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Martedì, 16 Aprile 2024
Politica

Di Maio smentito dal Colle, Salvini fa scena muta: cosa non torna nel "caso Savona"

Il capo politico del M5s: "Proposti nomi di Bagnai e Siri, Mattarella ha rifiutato". Il Quirinale: "Falso". E anche il leader della Lega ammette: nessuna alternativa a Savona

Come si è arrivati ad una delle crisi istituzionali più drammatiche della storia Repubblicana? Nelle ultime ore sono emersi nuovi elementi che possono risultare utili a ricostruire un quadro d’insieme di ciò che è successo nelle ore che hanno preceduto la rottura. Luigi Di Maio e Matteo Salvini, intervistati da Barbara D’Urso a "Pomeriggio Cinque", hanno fornito una ricostruzione per alcuni versi discordante dei fatti, come diverso - e questo lo si è capito proprio dalle loro parole -  è stato il ruolo dei due nel cercare di evitare la "crisi".

Il capo politico del M5s ha detto di aver proposto a Mattarella "nomi alternativi a Savona, come Bagnai o Siri, nomi della Lega peraltro, ma non andavamo bene perché nel loro passato avevano espresso posizioni critiche sull'Ue e mi è stato detto che per questo le agenzie di rating o la Germania non le gradisce".

Di Maio a Pomeriggio Cinque: il video dell'intervista

Il Colle ha immediatamente smentito: "Non risponde a verità la circostanza riferita dall'on. Luigi Di Maio a Pomeriggio 5 che al presidente della Repubblica siano stati fatti i nomi di Bagnai e Siri come ministri dell'Economia", si legge in una nota dell’ufficio stampa del Quirinale. Passano solo pochi minuti che arriva la contro-smentita del leader dei 5s, il quale conferma "di aver fatto pervenire al Quirinale i nomi di Bagnai e Siri per uscire dall'impasse sul ministro dell'Economia".

Di Maio ha poi aggiunto che "in questi giorni avevamo anche detto chiaramente al Quirinale 'se volete il professor Conte si pone come garante della non uscita dall'euro dicendolo pubblicamente, facendo interviste su giornali esteri e incontrando capi di Stato'".

La versione di Matteo Salvini

Sulla vicenda Barbara D’Urso ha chiesto lumi anche a Matteo Salvini, intervenuto in diretta a "Pomeriggio Cinque" poco dopo l’ex (?) alleato. Il Colle smentisce che Di Maio abbia fatto i nomi di Bagnai e Siri per il ministero dell'Economia in alternativa a Paola Savona? "Non lo so, non c'ero, non ero nella stanza con Di Maio e Mattarella", le parole di Matteo Salvini sulla nota del Colle. "Sono due nomi della Lega se li ha fatti, mi fa piacere".

Perché Salvini è stato così intransigente?

Salvini ha però precisato che anche nel caso Mattarella avesse accettato quei nomi, l’accordo di governo non si sarebbe fatto lo stesso: perché per lui un solo nome era accettabile, ed era appunto quello di Paolo Savona. Salvini ha motivato più volte la sua linea con la necessità di avere un nome forte per andare a negoziare con Bruxelles: a "Pomeriggio Cinque" il leader della Lega ha sostanzialmente ammesso che i soldi per fare le riforme indicate nel "contratto di governo" non ci sono e che è dunque necessario rinegoziare i trattati e i vincoli imposti dall’Ue. Ciò che Salvini si è guardato bene dal dire – e non è certo la prima volta - è che il suo piano prevede sostanzialmente di fare altro debito pubblico (debito che per inciso sarà pagato dagli italiani, non dall’Ue).

Savona e l’uscita dall’euro, cosa non torna

Torniamo però al caso Savona. Tra le altre cose, a "Pomeriggio Cinque" Di Maio ha detto di aver conosciuto il professor Savona insieme a Salvini a Roma 10 giorni fa.

"Lui ci ha detto 'faccio il ministro dell'Economia per il vostro governo a patto che non si esca dall'euro'".

Lo stesso Savona, in una lettera aperta pubblicata oggi, ha escluso che la sua intenzione - in caso di nomina a ministro - sarebbe stata quella di uscire dall’euro. "Ho subito un grave torto dalla massima istituzione del Paese sulla base di un paradossale processo alle intenzioni di voler uscire dall’euro e non a quelle che professo e che ho ripetuto nel mio Comunicato, criticato dalla maggior parte dei media senza neanche illustrarne i contenuti", si legge nella nota publicata da Scenari economici.

Savona ha poi aggiunto che da ministro non avrebbe "mai messo in discussione l’euro, ma avrei chiesto all’Unione Europea di dare risposte alle esigenze di cambiamento che provengono dall’interno di tutti i paesi-membri".

Il casus belli

A quanto ci risulta però, da quando si è fatto il suo nome come possibile ministro al momento della rottura, Savona non ha mai smentito esplicitamente il così detto "Piano B", ovvero la possibilità di uscita dell’Italia dall’euro (non stiamo dicendo che Savona sostenga l’uscita dalla moneta unica, ma solo che prima di oggi non è arrivata una smentita netta a voci che si facevano sempre più insistenti).

La versione di Mattarella

Sta di fatto che ieri il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha fatto capire che proprio su questo punto si è consumata la rottura. "Ho chiesto, per quel ministero, l'indicazione di un autorevole esponente politico della maggioranza, coerente con l'accordo di programma", ha detto Mattarella nel suo discorso.

"Un esponente che - al di là della stima e della considerazione per la persona - non sia visto come sostenitore di una linea, più volte manifestata, che potrebbe provocare, probabilmente, o, addirittura, inevitabilmente, la fuoruscita dell'Italia dall'euro. Cosa ben diversa da un atteggiamento vigoroso, nell'ambito dell'Unione europea, per cambiarla in meglio dal punto di vista italiano".

Salvini intervistato a Pomeriggio Cinque | Il video

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