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Venerdì, 29 Marzo 2024
La manifestazione di Dongo e la legge di iniziativa popolare contro la propaganda nazifascista

Una tranquilla domenica fascista?

Ogni anno gruppi di neofascisti si radunano sul Lago di Como per ricordare l'esecuzione di Benito Mussolini. Quest'anno l'appuntamento è fissato per il 2 maggio. Interrogazioni parlamentari e richieste di chiarimenti al Viminale. Come mai è così complesso applicare la Legge Scelba e la Legge Mancino? Ma ci sono anche buone notizie. Ne bastavano 50mila ed invece sono oltre 240mila le firme raccolte per la proposta di legge di iniziativa popolare contro la propaganda nazifascista, partita da un luogo simbolo: Stazzema

"Si chiede di sapere: se il Ministro dell'Interno sia a conoscenza dell'iniziativa, documentata da diversi organi di stampa e se intenda assumere iniziative in merito; quali iniziative urgenti e incisive intenda assumere per contrastare efficacemente la diffusione di idee violente e razziste da parte dei gruppi neofascisti e neonazisti": si legge anche questo nell'interrogazione parlamentare dei Senatori De Petris, Errani e Ruotolo sulla manifestazione neofascista attesa - come sempre - tra fine aprile e inizio maggio a Dongo. La data del corteo è fissata quest'anno per il 2 maggio. Domenica si celebrerà nientemeno che Benito Mussolini sulla costa nord-occidentale del lago di Como. Lì, all'altezza della piazza Rubini, il 27 aprile 1945 venne catturato dai partigiani Mussolini, in fuga da Milano verso la Valtellina; fu ucciso, fucilato, nella frazione di Giulino nell'ex comune di Mezzegra, il giorno seguente. Succede ogni anno: neofascisti si radunano per ricordare l'esecuzione di Benito Mussolini. Camice nere, riti e cortei vari.  La locale Sezione ANPI fa appello alla società civile, al mondo della cultura, alle altre associazioni democratiche affinché il raduno del 2 maggio non venga autorizzato. Serve però una presa di posizione di tutto l'arco politico, nessuno escluso (speranza vana).

A Dongo saluti romani e cortei per il Duce alla luce del sole

Sono luoghi simbolo della fine del fascismo, che diventano per i gruppi neofascisti luoghi di culto e di memoria. Nulla di segreto, basta una rapida occhiata su Youtube. Tutto avviene alla luce del sole. Negli scorsi anni l'intervento dell'ANPI provinciale di Como, dell'ANPI di Dongo e dell'ANPI Lario occidentale presso le Istituzioni pubbliche (Questura e Prefettura di Como) e presso le Amministrazioni locali di Dongo e Tremezzina, per chiedere che tali raduni non fossero autorizzati, è sempre rimasto inascoltato. "Le Autorità competenti, a ogni livello, hanno autorizzato i raduni - si legge in una nota Anpi - richiamando il principio della libertà di manifestare le opinioni. La libertà di espressione è un sacrosanto diritto, conquistato proprio con il sacrificio di milioni di morti che hanno combattuto per sconfiggere le dittature del nazifascismo. A Dongo e a Mezzegra queste dittature sono celebrate e propagandate nelle pubbliche strade da gruppi organizzati". L'ANPI vuole che Dongo "sia simbolo di una permanente civile resistenza. Sia luogo di conoscenza di quelle ultime tragiche giornate che hanno visto la fine della dittatura, la rinascita della democrazia e la nascita della Repubblica, che quei giorni di fine aprile siano celebrati come momento di confronto e di approfondimento della Storia e dei valori della Resistenza, della Costituzione e della democrazia nata con essa".

A Dongo i comportamenti dei partecipanti, spesso qualcuno è pure in divisa squadrista, hanno sempre espresso senza equivoci la volontà di propaganda del fascismo: l'apologia di fascismo e la ricostituzione in qualsiasi forma del Partito Fascista contrastano con i principi costituzionali e la legislazione vigente.

L'apologia del fascismo, nell'ordinamento giuridico italiano, è un reato previsto dall'art. 4 della cosiddetta legge Scelba, n. 645 del 1952, attuativa della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione. Difficile pensare che il Viminale non sia a conoscenza dell'iniziativa, visto il riscontro che l'iniziativa delle associazioni partigiani stanno avendo su diversi organi di stampa: cosa succederà domenica a Dongo? Non c'è motivo per non chiedere iniziative urgenti e incisive. Dongo non appartiene solo al territorio lariano, "ma a tutta l’Italia, all’Europa, al Mondo" conclude l'ANPI.

Come mai è così complesso applicare la Legge Scelba e la Legge Mancino

Come mai è così complesso applicare la Legge Scelba? C'è di mezzo la discrezionalità, soprattutto per quel che riguarda il saluto romano. Sul segno di riconoscimento del regime fascista si sono susseguite sentenze di segno opposto. Oltre alla Legge Scelba, c'è la Legge Mancino del 1993, che all’articolo 2 punisce "chiunque, in pubbliche riunioni, compia manifestazioni esteriori od ostenti emblemi o simboli propri o usuali” di organizzazioni, associazioni o movimenti “aventi tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”. Ma in passato vari imputati accusati di apologia del fascismo  per aver mostrato il saluto romano in occasioni simili a Dongo sono stati assolti perché "il fatto non sussiste", perché quella degli imputati sarebbe stata una "manifestazione del pensiero costituzionalmente garantita". Terreno scivoloso. Infatti il diritto costituzionalmente garantito alla libertà di pensiero può essere compresso solo in nome di un’urgenza che la Corte costituzionale in una sentenza di ormai 60 anni fa - e allora il fascismo era finito da soli 15 anni - aveva individuato nel "concreto pericolo per l’ordinamento democratico". Ci sono però anche sentenze opposte, in un caso perché "la manifestazione fu dichiaratamente volta a celebrare non i defunti ma la nascita del movimento fascista" e quindi "non commemorativa nel senso minimalista, ma rievocativa". I giudici si devono districare tra diverse interpretazioni, più o meno restrittive.

Non basta nemmeno dedicare un sacrario al generale-gerarca Rodolfo Graziani in Italia per far scattare il reato di apologia del fascismo. La semplice commemorazione è, infatti, insufficiente per ipotizzare il rischio di ricostituzione del partito, se a questa non si unisce l’esaltazione del personaggio chiave del ventennio. La Cassazione (sentenza 11576) un mese fa ha depositato le motivazioni con le quali ha annullato con rinvio - il 25 settembre scorso - le condanne disposte, sia in primo grado sia in appello, nei confronti dei sindaco di Affile e di due assessori per apologia di fascismo. Nelle motivazioni viene valorizzata la differenza tra celebrazione ed esaltazione. Nel mirino dei giudici erano finiti sia il memoriale sia il raduno, in occasione dell’inaugurazione, con tanto di corona, messa e buffet per i convitati presenti. 

E' stata presto dimenticata, dopo la fine della legislatura 2013-2018, la legge Fiano, la norma proposta dal deputato del PD Emanuele Fiano che introduceva il nuovo reato di propaganda del regime fascista e nazista. Una legge composta da un solo articolo, che era stata approvata in prima lettura solo dalla Camera dei Deputati. Avrebbe introdotto un nuovo reato che affiancava quelli di organizzazione del disciolto partito fascista, apologia e manifestazioni fasciste, già sanzionate dalla legge Scelba: "Chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco, ovvero delle relative ideologie, anche solo attraverso la produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli a essi chiaramente riferiti, ovvero ne richiama pubblicamente la simbologia o la gestualità è punito con la reclusione da sei mesi a due anni. La pena di cui al primo comma è aumentata di un terzo se il fatto è commesso attraverso strumenti telematici o informatici". Giace dimenticata al Senato della Repubblica, avrebbe colpito la propaganda nazifascista, anche se la sua applicazione sarebbe stata limitata, sempre per la garanzia del diritto alla libertà di espressione. Al di là della sua applicabilità, sarebbe stata un segnale importante. Non c'è stata una maggioranza al Senato in grado di portare a termine il lavoro. Non c'è nemmeno oggi realisticamente.

La legge di iniziativa popolare contro la propaganda nazifascista

Ma ci sono anche nuovi spiragli, boccate d'ossigeno indispensabili in una democrazia in perenne mutamento. Ne bastavano 50mila ed invece sono oltre 240mila le firme raccolte per la proposta di legge di iniziativa popolare contro la propaganda nazifascista: il sindaco di Stazzema Maurizio Verona le ha consegnate ieri alla Camera dei Deputati.  Sei mesi fa, il 19 ottobre 2020, il Comitato Promotore, presieduto dal Sindaco di Stazzema Maurizio Verona, aveva depositato in Cassazione la proposta di legge di iniziativa popolare finalizzata a disciplinare pene e sanzioni verso coloro che attuano propaganda fascista e nazista con ogni mezzo, in particolare tramite social network e con la vendita di gadget. Simbolicamente l'operazione è partita dal comune di Stazzema dove il 12 Agosto 1944 in un eccidio nazista morirono 560 persone, fra i quali donne e bambini. La proposta viene presentata a uno dei Presidenti delle due Camere, il quale a sua volta porta il testo alla sua Camera di competenza, la quale poi deve verificare il computo delle firme e accertare la regolarità della richiesta.

"Ripenso sempre con forte emozione alla visita che feci nel 2019 a Sant'Anna di Stazzema per commemorare le vittime del terribile eccidio nazifascista. La strage che si consumò nel 1944 è una ferita profonda nella storia del nostro Paese. La memoria è un dovere per tutti, per le istituzioni e per i cittadini. Perché è grazie alla memoria e alla consapevolezza che ne scaturisce che possiamo portare avanti come comunità un impegno costante contro odio e violenza e per tutelare i principi e i valori stabiliti nella nostra Costituzione. A Montecitorio ho avuto il piacere di incontrare il sindaco di Sant'Anna di Stazzema, Maurizio Verona, che si è fatto promotore di una proposta di legge di iniziativa popolare contro la propaganda e la diffusione di messaggi inneggianti a fascismo e nazismo. Sono oltre 240 mila le firme raccolte e depositate oggi" scrive sulla sua pagina Facebook il presidente della Camera, Roberto Fico. La proposta è sul tavolo, ora sta alla politica accelerare sui tempi. 

Gli sfregi alla Costituzione sono tollerabili nell'indifferenza generale delle istituzioni? La Festa della Repubblica Italiana è il 2 giugno. Un mese prima, il 2 maggio, è invece "solo" una domenica come tante. A Dongo si ritroveranno - non è dato sapere in quanti - a inneggiare al Duce. Braccia tese e "Presente". Le messe a suffragio in cui si prega per la persona - e non per il dittatore - sono paradossalmente uno strumento perfetto per chi vuole celebrare apertamente in pubblico fatti e personaggi del ventennio, senza temere conseguenze legali di sorta. Sarà così anche quest'anno? Ci sta bene così? Forse la nostra democrazia ha già in sé, per l'eternità, gli anticorpi perenni contro ogni degenerazione. Forse no.

L'appello dell'ANPI di Dongo affinché ogni propaganda di violenza, di odio, di fascismo sia assolutamente vietata in tutte le sue manifestazioni nel rispetto della nostra Costituzione può essere sottoscritto con un'email inviata a anpidongo@gmail.com.

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