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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Sbarchi rapidi e ricollocamenti: come il governo Draghi cambia verso sui migranti

Nei giorni scorsi due navi delle Onlus sono state accolte subito nei porti sicuri della Sicilia. Ma come la pensa SuperMario sui migranti e cosa vuole fare il governo sui migranti?

Nemmeno un paio di settimane fa, quando la Lega aveva appena annunciato il suo sì al governo Draghi, a Siracusa sono sbarcati dalla Ocean Viking 422 migranti accompagnati da uno strano silenzio: quello di Matteo Salvini. Che ha continuato a stare zitto anche domenica scorsa, quando una nave di Open Arms è arrivata a Porto Empedocle con 146 naufraghi salvati. Mentre Luigi Manconi chiede al premier di "non dimenticare i disperati". 

Sbarchi rapidi e ricollocamenti: cosa vuole fare Draghi con i migranti?

Ma cosa vuole fare Draghi con i migranti? Alessandra Ziniti su Repubblica fa notare che nell'occasione è successo qualcosa di diverso rispetto al solito, o meglio a quello a cui eravamo abituati in questi anni: il Pos (ovvero l'indicazione del porto sicuro dove sbarcare) è arrivato a 15 ore appena dalla richiesta, ed erano anni che non accadeva. Il quotidiano dice che c'è un cambio di prospettiva piuttosto visibile rispetto a quello che è stata la politica di questi anni: prima era "prima i ricollocamenti e poi gli sbarchi", adesso è "prima gli sbarchi e poi i ricollocamenti". Eppure al Viminale siede ancora Luciana Lamorgese, che ha ingaggiato una battaglia politica di primo piano per cambiare i decreti sicurezza voluti proprio da Salvini a causa dell'opposizione del MoVimento 5 Stelle e della titubanza del Partito Democratico. La spiegazione del cambio di politica sta tutta nel nuovo inquilino di Palazzo Chigi, ovvero Mario Draghi. Dagli uffici del Viminale sono uscite anche le richieste per il ricollocamento, ma il tutto, seguendo la legge, è stato fatto dopo lo sbarco. 

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E mentre si avvicina la bella stagiona (e con essa gli sbarchi sono destinati a moltiplicarsi) sarà curioso vedere come giustificherà presso il suo elettorato la Lega il cambio di prospettiva del governo che sta appoggiando. E che ha già nel frattempo fatto partire la richiesta di ricollocamento per 343 della Ocean Viking, proprio mentre uno dei suoi azionisti di maggioranza è alla sbarra a Catania per una vicenda simile. Ieri Draghi in parlamento ha ribadito che "in tema di migrazioni, il concetto di Solidarietà europea dovrà" coincidere con un obbligo di redistribuzione di quote tra Paesi di primo approdo e non", confidando nell'ottimo rapporto che lo lega alla Germania. E Salvini? "Sui migranti, visto che si parla tanto di Europa, spero che ci sia una gestione 'all'europea'. Ieri Draghi lo ha detto due volte: cambiare le norme europee. Noi siamo per una politica europea di rimpatri e ridistribuzione", è tornato a ribadire secondo il suo nuovo modello "governista". 

Invece in una nota Filippo Miraglia, responsabile Immigrazione dell'Arci, lo ha esortato a muoversi: "Il Presidente Draghi ha voluto prendere le distanze dalla destra xenofoba citando il pieno rispetto dei diritti delle persone. Ma il riferimento, seppur rituale, al Patto Europeo, e alla trattativa che si porterà avanti in questo quadro, alimenta la solita idea di un Paese da salvare, il nostro, attraverso una 'solidarietà effettiva' degli altri Paesi europei. Una rappresentazione smentita dai dati". "In tutta l'Ue nel 2020 sono 461 mila le domande d'asilo presentate, -31% rispetto al 2019. Una goccia nel mare degli 80 milioni di persone in cerca di protezione nel mondo nel 2019 secondo l'Hcr. L'Italia, se si guarda alle domande d'asilo accolte, in proporzione alla popolazione, - prosegue Miraglia - continua ad essere uno dei Paesi dell'Ue meno impegnati (siamo sempre intorno al quindicesimo posto, lontani dal primato di Malta, Germania, Francia, Svezia)". 

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Come la pensa Draghi sui migranti e gli sbarchi?

E intanto alcuni componenti della Direzione regionale del PD siciliano hanno proposto a Draghi di nominare il sindaco di Lampedusa Totò Martello nella lista dei sottosegretari del governo Draghi, quale delegato ai temi dell'Immigrazione e delle Isole Minori: "Siamo consapevoli dell'orientamento espresso dal segretario Zingaretti in merito alla possibilità che il PD indichi una rappresentanza femminile ai ruoli di sottosegretario - dicono - ma siamo anche convinti che si possa e si debba fare una eccezione dal momento che il sindaco Martello ha una lunga e consolidata esperienza sui temi dei flussi migratori e delle esigenze delle Isole Minori, che garantirebbe un importante contributo al lavoro del governo nazionale. Questa scelta rappresenterebbe anche il giusto e doveroso riconoscimento all'impegno, conosciuto ed apprezzato a livello internazionale, che Lampedusa e la sua comunità hanno sempre dimostrato di fronte all'emergenza umanitaria legata all'arrivo di migranti. Oltretutto in questi giorni si è aperto un dibattito sulla 'scarsa rappresentanza del Sud' all'interno del nuovo governo nazionale: sarebbe un segnale importante se il PD indicasse come sottosegretario proprio il 'sindaco più a Sud d'Italia'. Siamo certi che il segretario Zingaretti valuterà con la massima attenzione questa proposta".

Ma come la pensa Draghi sui migranti? Le cronache non registrano molte prese di posizione sul tema, anche se molti ricordano l'intervento al Brussels Economic Forum del giugno 2016 in cui l'allora presidente della Bce toccò (per ridurne la portata) l'argomento dell'immigrazione che combatte il calo demografico: "La popolazione in età da lavoro diminuirà gradualmente nella prossima decade", la crescita dell'occupazione "inizierà a decelerare in un futuro non distante, nonostante decise riforme" e "anche un'immigrazione più elevata del previsto è improbabile che sia in grado di disinnescare il declino della popolazione", disse all'epoca, aggiungendo che "le politiche possono temperare questi effetti attraverso l'integrazione dei migranti", ma bisogna anche "aumentare la produttività". Nella replica al Senato sul tema aveva risposto così: "Mi scuso per non aver esplicitamente sollevato il problema della migrazione; farò qualche osservazione nel merito. Per quanto riguarda il problema, la risposta più efficace e duratura passa per una piena assunzione di responsabilità sul tema da parte delle istituzioni comunitarie ed europee. È d'altronde uno dei dossier politici più rilevanti a livello europeo quello sulle proposte normative presentate dalla Commissione nel settembre dello scorso anno, nell'ambito del cosiddetto Patto europeo su migrazione e asilo. Si tratta di nuove proposte che fanno seguito al fallimento dei negoziati, svolti nel periodo 2014-2019, per la riforma del sistema comune europeo di asilo, ma che non sciolgono lo stallo politico che continua a bloccare l'azione dell'Unione europea, specie sulla declinazione del principio di solidarietà. Permane infatti la contrapposizione tra Stati di frontiera esterna, maggiormente esposti ai flussi migratori (Italia, Spagna, Grecia, Malta e in parte Bulgaria) e Stati del Nord ed Est Europa, principalmente preoccupati di evitare i cosiddetti movimenti secondari dei migranti dagli Stati di primo ingresso nel loro territorio. L'Italia, appoggiata anche da alcuni Paesi mediterranei, come la Spagna, Grecia, Cipro e Malta, propone come concreta misura di solidarietà - per segnare la specificità della gestione delle frontiere marittime esterne - un meccanismo obbligatorio di redistribuzione dei migranti pro quota".

Ci sono però due indizi che posso aiutarci a fare un pronostico sulla politica del governo Draghi su migranti, sbarchi e in generale l'immigrazione. Il primo è che il premier è un fervente cattolico con buoni uffici ed entrature in Vaticano, e quindi difficilmente si discosterà dalle raccomandazioni di Papa Francesco o sfiderà il Pontificato come ha fatto in qualche occasione Salvini. Il secondo, più interessante, è che Draghi è uno dei pochi in Europa che può vantare un filo diretto con Angela Merkel: con il Whatever it takes salvò l'euro, sì, ma anche la rielezione della Cancelliera. Che gli rese il favore nella battaglia condotta contro la Bundesbank di Weidmann prima e con il ricorso alla Corte Costituzionale tedesca sul Quantitative Easing poi. A partire dal gesto sui siriani, la politica dell'accoglienza della Germania in questi anni è stata di grande apertura (ed è costata al partito di Merkel anche molti voti oltre alla crescita dell'opposizione interna). A settembre Angela cesserà di essere cancelliera della Repubblica Federale di Germania e, di fatto, di essere la leader storica della Ue e dell’Eurozona dei 15 anni passati. È difficile che Draghi si discosti da quel solco. Specie se vuole prenderne il posto. 

L'ordinanza di Speranza oggi: le regioni che rischiano la zona arancione e rossa e la richiesta di lockdown totale a Draghi

AGGIORNAMENTO: "Penso che la linea Draghi sia in perfetta sintonia con la nostra esigenza di accogliere chi merita accoglienza, ma di considerare le frontiere italiane come frontiere europee", ha detto il capo della Lega, Matteo Salvini, al termine dell'udienza preliminare sul caso Gregoretti, che si è tenuta a Catania.

"Caro Draghi, non dimenticare i disperati che sognano solo di raggiungere l’Europa"

Luigi Manconi oggi su La Stampa scrive una lettera aperta al premier per chiedergli cosa vuole fare Draghi sui migranti ed esortarlo a non dimenticare i disperati che sognano solo di raggiungere l'Europa:

"Signor Presidente del Consiglio, professor Mario Draghi, (...) 

Mi riferisco a quei migranti e a quei profughi che non sono ancora Italia e non sono ancora Europa, ma che, pure, verso l’Italia e l’Europa si muovono, percorrendo a piedi la rotta balcanica o salendo su un barcone per attraversare il Mediterraneo e sbarcare sulle nostre coste. Molti di loro, in questi stessi giorni, hanno conosciuto i drammi e le insidie, le fatiche e le perdite che comportano i tentativi di fuggire da un destino di sofferenza e di morte in Africa e in Medio Oriente: e di cercare un’opportunità di salvezza e di vita nei paesi democratici. Qualche giorno fa davanti all’isola di Lampedusa, un barcone si è spezzato e rovesciato e di alcune decine di migranti si è persa ogni traccia. Nelle stesse ore la nave dell’ONG Open Arms ha salvato 146 persone, tra le quali due donne al quarto mese di gravidanza, 58 minori (la gran parte non accompagnati) e un neonato di appena tre mesi.

Intanto, sulla rotta balcanica si consuma un’altra tragedia, migliaia di ragazzi e ragazze non accompagnati e migliaia e migliaia di adulti, camminano nel gelo, per sottrarsi ai respingimenti effettuati dalle polizie di alcuni paesi europei - compreso il nostro - per ricacciarli in Bosnia. Credo di non sbagliarmi, signor Presidente del Consiglio, se dico che di tutto ciò non si è parlato affatto nelle consultazioni per la formazione del suo governo; e se ne è parlato solo fugacemente - e Dio solo sa quanto maldestramente - in alcuni interventi nel corso del dibattito sulla fiducia. Eppure, si tratta di temi cruciali proprio per il futuro di quell’Europa che, grazie anche alle speranze riposte nel suo esecutivo, rappresenta un orizzonte imprescindibile per la politica italiana dei prossimi anni.

(...) Già qualcosa in passato è stato fatto - il ministro Luciana Lamorgese ne è testimone - ma ciò che oggi si chiede è che il rapporto diventi stabile, fatto di un confronto costante e di assidui scambi di informazioni. Gli obiettivi prioritari da perseguire sono: un sistema istituzionale efficiente ed attrezzato per il soccorso in mare; un meccanismo predefinito per lo sbarco tempestivo delle persone soccorse nel porto sicuro più appropriato. Per questo contiamo sulla sua disponibilità e su quella del ministro dell’interno Luciana Lamorgese e del ministro delle infrastrutture e dei trasporti Enrico Giovannini. Nel suo discorso in Parlamento uno dei passaggi che più hanno colpito l’opinione pubblica e gli osservatori è stato questo: «la speranza» che i giovani «non abbiano di che rimproverarci per il nostro egoismo». In nome dei principi della Convenzione europea dei diritti umani, ci auguriamo che, tra quei giovani, possano annoverarsi anche coloro che cercano di raggiungere l’Italia dall’Est e dal Sud: a piedi nel gelo o su barconi precari; e che «il nostro egoismo» non costituisca un muro eretto a difesa dei nostri confini". 

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