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Martedì, 16 Aprile 2024
Fuoco incrociato

Draghi indispone i partiti, dal M5S la carta segreta a Salvini per il Quirinale

"Noi abbiamo delle proposte che sono più condivisibili" ha detto la senatrice pentastellata Mariolina Castellone a Today

Queste giornate di trattative incrociate per il Quirinale stanno stressando i nervi dei parlamentari. Gli elettori sono coscienti che la partita del Presidente della Repubblica si debba risolvere fra i leader di partito, ma non è neppure possibile fa saltare ogni schema istituzionale. Già si è partiti male con l’autocandidatura di Silvio Berlusconi. Ma si sa, lui è Berlusconi. Oggi però la seconda giornata del voto per il Colle, si chiude con un abbassamento delle quotazioni del Premier Mario Draghi, che ha indisposto i partiti. Già qualcuno nelle scorse settimane aveva polemizzato sul fatto che avesse rinunciato a fare il Premier. Ieri poi si sarebbe anche messo a chiamare i leader di partito per spingere il suo nome.

Partiti spazientiti da Draghi

Non un bell’esempio secondo il sentore del Partito Democratico Tommaso Cerno che ha detto a Today: "Io ho preferito l’autocandidatura di Silvio Berlusconi a quella di altri. Mi risulta che l’unico che possa fare le consultazioni con i partiti sia il Presidente della Repubblica. Spero nel rientro di Mattarella che ripristini un minimo di prassi istituzionale perché mi pare si stia perdendo il senso della misura". E ogni riferimento al Premier Draghi è puramente casuale. Ma non è cosa strana perché secondo fonti parlamentari, anche un'altra fetta di eletti democratici sarebbe delusa dal comportamento del Presidente del Consiglio, tanto da mettere in imbarazzo Letta, di fronte al quale adesso diventa più forte Giuseppe Conte, che è sempre stato coerente, insieme alla maggioranza della truppa pentastellata, nel dire "no" a Conte.

Tommaso Cerno - foto Ansa-2

L'asso nella manica del Movimento 5 Stelle

Proprio dal Movimento potrebbe arrivare la carta segreta da portare domani, sul tavolo intorno al quale si siederanno Letta, Conte e Speranza insieme ad una delegazione del centrodestra. Dai 5 Stelle arriveranno dei nomi, su cui poter convergere, come ha confermato a Today la presidente dei senatori 5 Stelle Mariolina Castellone: "Ci saranno dei nomi, poteremo dei nomi”. Forse sono i nomi che il Movimento 5 Stelle aveva già in canna oggi e che sono stati stoppati dal Pd, per evitare di contrapporsi come in una sorta di “guerra delle rose". E non avrebbero nulla a che fare con gli altri nomi circolati fino ad ora, cioè quelli di Casini e Casellati. Ma questi “sono nomi che stanno circolando e che immagino siano quelli che si discuteranno al tavolo, - ribadisce Castellone - ma noi avremo delle proposte che sono più condivisibili e vedremo quale sarà la sintesi. Ma credo che questo sia il modo giusto per lavorare. Draghi deve proseguire nel suo lavoro di Presidente del Consiglio perché ci sono obiettivi importanti da raggiungere perché il perno del Governo”. Dunque il Movimento 5 Stelle potrebbe avere la carta vincente per mettere pace ad un eventuale scontro fra rose.

Anche perché i nomi presentati dal centrodestra ieri non sono ricevibili per la sinistra. Lo ha detto chiaramente il deputato Pd Alessandro Zan: "Sono nomi di centrodestra, non ci interessano". Ma chi ha detto che debba essere per forza di sinistra? "Lo dice la matematica - rimarca il deputato Zan - perché la politica è anche matematica. Se hai i numeri, vai avanti con un nome di parte, se non ce li hai, allora deve essere una figura bipartisan e sono tutte personalità di destra".

Intanto la giornata di oggi non si è chiusa così diversamente da ieri. Seconda fumata nera. Il presidente Roberto Fico conta 527 schede bianche (erano 672 nel primo scrutinio). Poi i più votati sono Sergio Mattarella e l'ex magistrato Paolo Maddalena, candidato promosso dal gruppo di Alternativa. Invariato il numero di grandi elettori presenti e votanti (976), si abbassa anche il numero delle schede nulle (38 rispetto a 49), mentre salgono i voti dispersi che toccano quota 125 (ieri 88). Domani il Parlamento in seduta comune tornerà a riunirsi, stavolta al mattino (ore 11), per la terza votazione, l'ultima in cui è richiesta la maggioranza qualificata. Ma la speranza è che quella di domani sia l’ultima ad andare a vuoto. Se serve una mano ai partiti per decidere, ci sono anche i Comuni e le Regioni perché, lo ha detto il Presidente della Puglia Michele Emiliano, le rose dei nomi "è un sistema che non è detto che sia il più funzionale. Sarebbe più opportuno trovare una soluzione con un più altissimo profilo istituzionale, superpartes, che consenta la proposizione della candidatura quasi naturalmente. O gli schieramenti progettano il Paese in modo comune individuando una persona che incarni quel progetto oppure lo stallo va sbloccato con una proposta che venga dalla struttura costituzionale dello Stato e non da i partiti. Possono essere i Comuni e le Regioni".

Difficile che si arriverà a questo. Più probabile che si risolva tutto giovedì, al massimo venerdì. Anche perché il Paese non può aspettare e proseguire in un braccio di ferro fra i partiti potrebbe non essere compreso dagli italiani.

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