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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica Italia

Mattarella ferma Renzi, dimissioni congelate fino all'approvazione della legge di Bilancio

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha chiesto al premier Matteo Renzi di "soprassedere alle dimissioni" per restare alla guida del Governo fino all'approvazione della Manovra 2017 evitando così il ricorso all'esercizio provvisorio

Matteo Renzi ha lasciato il Quirinale dopo un confronto di circa mezz'ora con il Capo dello Stato che ha chiesto al presidente del Consiglio di restare a Palazzo Chigi fino alla conclusione dell'iter di approvazione della Legge di Bilancio che deve ancora affrontare un passaggio in Senato dopo l'approvazione in prima lettura alla Camera dei Deputati. Lo si legge in un comunicato del Quirinale in cui si chiarisce come il presidente della Repubblica Sergio Mattarella abbia formalmente chiesto a Renzi di "soprassedere alle dimissioni" per evitare il ricorso all'esercizio provvisorio.

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Mattarella aveva già incontrato Renzi in mattinata per un colloquio informale: al presidente della Repubblica non era piaciuto il tentativo del premier di scarica l'onere della sconfitta sulle forze politiche che avevano sostenuto il "no" al referendum.

Così il premier durante il Consiglio dei ministri convocato nel pomeriggio non avrebbe formalizzato le dimissioni chiarendo le intenzioni del Quirinale che, per non lasciare l'Italia nel caos, vuole che la crisi di Governo venga conclamata solo dopo l'approvazione della Manovra 2017 in Senato.

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In una nota di Palazzo Chigi si annuncia come Renzi abbia: "ha ringraziato i titolari dei dicasteri per la collaborazione e lo spirito di squadra dimostrati in questi anni di governo e ha informato i ministri della sua intenzione di salire al Quirinale ad annunciare le dimissioni, dopo il voto negativo che il referendum costituzionale ha fatto registrare ieri". Renzi si è poi recato al Quirinale per incontrare il Capo dello Stato, con cui ha avuto un colloquio di circa mezz'ora al termine del quale come detto Mattarella ha chiesto al Premier di restare a Palazzo Chigi fino all'approvazione della legge di Bilancio.

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Le opposizioni fanno muro: nessuna scorciatoia, è la posizione che accomuna Forza Italia, Sinistra italiana e Lega. I 5 Stelle invece non oppongono resistenze "per senso di responsabilità".

FORZA ITALIA PROTESTA. Una "ipotesi impraticabile" avevano bollato i capigruppo di Fi Paolo Romani e Renato Brunetta: "Si può lavorare - sottolineano- alla messa in sicurezza di alcuni punti nevralgici della legge di bilancio ma è necessario, perché questo accada, che vengano stralciate tutte quelle parti che riguardano piccoli e grandi finanziamenti di mero sapore elettorale che oggi compongono il testo della legge all'esame del Senato".
"Il no al referendum - concludono Romani e Brunetta- è un voto di sfiducia a Renzi e alla sua attività di governo nel suo complesso: giudizio dal quale non può essere escluso l'atto più significativo di ogni esecutivo, rappresentato appunto dalla legge di bilancio".

BERLUSCONI: GOVERNO SPETTA AL PD:  "Spetta dunque al Partito democratico dare vita ad un nuovo governo". Lo afferma in una nota Silvio Berlusconi  che chiarisce come " "Il Partito democratico conserva una chiara maggioranza in Parlamento, anche se dipendente dal contributo determinante di transfughi eletti con il centro destra.
"Spetta al Pd il compito di mettere in sicurezza i conti pubblici con l'approvazione della legge di bilancio e soprattutto di consentire al Parlamento l'approvazione di una nuova legge elettorale basata su criteri che garantiscano la effettiva corrispondenza tra la maggioranza parlamentare e la maggioranza espressa dagli elettori".

RENZI RESTA SEGRETARIO DEL PD? La direzione del Pd rinviata a mercoledì alle 15. La riunione del parlamentino dem era stata annunciata inizialmente per domani, subito dopo il voto che ha bocciato la riforma costituzionale e convinto alle dimissioni il premier Matteo Renzi.

LA LEGGE ELETTORALE. Il primo nodo per il capo dello Stato risiede nella tempistica del voto. Lega, Fratelli d'Italia e Movimento 5 Stelle non intendono sedersi a un tavolo per modificare la legge elettorale mentre Silvio Berlusconi, come ha promesso allo stesso Mattarella un mese fa assicurando "responsabilità", vuole collaborare a riscriverla e, come è noto, vorrebbe una legge proporzionale.

M5S: "AL VOTO CON ITALICUM" .  Con il voto referendario gli italiani hanno espresso un chiaro segnale politico: la volontà di andare il prima possibile al voto". In una dichiarazione congiunta pubblicata sul blog di Beppe Grillo, i parlamentari pentastellati Vito Crimi e Danilo Toninelli hanno prospettato la possibilità che si vada al voto "quanto prima" senza cambiare la legge elettorale.
"L'unico problema - si legge nel comunicato - è la legge elettorale, che i partiti per tre anni hanno usato come merce di scambio delle loro trattative alle spalle dei cittadini. Ora ci troviamo con due leggi elettorali tra Camera e Senato molto diverse. Alla Camera è l'Italicum. La nostra soluzione è applicare la stessa legge al Senato su base regionale. E' sufficiente aggiungere alcune righe di testo alla legge attuale per farlo e portarla in Parlamento per l'approvazione. Stiamo lavorando alla bozza che presenteremo in questi giorni. La legge recepirà in automatico le indicazioni della Consulta che si pronuncerà a breve. Dopo di che avremo una legge elettorale costituzionale pronta all'uso evitando mesi di discussioni e mercato delle vacche dei partiti".
"La nostra soluzione e l'azione di controllo della Consulta - osservano ancora Crimi e Toninelli - garantiscono l'approvazione di una legge costituzionale e al di sopra delle parti. I partiti farebbero solamente una legge peggiore per i cittadini e 'Anticinquestellum'".

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