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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Di Maio, i sindacalisti nel mirino: “Basta agli stipendi da 300mila euro”

Il candidato premier ha assestato due 'stilettate' in due giorni nei confronti dei sindacati. Oggi in un post su Facebook, ieri al Festival del lavoro di Torino: “Si autoriformino o ci penseremo noi”

Luigi Di Maio, fresco candidato premier per il Movimento 5 Stelle, sembra aver individuato un nuovo nemico contro cui puntare il dito: i sindacati. Nell'ultimo post pubblicato sulla sua bacheca Facebook, il vicepresidente della Camera ha messo nel mirino gli stipendi dei sindacalisti: “Più rappresentanza per i lavoratori e meno privilegi per i sindacati, maggiore tutela dei giovani precari e stop agli stipendi da capogiro dei sindacalisti che sfiorano i 300mila euro all’anno. Ieri per aver avanzato queste richieste si è alzato un polverone. Per aver proposto che le organizzazioni sindacali si adeguino ai rapidi cambiamenti del mercato del lavoro qualcuno ha gridato all’autoritarismo”. 

Una dichiarazione di 'guerra' che arriva a meno di 24 ore dalle parole, sempre contro i sindacati, pronunciate ieri da Di Maio al Festival del lavoro di Torino: “Con noi al governo o i sindacati si autoriformano o dovremo fare noi la riforma”. “Serve un cambiamento radicale delle organizzazioni sindacali – ha detto il vicepresidente della Camera – ci deve essere più possibilità delle organizzazioni giovanili di contare ai tavoli della contrattazione”.“Un sindacalista che prende la pensione d’oro e prende finanziamenti da tutte le parti – ha aggiunto – ha poca credibilità per rappresentare un trentenne”.

La risposta di Landini

“In Italia c’è la libertà sindacale sancita dalla Carta costituzionale e non a caso esistono tante organizzazioni. Sono le lavoratrici e i lavoratori che devono essere messi nelle condizioni di riformare i loro sindacati. Non sono i governi a doverlo fare. È già successo una volta in passato, ma eravamo nel regime fascista. Se nel nostro Paese c’è la democrazia è anche grazie ai lavoratori e alle organizzazioni sindacali. Di Maio lo tenga a mente”. Questa la risposta di Maurizio Landini, segretario nazionale della Cgil, in una intervista al quotidiano La Repubblica, sulla presa di posizione di Luigi Di Maio (M5s), che ieri aveva parlato di necessità di riformare i sindacati, nel caso gli stessi fossero incapaci di autoriformarsi. Poi una chiosa ironica sul candidato premier del Movimento 5 stelle, “andare a Cernobbio gli ha fatto male. Eppure arriva da Pomigliano, storica sede dell’Alfasud”.

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