rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Napolitano dice addio in diretta tv: "Sto per lasciare"

Il capo dello Stato, nel discorso di fine anno, conferma le sue dimissioni: "Lo prevede la Costituzione, ho fatto del mio meglio". Ma difende la scelta del 2013: "E' stato un passaggio determinante per l'Italia"

ROMA - Addio doveva essere e addio è stato. Un saluto in diretta tv, con un messaggio utile più a richiamare tutti - italiani e rappresentanti delle istituzioni - ai propri doveri, che a salutare davvero per l'ultima volta. "Sto per lasciare le mie funzioni, rassegnando le dimissioni: ipotesi che la Costituzione prevede espressamente": ha annunciato così il suo passo finale il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, durante il consueto messaggio di fine anno. 

"LIMITAZIONI E DIFFICOLTA'" - Una decisione, sofferta, pensata, per "avere negli ultimi tempi - ha spiegato il Capo dello Stato - toccato con mano come l'età da me raggiunta porti con sé crescenti limitazioni e difficoltà nell'esercizio dei compiti istituzionali, complessi e altamente impegnativi, nonché del ruolo di rappresentanza internazionale, affidati dai padri costituenti al capo dello Stato".

"SI TORNI A NORMALITA' COSTITUZIONALE" - Insomma, Napolitano lascia. Ma non senza un ultimo avviso ai "suoi". Parlamento e forze politiche, ha continuato l'inquilino del Quirinale, "si preparino serenamente alla prova dell'elezione del nuovo capo dello Stato. Sarà quella una prova di maturità e responsabilità nell'interesse del paese, anche in quanto è destinata a chiudere la parentesi di un'eccezionalità costituzionale. Personalmente resto convinto - ha anche scandito il presidente - che la disponibilità richiestami e offerta nell'aprile 2013, in un momento di grave sbandamento e difficoltà post-elettorale, sia risultata un passaggio determinante per dare un governo all'Italia, rendere possibile l'avvio della nuova legislatura e favorire un confronto più costruttivo tra opposti schieramenti politici. Ma - ancora Napolitano - è positivo che ora si torni, per un aspetto così rilevante, alla normalità costituzionale, ovvero alla regolarità dei tempi di vita delle istituzioni, compresa la Presidenza della Repubblica".

"STRADA RIFORME INTRAPRESA" - Presidenza della Repubblica che con lui, in carica per due mandati, ha fatto un eccezione che lo stesso Napolitano giustifica e difende. "La strada delle riforme è stata intrapresa, l'auspicio espresso nel messaggio di fine anno 2013 si è realizzato. Ora bisogna andare a piena conclusione - ha auspicato Re Giorgio -. Un anno fa, nel messaggio del 31 dicembre - ha ricordato il capo dello Stato - avevo detto: 'Spero di poter vedere nel 2014 almeno iniziata un'incisiva riforma delle istituzioni repubblicane'. Ebbene, è innegabile che quell'auspicio si sia realizzato. E il percorso va, senza battute d'arresto, portato a piena conclusione". 

"PERICOLOSO TORNARE ALLA LIRA" - "L'Italia ha colto l'opportunità del semestre di presidenza del Consiglio Ue per sollecitare un cambiamento nelle politiche dell'Unione che accordi la priorità a un rilancio solidale delle nostre economie. Tra breve il Presidente del Consiglio Renzi tirerà le somme dell'azione critica e propositiva svolta a Bruxelles", ha aggiunto, spiegando anche che "nulla di più velleitario e pericoloso può invece esservi di certi appelli al ritorno alle monete nazionali attraverso la disintegrazione dell'euro e di ogni comune politica anti-crisi". L'Italia non è ancora uscita dalla crisi economica e questo rappresenta "un assillo" per il nostro Paese, che registra, fra l'altro, arretramento dell'attività produttiva e "dilagante" disoccupazione giovanile. "Credo sia diffuso e dominante - ha detto Napolitano - l'assillo per le condizioni della nostra economia, per l'arretramento dell'attività produttiva e dei consumi, per il calo del reddito nazionale e del reddito delle famiglie, per l'emergere di gravi fenomeni di degrado ambientale, e soprattutto - questione chiave - per il dilagare della disoccupazione giovanile e per la perdita di posti di lavoro. Dalla crisi mondiale in cui siamo precipitati almeno dal 2009 - ha sottolineato - nemmeno nell'anno che oggi si chiude siamo riusciti a risollevarci. Parlo dell'Europa e in particolare dell'Italia". 

Re Giorgio, un (altro) anno da presidente della Repubblica

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Napolitano dice addio in diretta tv: "Sto per lasciare"

Today è in caricamento