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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

I dieci sì di Beppe Grillo al Pd

Il leader del Movimento 5 stelle taglia e ricuce con il partito del premier: prima lo scontro per l'incontro saltato sulle riforme, poi l'ok alle proposte politiche dei dem

ROMA - Quello di ieri doveva essere il giorno del confronto sulle riforme tra il Movimento 5 stelle e il Pd. E' sembrata una sorta di riedizione del "Vaffa day": il vertice è saltato all'ultimo minuto e sono volati gli insulti, insieme ai ripensamenti e ai dibattiti.

Poi, in extremis, ecco il dietrofront di Grillo, con un deciso cambio di strategia e la pubblicazione sul blog dei dieci "sì" alle dieci proposte lanciate dal Partito democratico su riforme e legge elettorale. Il M5S ha pubblicato difatti dieci risposte: formalmente sono tutti "sì" alle richieste del Partito democratico formulate qualche giorno fa, ma con varie riserve al loro interno e diverse divergenze, in certi punti anche consistenti, come sul nuovo Senato, che per i grillini deve essere assolutamente "elettivo".

"Un primo turno proporzionale privo di soglie di sbarramento", "in caso di superamento della soglia del 50% + 1 dei seggi al primo turno, un premio di governabilità minimo, che consegnerebbe al vincitore il 52% dei seggi"; "nel caso in cui nessuno raggiunga la maggioranza al primo turno, un secondo turno tra i due partiti più votati, al cui vincitore viene assegnato il 52% dei seggi", è la proposta di legge elettorale alternativa all'Italicum che il M5S ha presentato al Pd, nell'aprire alla previsione del doppio turno. 

Se il Pd chiede una legge elettorale che garantisca un vincitore, il M5s ha replicato: "Per noi quello che voi chiamate 'vincitore' è il conquistatore di una vittoria di Pirro, che non garantisce in alcun modo la governabilità: speravamo che l'esperienza di 'vittoria' con una schiacciante maggioranza nella scorsa legislatura vi fosse stata d'insegnamento, ma evidentemente non è così. Un modello che assicuri la certezza di un vincitore come quello disegnato nella legge Berlusconi-Renzi non esiste pressoché in nessun sistema democratico al mondo".

"In ogni caso, al fine di evitare una pessima legge elettorale quale è la legge Berlusconi-Renzi nella sua attuale formulazione, e produrre un testo migliore siamo disponibili a prevedere un ballottaggio che dia ad una forza politica la maggioranza dei seggi, a condizione di evitare che la conquista del primo posto si trasformi in una corsa all'ammucchiata di tutto e il suo contrario (come eèstato per l'Unione di Romano Prodi e per le coalizioni guidate da Silvio Berlusconi) che ha provocato la caduta anticipata dei rispettivi governi nel 2008 e nel 2011 nonostante la 'vittoria'".

"Ferme restando le obiezioni di cui alla precedente risposta, che potranno tuttavia essere sciolte dalla Corte costituzionale nella sede del controllo preventivo previsto nella riforma costituzionale - scrive il M5S - come già evidenziato siamo disponibili alla previsione di un turno di ballottaggio, nel caso in cui il primo turno non veda nessuna forza politica ottenere la maggioranza dei seggi, con il quale sia possibile attribuire un numero di seggi tali da assicurare a chi ha vinto di avere un minimo margine di maggioranza (la governabilità è un'altra cosa, per noi)". Basterà per porre le basi di un'intesa che pareva quasi impossibile? 

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