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Venerdì, 19 Aprile 2024
Movimento 5 Stelle

Dalle (cinque) stelle alle stalle: M5s sempre più spaccato

Grillo e Casaleggio non hanno preso bene il dossier dell'ufficio della Camera che analizza la sconfitta elettorale. Il documento chiede più presenza in tv, i boss del M5s si infuriano: è caos

ROMA - "Non abbiamo perso, siamo andati oltre la sconfitta", firmato Beppe Grillo. "Abbiamo straperso, sto male", musica e testo di Alessando Di Battista. A mettere tutti d'accordo nel Movimento cinque stelle - si fa per dire - ci ha pensato un dossier dell'ufficio comunicazione della Camera che ha analizzato gli ultimi risultati elettorali. Se prima i grillini erano apparsi spaccati tra chi ammetteva la sconfitta e chi parlava di "super Renzi", ora il gruppo sembra di nuovo "unito": tutti contro il dossier non autorizzato. Tutti contro, in soldoni, i deputati del Movimento cinque stelle. La giostra, insomma, riparte. E con lo stesso giro. 

Sembra, infatti, che Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio non abbiamo preso per nulla bene l'iniziativa del gruppo di Montecitorio. Anzi. Il più arrabbiato sarebbe il guru col cappellino che in particolare non gradirebbe un'indicazione contenuta nel dossier: l'invito a deputati e senatori ad essere più presenti in tv. Il "lavorone" dell'ufficio comunicazione della Camera, però, è stato molto più ampio. Quattro capitoli - "intro", "fuori", "dentro" e "possibili soluzioni" - per analizzare lo schiaffone elettorale e trovare una possibile via d'uscita. 

Il vero punto debole per i grillini è la percezione che l'elettore ha del loro lavoro e del loro ruolo. "Non siamo da governo. Ciò che i parlamentari hanno percepito è stato l’atteggiamento di sfiducia nei loro confronti. Seppur elogiati per il loro impegno, i parlamentari del M5s non sono ancora percepiti come affidabili - si legge nell'analisi - Si ritengono poco concreti (la battaglia sul 138 l’hanno capita ben poche persone). Mancano di umiltà e a volte sono percepiti come saccenti". 

Questi i problemi. Queste le soluzioni, comprese quelle che avrebbero fatto infuriare i boss del Movimento. Lo staff invita a "uscire fuori: Organizzare stati generali tematici, entrare nelle università, nei luoghi di lavoro e lasciar perdere le agorà. Andare a presentare denunce e proposte direttamente ai destinatari. Aprirsi, prendersi le piazze mediatiche degli altri". "Mediatiche": ecco il nocciolo della questione. "Per far percepire l’affidabilità e il costruttivismo del gruppo - auspicano i comunicatori di Palazzo Montecitorio - non si possono più fare solo denunce senza essere affiancate da proposte e soluzioni. Se non si ha una soluzione a un problema non lo si può denunciare". 

Ma soprattutto - chiedono dalla Camera - se si vuol davvero governare, bisogna cambiare atteggiamento. "Se si decide di voler raggiungere il 51% allora bisogna adeguare il messaggio facendo ricorso a strumenti appropriati, tv in prima istanza, e declinare il messaggio", spiega il documento. E per un salto nel "futuro", uno nel  passato. "I parlamentari devono tornare a confrontarsi su temi pratici e concreti. E farlo in streaming - chiede il dosssier - in modo da interessare quelle fette di popolazione destinatarie del lavoro parlamentare o dell’attività di governo.

Secondo molti l'iniziativa dello staff comunicazione della Camera non è piaciuto a Grillo e Casaleggio. A far infuriare i due, a parte la richiesta di essere più presenti in tv, sarebbe stata soprattutto la scelta di procedere senza consultare i colleghi del Senato. Più o meno quanto ha fatto Grillo incontrando il leader dell'Ukip, Nigel Farage. Più o meno. 

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