rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
La scissione

Draghi "nasconde" le armi: il discorso per evitare la scissione M5s

Il presidente del consiglio ha condiviso col Senato la strategia europea di fronte alla guerra. Intanto sta per nascere una nuova componente parlamentare

Nel suo intervento al Senato, il presidente del Consiglio Mario Draghi parla di armi senza parlare di armi. Dice che l'Italia sosterrà l'Ucraina, senza mai usare termini bellici, senza mai parlare di sostegno militare, senza mai usare la parola "armi". Lo fa perché "armi" è quel termine sul quale si sta consumando la resa dei conti nel Movimento 5 Stelle che, per Draghi e tutto il Governo, è la forza parlamentare più grande e dunque la più importante da tutelare.  

Cambiano le parole, ma i fatti restano quando rimarca: "Sosteniamo l'Ucraina e continuiamo con le sanzioni alla Russia. - ha spiegato il Premier -  questa la strategia dell’Italia. Nella mia visita a Kiev ho visto da vicino le devastazioni della guerra e constato la determinazione degli ucraini nel difendere il loro paese. Zelensky ci ha chiesto di sostenere l’Ucraina per raggiungere la pace". Parla di pace concordata Draghi e non di pace "subita" perché, sempre nella visita di Draghi insieme al presidente della Francia Emmanuel Macron e del cancelliere tedesco Olaf Scholz "Zelensky ci ha chiesto di continuare a sostenere l'Ucraina per raggiungere una pace che rispetti i loro diritti: solo una pace concordata e non subita può essere davvero duratura". 

Poi ha rimarcato la strategia europea. Allargamento dell'Europa ai Balcani, cioè Albania e Macedonia; le ipotesi di una nuova comunità politica europea e regole obsolete da superare. Sono questi i punti principali toccati nel discorso del Premier Mario Draghi nel suo intervento al Senato. In meno di mezz’ora il Presidente del Consiglio ha confermato una linea già tracciata e ha rilanciato la necessità di seguirla. Quella che vuole da una parte il sostegno dell’Ucraina e dall’altra le sanzioni alla Russia, per convincere Vladimir Putin a presentarsi ad un tavolo in cui si parli di pace. Lo fa con vicino il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che, nel frattempo, sta lavorando per formare un nuovo gruppo politico in Parlamento, che sia altro dal Movimento 5 Stelle. 

Draghi ha poi affrontato il tema dell'ingresso di Kiev nell'Unione europea dicendo: "A Zelensky ho ribadito che l'Italia vuole l'Ucraina nell'Ue e che abbia lo status di candidato. L'Italia è stata tra i primi a sostenere questa posizione. Continueremo a farlo in ogni consesso internazionale, consapevoli che non tutti gli Stati membri condividono questa posizione, ma la raccomandazione della Commissione è incoraggiante e confido che il Consiglio europeo possa assumere una posizione consensuale in merito".  

Armi all'Ucraina, il Governo barcolla

Infine il Premier ha rimarcato la volontà di affrontare i problemi che stanno esplodendo a seguito del conflitto. Grano e gas. Il pericolo di una crisi alimentare globale e il problema dell’aumento del costo di energia e beni di prima necessità. "Per frenare l'aumento prezzi e tutelare il potere d'acquisto dei cittadini è importante agire anche sulla fonte del problema" che ha innescato l'inflazione, ovvero "contenere i rincari dei prezzi di gas e energia. I governi hanno gli strumenti per farlo. Quel che proponiamo da diversi mesi è un tetto europeo al prezzo del gas. Questa misura è diventata ancor più urgente con la riduzione delle forniture da parte di Mosca, con le difficoltà per l'Europa che aumentano vertiginosamente. L'Europa deve muoversi rapidamente". 

A pochi metri da lui, lo ascolta il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che sta prendendo la via della porta del Movimento 5 Stelle. Dopo lo scontro con Giuseppe Conte, è in corso la raccolta firma tra i deputati per la creazione di un gruppo autonomo di Di Maio alla Camera. Undici senatori e ventiquattro deputati sarebbero già pronti a seguire l’ex capo politico pentastellato. I senatori hanno già informato la capogruppo Castellone e così stanno facendo i deputati con la guida M5s Crippa a Montecitorio. La comunicazione verrà poi inviata ai presidenti del Senato Casellati e al presidente della Camera Fico

I nomi che circolano sono quelli di Gianluca Vacca, Sergio Battelli, Alberto Manca, Caterina Licatini, Luigi Iovino, Vincenzo Caso, Davide Serritella, Daniele Del Grosso, Paola Deiana e Filippo Gallinella. Al Senato, invece, i parlamentari pronti all'addio sarebbero 14, tra cui Emiliano Fenu, Fabrizio Trentacoste, Antonella Campagna, Vincenzo Presutto, Primo Di Nicola e Simona Nocerino.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Draghi "nasconde" le armi: il discorso per evitare la scissione M5s

Today è in caricamento