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Mercoledì, 24 Aprile 2024
La proposta del Pd

Si possono tassare "i ricchi" per dare 10mila euro a ogni diciottenne?

Il segretario del Pd Enrico Letta rilancia l'idea di un fondo per i giovani "pagato dai ricchi", avanzata già lo scorso anno e bocciata da Draghi. Fioccano le polemiche. Nel merito, di cosa si tratta e come verrebbe finanziata?

Tassare i più ricchi per pagare una dote ai giovani. Enrico Letta, segretario del Partito democratico, ha (ri)lanciato la proposta di istituire un fondo per quella che considera la generazione più in crisi, quella dei diciottenni. "Una patrimoniale per i plurimilionari", in modo da finanziare "una dote" per aiutare economicamente i diciottenni. L'incentivo per i giovanissimi, ovvero gli adolescenti che anche a causa di condizioni familiari non particolarmente agiate hanno pagato e pagheranno un prezzo alto in termini economici per la crisi derivante dalla pandemia, sarebbe da finanziare con l'aumento della tassa di successione per i patrimoni dei "super ricchi". Di cosa si tratta nello specifico?

La tassa di successione "pagata dai ricchi" per i giovani

L'idea del segretario dem, rilanciata sabato sera a Tg2 Post, sta già facendo discutere gli avversari politici, ma in realtà non è nuova. In un documento presentato dal Pd nel 2021, in occasione delle discussioni parlamentari sulla riforma del fisco, era contenuta anche l'ipotesi di istituire una "dote di autonomia" di 10mila euro, da attribuire ai 18enni "provenienti da famiglie a reddito basso e medio e vincolata al finanziamento di spese per formazione e istruzione, lavoro e imprenditorialità, casa e alloggio". "Un aiuto concreto per studio, lavoro e casa, ma per essere seri non va finanziata a debito (lo ripagherebbero loro), ma chiedendo all'1% più ricco del Paese di pagarla con la tassa di successione", scriveva Letta su Twitter lo scorso anno, aggiungendo che "quando vinceremo le elezioni nel 2023 questa cosa la faremo".

tassa di successione letta-2-2-2

La proposta era stata messa a punto dal segretario Enrico Letta con i responsabili economia e giovani, Antonio Misiani e Chiara Gribaudo, e i vice Irene Tinagli e Giuseppe Provenzano. Per finanziarla, i dem proponevano di "portare al 20%, mantenendo la franchigia di un milione di euro per ogni beneficiario, l'aliquota per i trasferimenti in favore del coniuge o di parenti in linea retta di ammontare superiore a cinque milioni di euro".

L'ipotesi torna in campo in questa campagna elettorale estiva che ci accompagnerà fino alle elezioni del 25 settembre. Letta, senza menzionare stavolta la cifra dei 10mila euro, ha infatti confermato l'intenzione del suo partito di riproporre l'istituzione della dote. "Noi la porteremo avanti e sarà finanziata con la tassa di successione per i patrimoni plurimilionari, è giusto che uno che ha un patrimonio così lasci qualcosa alla società. Se viene ridato ai giovani attanagliati dalla precarietà, questo è il senso di generazioni che si aiutano", ha detto il segretario del Pd.

L'idea di una dote ai 18enni finanziata con un prelievo sulle cessioni dei patrimoni plurimilionari aveva generato polemiche già lo scorso anno, soprattutto da parte del centrodestra. Ma non solo. "Non ne abbiamo mai parlato, non l'abbiamo mai guardata, ma non è il momento di prendere i soldi ai cittadini ma di darli", aveva detto senza troppi giri di parole il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nella conferenza stampa di presentazione del decreto sostegni bis rispondendo a chi gli chiedeva un commento sulla proposta di Letta.

Una pioggia di critiche

Le polemiche non si fanno attendere nemmeno ora. La presidente dei senatori di Forza Italia, Anna Maria Bernini, ha scritto in una nota che "Letta persevera, con una coerenza degna di altra causa, sulla tassa di successione per dare una dote ai diciottenni, confermando che la vocazione del Pd è quella del partito delle tasse". Per Bernini, si finirebbe "per colpire soprattutto le proprietà immobiliari e i risparmi del ceto medio, un limone già ampiamente spremuto". E parla di "concezione punitiva - e inaccettabile - della proprietà privata". Ai giovani, dice la senatrice, "vanno garantite formazione e opportunità di lavoro, non mance elettorali".

Sulla polemica, ovviamente, si è avventato anche il leader leghista Matteo Salvini, con un tweet: "Chi sceglie il Pd sceglie più tasse, chi sceglie la Lega sceglie la flat tax al 15% e la pace fiscale. Chi non sceglie, poi non si lamenti. Buona domenica amici!", scrive postando un'immagine che recita "Letta rispolvera il grande classico della sinistra, la patrimoniale".

"Il problema dei giovani non lo risolvi tassando i super ricchi e offrendo una dote ai 18enni - ha detto invece il leader pentastellato Giuseppe Conte -. E chi ha compiuto dai 19 anni in su? I giovani non vogliono una dote, vogliono la speranza per il proprio futuro, vogliono un'opportunità concreta di lavoro, non il lavoro precario di un giorno o una settimana". "Ai 18enni non serve una dote ma un'istruzione di qualità e meno tasse sul lavoro", ha commentato il leader di Azione Carlo Calenda, ricordando come il suo partito avesse proposto di "concentrare il taglio dello scorso anno sui ragazzi fino a 30 anni" e che "nessuno" aveva votato la proposta.

Sempre nell'area di centro, Matteo Renzi ne approfitta per chiedere proprio a Calenda di "mollare" il Pd e dar vita a un polo moderato: "La sinistra apre la campagna elettorale candidando Di Maio e parlando di tasse. La destra di Salvini e Meloni la conosciamo: sovranisti e populisti. C'è un mondo che chiede di votare altro. Noi ci siamo #TerzoPolo".

Un'estate in campagna elettorale

Oggi l'imposta di successione in Italia è ben al di sotto della media Ocse (organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), come certificato da questo rapporto sulla tassazione dell'eredità pubblicato dall'organizzazione internazionale, e anche se venisse modificata resterebbe più bassa rispetto a quella pagata negli altri Paesi europei. Ma tasse o non tasse, dote o non dote, l'argomento - più che essere discusso nel merito - è già diventato schermaglia elettorale. D'altronde, la situazione politica in Italia continua ad essere grave ma non è seria, come diceva Ennio Flaiano.

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