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Giovedì, 30 Novembre 2023
L'intervento

Il Governo vince il braccio di ferro con i partiti: torna il tetto agli stipendi dei burocrati

La commissione Bilancio della Camera ha approvato l'emendamento, annullando quello approvato ieri in Senato

Niente più tetto da 240mila euro lordi all'anno per gli stipendi pubblici. La commissione Bilancio della Camera ha approvato l'emendamento del Governo al decreto Aiuti bis che sopprime l'articolo 41 bis introdotto dal Senato. Salta quindi la deroga e torna per tutti i manager delle forze armate e della Pa il tetto allo stipendio di 240mila euro l'anno. Il testo, modificato, è atteso per la terza lettura al Senato il 20 settembre, con voto di tutti i gruppi parlamentari.

Questa almeno sembrava la strada. Poi di colpo è arrivato lo stop del Governo, che ha presentato un emendamento soppressivo dell’art 41 bis del Dl Aiuti Bis. In pratica l’esecutivo ha proposto una modifica alla parte del decreto legge che eliminava il tetto agli stipendi per alcune figure di vertice delle pubbliche amministrazioni. Quindi, dopo il via libera della Camera, il testo dovrà tornare in Senato. E Draghi sembra voler andare fino in fondo perché il Governo chiederà di votare l'emendamento salvo che le forze politiche all'unanimità non decidano di approvare l'ordine del giorno che dispone la soppressione dell'articolo nel decreto Aiuti Ter.

Il punto però è un altro perché questo significa il licenziamento del decreto che prevede tutti gli aiuti alle famiglie in vista del prossimo autunno. Se modificato, come chiesto dal Governo, tornerà in terza lettura al Senato la prossima settimana. Quella di ieri sarebbe dovuta essere l'ultima seduta di lavoro per palazzo Madama ma, nell'ultimo miglio della campagna elettorale, i senatori dovranno tornare a lavoro. Domani infatti alla Camera si dovrebbe procedere con la cancellazione della norma che introduce una deroga al tetto degli stipendi per i vertici delle forze dell'ordine, le forze armate e la pubblica amministrazione. Il superamento del tetto è previsto da un emendamento a prima firma Forza Italia, poi riformulato dal Governo e approvato durante l'esame del decreto che ha stanziato 17 miliardi di aiuti a sostegno di famiglie e imprese. 

Il parlamento toglie il tetto di 240mila euro per gli stipendi dei manager pubblici

L’emendamento forzista prevede la deroga al tetto di 240mila euro di stipendio annuo lordo, per una serie di istituzioni fra cui il capo della polizia, il direttore generale della pubblica sicurezza, il Comandante generale dell'Arma, il comandante generale della guardia di finanza. Una deroga che non era piaciuta fin da subito a Palazzo Chigi. Il ministero dell'Economia aveva fatto sapere di avere dato solo un contributo tecnico sulle coperture. Alla fine il Governo è intervenuto e di fatto ha bloccato il proseguimento dell’iter normativo. Si ferma quella norma ma si ferma anche il percorso di un provvedimento che il Governo ha deciso di introdurre per sostenere imprese e famiglie nell’emergenza energetica, per fare fronte all’aumento dei prezzi degli ultimi mesi. 

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