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Giovedì, 28 Marzo 2024
Ai ferri corti

L'Italia rischia la crisi di Governo?

Il Governo va sotto su quattro emendamenti. Draghi prima va da Mattarella e poi sbotta con i partiti: "Così non si va avanti"

"Siamo qui per fare le cose, altrimenti non si va avanti". Sono le parole che il Presidente del Consiglio Mario Draghi avrebbe detto ieri guardando in faccia i vertici del governo, in vista della giornata odierna, quando si terrà un consiglio dei ministri delicato perché improntato sulla questione del caro bollette. Quello del Premier, apparso visibilmente indispettito, è sembrato essere un ultimatum ai partiti, dei quali non soffre più la mancanza di una certa disciplina in alcune occasioni del voto nelle commissioni e in Aula. Ma perché Draghi è arrivato a quell’incontro arrabbiato?

Perché, nella stessa giornata di ieri, il Governo è andato sotto quattro volte in commissione bilancio, durante l'esame delle modifiche al decreto Milleproroghe. Il Governo è andato sotto sui finanziamenti all’ex Ilva di Taranto, ora partecipata da Invitalia, e il tetto all’uso del contante. In particolare in quest’ultimo caso, si è ricompattata l’alleanza di centrodestra visto che hanno votato contro l’esecutivo Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia. Infatti, non appena i partiti hanno riportano a 2mila euro fino al prossimo anno il tetto al contante (dal primo gennaio era sceso a mille) sui social Giorgia Meloni ha esultato. Esulta anche Matteo Salvini: "È una vittoria della Lega e del centrodestra: guardiamo a esempi europei come la Germania. A Berlino non hanno limiti e vantano un’evasione inferiore a quella italiana".

Sono passati anche due emendamenti che prevedono il dietrofront sull’utilizzo dei soldi per le bonifiche dell’ex Ilva per la decarbonizzazione. Su questo hanno fatto muro insieme il Movimento 5 Stelle e il Partito democratico. Infatti, di fronte al blocco delle risorse per la decarbonizzazione dell’acciaieria, ha espresso entusiasmo Giuseppe Conte, che su Twitter ha scritto: "Il Movimento 5 Stelle ha impedito che 575 milioni fossero sottratti alle bonifiche dell’ex Ilva di Taranto: dovranno essere investiti a tutela dell’ambiente e della salute, salvaguardando anche la possibilità di reimpiegare oltre mille lavoratori. Giù le mani dalle priorità dei cittadini".

Infine il governo è stato battuto e la maggioranza si è spaccata anche su un emendamento che riguarda la sperimentazione sugli animali. Insomma una giornata nera per Draghi, costretto ad assistere a continui muri su quelle che sarebbero dovute essere delle semplici schiacciate del Governo per un più quattro punti in favore dell’esecutivo. Invece i partiti hanno fatto come vogliono e adesso, con Draghi che mette in discussione la possibilità di andare avanti, la crisi di Governo è dietro l’angolo.

Se dunque Draghi, incontrando i Ministri, ha ricordato come questo governo fosse nato per fare le cose, facendo capire chiaramente di essere spazientito per come si sono messe le cose, i partiti hanno forse voluto dare una prova di forza. Perchè in effetti anche loro hanno le loro remore e non hanno mancato di farle presente. Si richiede infatti un “metodo” diverso e un maggiore "coinvolgimento" sui temi caldi. Una critica alla quale il presidente del Consiglio ha controbattuto ricordando come, sulla Manovra, ci fosse stata una interlocuzione "ampia", che non ha mai frenato le critiche. Non solo, Draghi, ha scandito con chiarezza che l’obiettivo dichiarato del presidente della Repubblica, quando ha dato il via libera alla formazione del governo, era che si procedesse spediti.

Draghi ha infatti citato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dal  quale, a questo punto non a caso, Draghi si è recato proprio prima della sua sfuriata in riunione con i politici. Probabilmente il capo del governo è andato da Mattarella per esprimere tutto il suo disappunto, invitandolo  mettere in atto il suo potere di moral suasion. Lui l’invito alla collaborazione massima lo aveva già fatto in occasione del suo discorso alla Camera nel giorno del suo insediamento. Ma il potere di persuasione del capo dello Stato è ancora più potente se fatto in via informale. E’ in questo clima caldo che si svolgerà il prossimo consiglio dei ministri, dove non è mai scontato che le cose filino lisce. Di certo la luna di miele dei primi mesi è finita. Ora bisogna condividere un progetto e lavorare ogni giorno per portarlo avanti. Si rischia la crisi.

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