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Martedì, 23 Aprile 2024
divorzio breve

Divorzio breve, tempi lunghi: è rischio caos nei tribunali

La legge è retroattiva e riguarda circa 300mila coppie di separati che ora potrebbero approfittare delle nuove regole approvate lo scorso 22 aprile

ROMA - L’approvazione del divorzio breve fu accolta da più parti con favore ed entusiasmo. Ora però che la legge è entrata ufficialmente in vigore sono in molti a paventare un rischio “ingolfamento”, con le nuove procedure che causerebbero diversi problemi alle cancellerie in tutta Italia. La legge approvata il 22 aprile scorso è retroattiva e si stima che circa 300mila procedimenti pendenti potrebbero approfittare ora delle nuove regole veloci, che prevedono la possibilità per le separazioni consensuali di arrivare a uno scioglimento entro otto, nove mesi, senza aspettare i tre anni necessari previsti dalla riforma della legge Fortuna-Baslini. Secondo l’avvocato Gian Ettore Gassani, presidente nazionale dell'Associazione degli Avvocati Matrimonialisti Italiani, infatti, “si prevede un notevole numero di procedure di divorzio nei vari tribunali d'Italia perché la legge è retroattiva e riguarda almeno 300.000 coppie di separati. Si calcola approssimativamente che almeno 50.000 coppie chiederanno il divorzio nei mesi di giugno e luglio prossimi”.

“Questa riforma ci affosserà”, ha dichiarato al Sole24Ore Gloria Servetti, presidente della sezione del Tribunale di Milano che si occupa di diritto della famiglia. “Abbiamo calcolato che i 5mila fascicoli, tra separazione consensuali e giudiziali, che trattiamo mediamente ogni anno potrebbero anche triplicarsi o quadruplicarsi. E margini per aumentare la produttività non ce ne sono: gli organici sono già al massimo dello sforzo”. Ma il presidente dell’Ami ha commentato con entusiasmo l'entrata in vigore delle nuove regole sul divorzio. "Quando le separazioni sono consensuali e non ci sono particolari difficoltà - ha spiegato Gassani - in teoria si potrebbe sciogliere il matrimonio in otto-nove mesi. Restano invece le criticità di sempre per le separazioni giudiziali: il termine di 12 mesi per proporre il divorzio dall'inizio della separazione è assolutamente ottimistico, conoscendo i tempi della giustizia italiana. Pertanto nelle procedure contenziose l'attesa resterà lunga, considerato che per chiedere il divorzio bisogna definire con sentenza la separazione”.

L’introduzione del cosiddetto “divorzio breve”, secondo Gassani, “va considerata come il primo passo per arrivare all’abrogazione della inutile fase della separazione” e ora “urgono riforme non più a costo zero per il varo del Tribunale della Famiglia, che presuppone investimenti importanti” perché “c’è ancora molto da fare per dare una dignità al nostro diritto di famiglia”, rendendo “rendere facoltativa (e non più obbligatoria) la separazione" e "urge una regolamentazione delle coppie di fatto etero ed omosessuali, perché l'Italia resta l'unico Paese tra i grandi d'Europa a mantenere un diritto di famiglia assolutamente conservatore, molte volte in dispregio dei diritti fondamentali dell’uomo”. 

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