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Martedì, 23 Aprile 2024
Parole al veleno

Di Maio fa irritare il Cremlino nelle ore più delicate

Le parole del ministro degli esteri italiano alle Camere non sono piaciute al suo omologo russo

"E' una strana idea di diplomazia è stata creata per risolvere situazioni di conflitto e alleviare la tensione, non per viaggi vuoti in giro per i Paesi e degustare piatti esotici a ricevimenti di gala. I partner occidentali devono imparare a usare la diplomazia in modo professionale". Parole mortificatorie quelle che arrivano dal ministero degli Esteri della Russia, che bolla così le dichiarazioni di Luigi Di Maio nel corso dell'informativa di questa mattina al Senato, durante la quale, parlando della possibile missione a Mosca di Mario Draghi, ha detto che potranno esserci incontri bilaterali con i vertici russi fino a che non ci sarà un allentamento della tensione.

Il ministro degli esteri italiani aveva infatti riferito alle Camere sulla crisi ucraina annunciando che, come d’accordo con lo stesso Premier Mario Draghi, non ci sarebbero stati “nuovi incontri bilaterali con i vertici russi finché non arriveranno segnali di allentamento della tensione”. Di Maio parlava del fatto che, se in un primo momento era stato annunciato un incontro fra il presidente del Consiglio italiano e il presidente russo Putin, questo è stato annullato. Ma le dichiarazioni di Di Maio non sono piaciute all'omologo dell'Est Europa. 

Mosca ha risposto con una irritazione che la Farnesina, nelle ore più delicate della tensione fra Russia e Ucraina, ha scelto di non raccogliere. “No alle provocazioni, l'Italia è impegnata a trovare soluzioni diplomatiche per scongiurare una guerra” è la replica. Tuttavia va detto che la posizione espressa dall’Italia è quella di tutti gli altri partner europei. L'incontro tra il segretario di Stato Usa Antony Blinken e il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov di giovedì è stato annullato, così come quello previsto venerdì tra il titolare degli Esteri francese Le Drian e l'inviato di Putin. E la stessa Casa Bianca ha chiarito la posizione di Washington, spiegando che la diplomazia potrà avere successo di fronte ad una de-escalation russa. In una parola: il ritiro delle truppe. Resta il fatto che le parole di Di Maio hanno particolarmente fatto innervosire il Cremlino, che ha risposto stizzito.

Un botta e risposta preoccupante anche per il presidente della Commissione Esteri del Pd Piero Fassino, che, in un tweet scrive: "Per dialogare bisogna essere in due e la risposta di qualche ora fa del ministero degli Esteri russo alle richieste di Palazzo Chigi e del ministro Luigi Di Maio di misure di de-escalation come condizione per riaprire il dialogo è preoccupante e deludente". Più determinati a difendere Di Maio Partito Democratico e Coraggio Italia. Quest’ultima, attraverso il suo portavoce e vice presidente del gruppo alla Camera Emilio Carelli, è solidale con il Ministro Di Maio: "Non accettiamo lezioni di diplomazia da Mosca soprattutto in questo momento in cui la Russia sta violando qualsiasi regola di convivenza internazionale sconfinando con le sue truppe nei territori del Donbass. I toni e i contenuti utilizzati da parte di Mosca nei confronti di Di Maio se confermati sono gravemente offensivo e inaccettabili. A nome di tutto il gruppo di Coraggio Italia desidero esprimere anche io la solidarietà al nostro ministro degli Esteri e la totale fiducia nel suo operato e nelle trattative da lui condotte in queste settimane dominate dalla crisi Ucraina".

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