente del Consiglio incaricato anche se nel suo post su Facebook non nomina mai gli altri esponenti del M5s. 

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Il post pubblicato alle 2 e 32 di notte è però ancora interlocutorio: "Ogni ora che passa, per quanto mi riguarda, si aggiungono ragioni su ragioni per dire NO a Draghi. Si dice: “non sarà un governo tecnico ma un governo politico”. Benissimo. Allora ragioniamo di politica", esordisce. Poi continua: "C'è chi si batte da 906 giorni, ovvero dal 14 agosto del 2018 (giorno della Strage di Genova), per revocare le concessioni autostradali ai Benetton. Davvero qualcuno crede che Draghi, colui che, da Direttore generale del Tesoro, assegnò le concessioni autostradali ai Benetton, possa revocarle? C'è chi combatte per l'istituzione di una banca pubblica di investimento. Pensate davvero che Draghi, uomo legato a doppio filo alla Goldman Sachs possa realizzarla? Io credo che sia indispensabile un durissimo provvedimento sul conflitto di interessi che proibisca, per legge, consulenze (o conferenze ben retribuite) a politici ed amici della politica. Si potrà mai approvare una legge del genere con Renzi al governo, per giunta rafforzato politicamente, che si sta arricchendo a dismisura grazie a conferenze estere strapagate? Pensate che sarà possibile portare avanti battaglie sulla legalità e sulla giustizia stando al governo con Berlusconi? E ancora. C'è chi crede nei beni pubblici, nella scuola pubblica, nella sanità pubblica. Secondo voi i Calenda e le Bonino, sponsor delle privatizzazioni, saranno d'accordo? E chi sostiene interventi per le piccole medie imprese crede davvero che un governo che nasce con la benedizione di Confindustria li sosterrà? Governo politico è una parola che non ha alcun senso in questo scenario. Cosa c'è di Politico nel governare con PD, LEU, Forza Italia, Più Europa, Centro Democratico e, probabilmente, Lega Nord? Ci sarà qualche “politico” dentro. Un numero, tra l'altro, decisamente inferiore a quel che si immaginano molti sostenitori del sì a Draghi. Ma di politico non vi sarà nulla". 

Il finale contiene una previsione facile, quella su Draghi presidente della Repubblica: "Draghi, nei primi mesi di luna di miele concessa da una pubblica opinione stremata da un anno di pandemia, si dedicherà al piano vaccinale e a mettere nero su bianco un Recovery gradito ai potentati che lo incensano. Nulla più. Poi, senza colpo ferire, si farà eleggere Presidente della Repubblica. D'altro canto non avrebbe mai accettato senza questa garanzia. A quel punto ci si renderà conto che il "governo dei migliori" come già viene definito, era solo l'inizio della restaurazione. Un film già visto". E quindi: "Opporsi a questo scenario è l'unica scelta, propriamente politica, che si possa fare".

Le strade che portano al governo Draghi e la possibilità di un Conte-Ter mascherato (con il rischio che salti tutto)

Il M5s e il sì a Draghi

La lunghissima assemblea di ieri ha restituito, secondo l'AdnKronos, la fotografia di un Movimento frammentato. Ed è soprattutto Palazzo Madama il luogo in cui il sì a Draghi incontra maggiori resistenze. "Sì a Conte e no a Draghi... la stragrande maggioranza del gruppo M5S al Senato è per il no a Draghi", conferma ai microfoni di 'Fanpage' il senatore Elio Lannutti: "Un governo politico con l'ex presidente della Bce è un'illusione. Ricordo il 2011, la macelleria sociale con Monti. Per me Draghi è peggio". Sulla stessa lunghezza d'onda il collega Alberto Airola: "Chi crede che si possa creare un governo politico vero, è cieco o vede in modo sfocato, lo scenario politico attuale... Il progetto Mattarella-Renzi-Draghi -scrive su Facebook il senatore piemontese- ha come scopo un governo di fatto tecnico. Di politico, se proprio lo vogliamo chiamare così, saranno disponibili poche caselle ministeriali". Nel pomeriggio, secondo quanto si apprende, sarebbe stata convocata una riunione congiunta dei direttivi di Camera e Senato con l'obiettivo di trovare la quadra e scongiurare, così, una clamorosa spaccatura interna. Non sarà facile, perché i parlamentari ostili a Draghi promettono battaglia, soprattutto nelle chat interne. "Secondo me -attacca il deputato Francesco Forciniti- non c'è ancora la piena consapevolezza di ciò che sta succedendo... Ora si tratta di scegliere se difendere la dignità o stare dall'altra parte per permettere a un paio di noi di essere chiamati ministro". E rincara: "Governeremo in un colpo solo con Renzi, Berlusconi e Draghi. Un incubo". "Il teatrino di questi giorni è un insulto all'intelligenza collettiva... Prendiamo una strada e che sia quella", gli fa eco Francesco Berti. 

Malumori che si sommano a quelli emersi ieri in assemblea. "Il mio è un no secco a Draghi. Il mio voto, un governo con Draghi premier non lo avrà mai", ha rimarcato la senatrice Elisa Pirro. "Sarà un finto governo di scopo", la posizione della collega Orietta Vanin, che invita "tutti ad avere uno scatto d'orgoglio e dire una volta per tutte che non cediamo ai ricatti". "Sono assolutamente contraria al governo tecnico e in particolare al nome di Draghi, che è la negazione di tutte le nostre battaglie", ha invece affermato la deputata Emanuela Corda durante la riunione in videoconferenza. In generale, però, nel Movimento la nascita del governo Draghi viene ormai considerata una strada obbligata. Il nodo da sciogliere riguarda l'impronta politica che verrà data alla futura squadra. "Tranne Meloni, sono tutti più o meno con Draghi. I partiti saranno coinvolti e non ci sarà governo più politico di quello di Draghi", assicura all'Adnkronos il senatore M5S Primo Di Nicola. "Dovremo scegliere se abbandonarlo al centrodestra -prosegue il giornalista- oppure accettare la sfida condizionando e recitando anzi un ruolo da protagonisti per gestire le immense risorse del Recovery Fund e tutte le altre partite connesse con i bisogni e i diritti dei cittadini". Alle consultazioni di sabato la delegazione M5S porterà i suoi temi e "le sue battaglie", scandisce il reggente pentastellato Vito Crimi. A partire dal reddito di cittadinanza che per il Movimento resta "un punto fermo": "Sento già qualcuno appellarsi al presidente incaricato affinché tolga il reddito di cittadinanza... Abbiamo lottato con tutte le nostre forze per realizzarlo e, invece che affossarlo -scrive sui social Crimi-, dobbiamo portarlo definitivamente a termine completando il versante delle politiche attive del lavoro". Il M5S "parteciperà costruttivamente, a testa alta e con coerenza rispetto ai valori di sempre, alle consultazioni del neo-incaricato presidente Draghi", dichiara il guardasigilli uscente Alfonso Bonafede. Luigi Di Maio ha ringraziato il premier uscente Conte "per la sua responsabilità istituzionale" e rivolto un appello al M5S: "E' proprio in queste precise circostanze che una forza politica si mostra matura agli occhi del Paese".

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