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Venerdì, 19 Aprile 2024
Finanziamento ai partiti

Finanziamento ai partiti: via libera al dimezzamento. Ma solo per quest'anno

La Camera approva gli articoli 1 e 2 della riforma e dice no all'azzeramento. Ma il -50% vale solo per il 2012. E sul web scoppia la rivolta: "La casta ha salvato la casta".

Sul web è rivolta. Il commento è quasi unanime: "La casta ha salvato la casta". Parliamo, ovviamente, della questione del finanziamento dei partiti la cui riforma è in discussione alla Camera. L'evento che fa infuriare chi non ne può più dei vari casi, da Lusi a Belsito, dai rimborsi della Margherita a quelli del Carroccio, è l'ok dell'aula all'articolo 1 che riduce il finanziamento da 182 milioni circa a 91 milioni. "Dimezzamento", appunto, e non abolizione. Qui sta la 'rivolta'.

Ieri, infatti, poco prima di approvare l'articolo in questione, con i voti contrari di Pdl, Pd e Udc - ergo della maggioranza che sostiene il governo Monti - sono stati bocciati tutti gli emendamenti che volevano la totale abolizione del contributo pubblico ai partiti. "La montagna ha partorito il topolino" il commento di Antonio Borghese, parlamentare Idv, che si sta invece battendo per lo stop ai finanziamenti. "Noi abbiamo votato contro il dimezzamento perchè abbiamo portato in aula una legge di iniziativa popolare, con in calce alcune centinaia di migliaia di firme, in cui si aboliva del tutto il sistema dei rimborsi". Firme evidentemente insufficienti per convincere la maggioranza parlamentare a dire basta ai contributi pubblici. 

Questione dimezzamento - Anche in merito al concetto di "dimezzamento" tanto sponsorizzato da Pd e Pdl, ci sarebbe poi da discutere. Di dimezzamento, infatti, si può parlare solo per il 2012. Dal prossimo anno, infatti, il risparmio per le casse dello Stato sarà decrescente: da un lato perché la quota destinata ai partiti sarebbe già diminuita per effetto delle ultime manovre economiche, dall'altro perché in realtà la legge che l'Assemblea di Montecitorio sta esaminando prevede anche l'aumento della detrazione fiscale per chi effettua donazioni in favore di partiti, tra i 50 e i 10mila euro, e Onlus (dal 19% attuale al 24% nel 2013 e al 26% dal 2014): parte del risparmio che deriverà dal taglio del finanziamento pubblico infatti andrà a coprire l'aumento delle detrazioni previsto.

Risparmio? - 

I conti li ha fatti la Ragioneria dello Stato stimando che, a regime, nel 2016, i risparmi derivanti da questa legge per lo Stato saranno di 11 milioni di euro. Se è vero che nel 2012 i rimborsi passeranno da 182 milioni circa a 91 milioni circa, infatti, nel 2013 la riduzione sarà dai previsti 160 milioni circa ai 91 circa, con un risparmio di poco più di 69 milioni di euro; nel 2014 il risparmio sarà di 58.440.548 euro e nel 2015 e 2016 di 50.193.278. Una parte di questi risparmi però servirà a coprire l'aumento delle detrazioni previsto dalla legge.

Dunque, la Ragioneria stima che "gli effetti finanziari complessivi", ovvero il risparmio effettivo per le casse dello Stato, sarà di 69 milioni nel 2013 (quando non 'peseranno' ancora le detrazioni), ma di poco più di 2 milioni nel 2014 (quando le detrazioni sono stimate in 56 milioni), di 5 milioni nel 2015 (detrazioni per 44 milioni) e 11 milioni a regime, dal 2016 (detrazioni per 39,3 milioni).

Approvato anche articolo 2 - Nel pomeriggio di mercoledì l'aula ha poi approvato l'articolo 2 della legge che riduce il finanziamento pubblico ai partiti (con i voti contrari di Idv e Lega). L'articolo introduce il co-finanziamento per i contributi privati erogati ai partiti attribuendogli 50 centesimi per ogni euro che abbiano ricevuto a titolo di quote associative e di erogazioni liberali annuali da parte di persone fisiche o enti.

Ai fini del calcolo del contributo sono prese in considerazione, nel limite massimo di 10mila euro annui per ogni persona fisica o ente erogante, le quote associative e le erogazioni liberali percepite. Al co-finanziamento concorrono i partiti che hanno conseguito almeno il 2 per cento dei voti alle elezioni per la Camera oppure almeno un candidato eletto sotto il proprio simbolo alle elezioni per il rinnovo del Senato, della Camera, del Parlamento europeo, dei Consigli regionali o dei consigli delle Province autonome di Trento e Bolzano.

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