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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Salvini-Di Maio, prove tecniche d'intesa: "La presidenza della Camera vada al M5s"

L'unico governo possibile, numeri alla mano, è quello che vede una collaborazione tra Lega e M5s. Dopo che il Pd è stato messo all'opposizione (dai suoi stessi elettori), Salvini e Di Maio dovranno quantomeno tentarci. Segnali e prove di intesa a distanza

La strada si preannuncia in salita: l'unico governo possibile, numeri alla mano, è quello che vede una collaborazione tra Lega e M5s. Dopo che il Pd è stato messo all'opposizione (dai suoi stessi elettori), Salvini e Di Maio dovranno quantomeno provarci.

Segnali e prove di intesa a distanza tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Il leader della Lega, ieri a Roma in un incontro con la stampa estera, ha spiegato che vuole costruire una maggioranza di governo che escluda però il Pd.

Asse Salvini-Di Maio

Il leader della Lega lancia un amo al M5s: "Escluso il Pd, tutto è possibile". Anche un'alleanza con M5s sui temi. E, a differenza di Di Maio, il numero uno del Carroccio non mette come condizione che sia lui a fare il premier o che entri a far parte della squadra dell'esecutivo che nascerà: "Non ho la smania di fare il presidente del Consiglio a tutti i costi: farò tutto quello che è umanamente e democraticamente possibile per rispettare il mandato degli elettori. Non sono disponibile a partecipare a un governo a ogni costo per fare il ministro per qualche mese".

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Telefonata Di Maio-Salvini: "La presidenza della Camera vada al M5s"

"Ieri, poco dopo le ore 20, ho ricevuto una telefonata da Matteo Salvini. Mi fa piacere raccontarvi cosa ci siamo detti perché voglio che tutto avvenga nella massima trasparenza", ha scritto Di Maio sul blog del M5s. Lo scambio tra i due leader, in sintesi, li ha visti riconoscersi reciprocamente la vittoria che passa, secondo Di Maio, attraverso "l'attribuzione al MoVimento della presidenza della Camera dei Deputati". "Il MoVimento 5 Stelle è la prima forza politica del Paese, con il 32% dei voti, pari a quasi 11 milioni di italiani che ci hanno dato fiducia, e alla Camera abbiamo il 36% dei deputati. Per noi questa volontà è sacrosanta e vogliamo che venga rispecchiata attraverso l'attribuzione al MoVimento della presidenza della Camera dei Deputati", ha precisato Di Maio. "Questo ci permetterà di portare avanti, a partire dall'Ufficio di Presidenza, la nostra battaglia per l'abolizione dei vitalizi e tanto altro". "Così come Salvini ha riconosciuto il nostro straordinario risultato - ha aggiunto - anche io ho riconosciuto il successo elettorale ottenuto dalla Lega. Oggi i nostri capigruppo Giulia Grillo e Danilo Toninelli si confronteranno anche con le altre forze politiche. L'interlocuzione sulle presidenze delle Camere, come abbiamo già detto, è slegata da ciò che riguarderà la formazione del governo".

L'interlocuzione, come è naturale, inizierà per trovare un'intesa sui presidenti delle Camere. I 5 stelle, dunque, puntano allo scranno più alto di Montecitorio, mentre sarebbero disponibili a lasciare alla Lega la seconda carica dello Stato, la presidenza del Senato, dove il nome più quotato resta quello di Roberto Calderoli. "A nome della coalizione più votata dagli italiani - ha fatto sapere in serata Salvini - ho ritenuto mio dovere telefonare a Di Maio, Martina e Grasso, per aprire un dialogo sulle presidenze delle Camere in modo da garantire agli italiani che si perda meno tempo possibile e che si rispetti il voto del 4 marzo. Rendere più veloci e trasparenti i regolamenti, tagliare vitalizi e spese inutili sarà una nostra priorità".

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Trattative per le presidenze

I capigruppo pentastellati, Danilo Toninelli al Senato e Giulia Grillo alla Camera, hanno scritto sul blog delle stelle che "in accordo con Luigi Di Maio, inizieremo le interlocuzioni con gli altri gruppi politici per le presidenze di Camera e Senato. Vogliamo figure di garanzia". Le interlocuzioni per ora, viene spiegato, sono solo telefoniche. I due capigruppo ribadiscono che "le due presidenze devono essere assolutamente slegate da qualsiasi questione di governo" ma, nel giorno in cui emergono due linee nel centrodestra, quella di Salvini che apre ai 5 stelle e quella di Silvio Berlusconi che lo gela dicendo "sì, ma per cacciarli fuori", il dialogo Carroccio-pentastellati sui successori di Pietro Grasso e Laura Boldrini potrebbe rappresentare un viatico per un'alleanza di governo.

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La strada verso la formazione di un esecutivo tuttavia è lunga e in salita. Anche se Di Maio, davanti alla Confcommercio a Milano, ha disegnato un orizzonte più ottimista: "La Germania arriva in questi giorni dopo 6 mesi" a formare un governo, "io credo ci metteremo meno". Ma ci tiene a rassicurare sull'Iva: "vanno disinnescate subito", anche se non si è formato il nuovo governo, le clausole di salvaguardia che a inizio 2019 la farebbero aumentare. I 5 stelle chiedono che ciò avvenga a partire dal Def che il governo Gentiloni dovrà portare in Cdm entro il 10 aprile.

"A breve presenteremo il nostro Def - fa sapere la vicecapogruppo vicaria M5s alla Camera, Laura Castelli - fornito sia del quadro tendenziale che di quello programmatico. Riteniamo prioritario disinnescare immediatamente le clausole di salvaguardia per il 2019, che valgono 12 miliardi di euro, non per mere ragioni tecniche, ma perché un nuovo aumento dell'Iva avrebbe effetti disastrosi sulla dinamica ancora oggi molto fragile dei consumi".

Berlusconi e Salvini già ai ferri corti: "I 5 Stelle? Apro la porta... per cacciarli"

Berlusconi gelido

L'apertura al M5s da parte di Salvini non piace a Berlusconi. Una chiusura nei confronti dei 5stelle come formazione politica, ma un invito a "convincere" i singoli grillini a sostenere un governo di centrodestra. E' uno degli scenari tracciati da Silvio Berlusconi durante il suo incontro con i parlamentari di Fi.  E' vero che ha aperto alla possibilità di un governo 5stelle? "Ho aperto la porta, ma per cacciarli fuori...", risponde Silvio Berlusconi ai cronisti.


 

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