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Giovedì, 28 Marzo 2024
Uno scambio che vale 18 miliardi / Turchia

Il "dittatore" Erdogan ha detto che Draghi è stato "maleducato"

"Draghi ha danneggiato relazioni tra Italia e Turchia", ha accusato Erdogan

"Una totale maleducazione": è arrivata la replica di Recep Tayyip Erdogan alle parole del premier Mario Draghi che una settimana fa lo aveva definito un "dittatore con cui bisogna però collaborare".  Il presidente turco ha deciso di intervenire in prima persona sul tema in una chiacchierata con alcuni giovani nella sontuosa biblioteca del suo palazzo presidenziale di Ankara.

"Prima di dire una cosa del genere a Tayyip Erdogan devi conoscere la tua storia, ma abbiamo visto che non la conosci. Sei una persona che è stata nominata, non eletta", ha attaccato il leader di Ankara, rilanciando il riferimento al fascismo e alla dittatura di Benito Mussolini fatto nei giorni scorsi da esponenti del partito.

"Qualunque cosa dica il premier italiano, non vi preoccupate. Pensiamo agli affari nostri", ha risposto a una ragazza che gli chiedeva come avesse reagito a quell'epiteto improvviso. "In un momento in cui speravamo che le relazioni tra Turchia e Italia avessero raggiunto un buon punto, quest'uomo chiamato Draghi ha purtroppo danneggiato queste relazioni", ha accusato ancora Erdogan, denunciando anche una "totale impertinenza" nei suoi confronti.

Nella convocazione a caldo dell'ambasciatore italiano ad Ankara, Massimo Gaiani, la Turchia aveva chiesto una retromarcia che non c'è stata. Da allora, la diplomazia lavora dietro le quinte per cercare di ricomporre la crisi e ammorbidire le posizioni. A parte la condanna, il governo di Ankara non ha ancora compiuto passi ufficiali verso un'ulteriore escalation. Sul tavolo restano però tutte le temute ripercussioni sulle floride relazioni economiche, che oggi Erdogan ha descritto come a rischio.

Tra Italia e Turchia l'interscambio vale tra i 18 miliardi (pre pandemia) e i 15 miliardi attuali. Sullo sfondo restano le grandi sfide geopolitiche che la Turchia ambisca alla piena adesione all'Ue. Un'eventualità da più parti contestata in Europa e che potrebbe allontanarsi ulteriormente in caso di raffreddamento dei rapporti con Roma. E la partita resta tutta da giocare anche in Libia, dove Draghi e Erdogan hanno già lanciato lo sprint per assicurarsi un ruolo chiave nella ricostruzione.  

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