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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

Draghi al Quirinale tra oggi e domenica con la lista dei ministri

La salita al Colle potrebbe arrivare già tra oggi pomeriggio e stasera, i nomi saranno per metà donne e verranno proposti a Mattarella per la decisione finale. Ecco i nomi più gettonati

Mario Draghi è pronto a salire al Quirinale oggi, venerdì 12 febbraio, o domani, con la lista dei ministri del suo governo. Dopo l'ok sofferto del MoVimento 5 Stelle nel voto su Rousseau alla partecipazione all'esecutivo il presidente del consiglio incaricato è pronto a sciogliere la riserva mentre il giuramento e il primo consiglio dei ministri potrebbero arrivare entro lunedì. La prossima settimana sarà dedicata a ricevere la fiducia di Camera e Senato.

EDIT ore 11,08: L'agenzia di stampa Ansa scrive che il presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi dovrebbe sciogliere la riserva tra questa sera e domani. È quanto si prevede in ambienti parlamentari secondo i quali ci sarebbero ancora alcune caselle da definire nella squadra del professore, in modo particolare quella relativa al ministero della transizione ecologica. Fonti vicine all'incaricato e fonti del Colle stamane hanno spiegato ai giornalisti che al momento non ci sono previsioni sui tempi.

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Il premier incaricato non ha sentito i partiti e non ha trattato sui nomi, perché ha intenzione di seguire "alla lettera" la Costituzione che all'articolo 92 prevede che i ministri vengano scelti dal presidente della Repubblica su proposta del presidente del Consiglio. Secondo alcune indiscrezioni la metà della lista è composta da donne e non ci sono leader politici. Ma la lista è blindata. Dopo la conclusione delle consultazioni, da giorni circolano i nomi di Daniele Franco, ex Ragioniere Generale dello Stato oggi direttore generale di Bankitalia per il ministero dell'Economia o per il sottosegretariato alla presidenza del Consiglio, e di Fabio Panetta, membro del Comitato esecutivo della Banca Centrale Europea che era stato proposto come nome anche per il Conte-Ter ma all'epoca aveva fatto sapere di non poter lasciare Francoforte. Per via XX Settembre c'è in corsa anche Ernesto Maria Ruffini. 

Il Corriere della Sera scrive che ieri Sergio Mattarella ha disdetto tutti gli appuntamenti in programma per oggi e che quindi Draghi è atteso al Quirinale per il pomeriggio e al Colle verrà ufficializzata la formula del governo dei due presidenti, diversa anche dai gabinetti tecnici di Carlo Azeglio Ciampi, Lamberto Dini e Mario Monti. Il quotidiano pronostica in totale una ventina di ministri e conferma che Draghi non ha voluto rispondere alle sollecitazioni (e alle liste) che gli sono arrivate dai partiti se non con un "Vedremo" o un "Adesso vediamo". C'è poi chi racconta che è vero che il Quirinale sta scegliendo i ministri "politici" e Draghi quelli "tecnici". Secondo l'agenzia di stampa Ansa i tempi per la formazione del governo non sono ancora definiti: SuperMario salirà al Colle per sciogliere la riserva entro il fine settimana, quando avrà pronta la lista dei ministri. A quel punto si terrà la cerimonia del giuramento e poi il voto nelle Aule di Camera e Senato non prima di "martedì", è il pronostico del capogruppo Pd al Senato Andrea Marcucci: potrebbe salire al Quirinale venerdì sera o prendersi ancora due giorni di tempo per comporre la lista e poi giurare con i suoi ministri entro la settimana. 

L'ipotesi più gettonata è che i ministri di partito siano dodici: tre al M5s, due ciascuno a Pd, Fi e Lega, uno a Leu, Iv e Misto. La ministra di Italia Viva sarà molto probabilmente Teresa Bellanova. Parlando ieri a Porta a Porta Matteo Salvini ha fatto capire di avere una gran voglia di diventare ministro del governo Draghi: "Io non mi alzo la mattina dicendo 'spero di fare il ministro', anche perché lo facevo prima e ho detto basta perché non c'erano più le condizioni per farlo. Io ho detto a Draghi: 'la nostra fiducia è in lei', non ho presentato una lista di ministri, sottosegretari. Ovviamente come Lega, se diamo fiducia, contiamo di partecipare alla rinascita del Paese". Eppure dalla lista dei ministri del governo Draghi sarebbero invece fuori i leader politici e quindi sarebbe ad alto rischio anche il posto di Luigi Di Maio al ministero degli Esteri. 

Secondo il Fatto Quotidiano invece i politici saranno in totale 9: per la Lega i nomi sono quelli di Giancarlo Giorgetti, Giulia Bongiorno e Gian Marco Centinaio, per Forza Italia Antonio Tajani, Mariastella Gelmini, Anna Maria Bernini mentre nel M5s si parla di Luigi Di Maio e Stefano Patuanelli e nel Pd in pole c’è Dario Franceschini, gli altri due in lizza sono Andrea Orlando e Lorenzo Guerini. Il ministero per la Transizione ecologica, caldeggiato da Beppe Grillo e annunciato alle associazioni ambientaliste, è già oggetto misterioso e ambito da diversi partiti.

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I ministri scelti da Draghi e quelli scelti da Mattarella

Per la sua guida viene citato l'ex ministro, apprezzato dai Cinque stelle, Enrico Giovannini, ma anche Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont, sulla quale però alcune fonti parlamentari smentiscono. Non si esclude però il un 'superministro' politico come il premier uscente Conte o lo spacchettamento delle deleghe, dallo sviluppo economico all'ambiente, tra diversi viceministri. Claudio Graziano, generale e  attuale presidente del Comitato militare dell'Unione europea, viene indicato come uno dei nomi in corsa per il ministero della Difesa. Repubblica scrive che Draghi salirà al Colle per sciogliere la riserva non prima di stasera ma anche che è possibile che si prenda il tempo necessario fino a domenica. Il nome di Marta Cartabia al ministero della Giustizia è uno dei più gettonati, così come quello della rettrice della Sapienza Antonella Polimeni, in corsa per il ministero dell'Università. Il quotidiano sostiene che ieri Draghi abbia lavorato non nel suo ufficio a Palazzo Koch in via Nazionale al piano In (Primo Nobile) ma in un comprensorio vigilato dai Carabinieri: la foresteria del Comando Generale dell’Arma che si trova a meno di un chilometro dalla Camera dei Deputati. 

Secondo La Stampa la squadra di Draghi sarà snella e sarà composta da venti ministri. Tra questi ci sono i nomi di Roberto Rossini, dal 2016 presidente delle Acli, Associazioni cristiane lavoratori italiani, uno dei possibili candidati al Welfare insieme a Tito Boeri, e di Dario Scannapieco, economista, vicepresidente della Banca europea e presidente Fei, anche per il Mef. Carlo Cottarelli è in corsa per la pubblica amministrazione insieme a Luisa Torchia mentre per altri ministeri economici si fanno i nomi dell'ex dg di Confindustria Marcella Panucci, di Lucrezia Reichlin e di Ignazio Angeloni (Vigilanza Bce). Luciana Lamorgese dovrebbe essere confermata al ministero dell'Interno. Patrizio Bianchi è uno dei nomi gettonati per il ministero dell'Istruzione mentre per la Salute si fa il nome del preside della facoltà di Medicina della Cattolica, Rocco Bellantone. In sole 3 settimane, Bellantone ha creato e poi diretto il Covid Hospital Columbus Gemelli con 350 posti letto in attivo, le sue capacità gestionali potrebbero anche proiettarlo ad occupare un altro posto non di governo ma altrettanto determinante: quello del super commissario all'emergenza Domenico Arcuri, finito nel mirino di diverse forze politiche. Per le Pari opportunità c'è Linda Laura Sabbadini dell’Istat. 

Elisabetta Belloni, segretario generale della Farnesina, è il nome che rimbalza di più per il ministero degli Esteri, anche se in molti credono che alla fine Di Maio la spunti, restando al suo posto. Altro big grillino che potrebbe entrare in squadra è Riccardo Fraccaro, ma con una deminutio: ovvero spostarsi da Palazzo Chigi al ministero dello Sport, ma pur sempre con una casella salda nel governo. Ci sono poi i nomi di Marta Cartabia, in pole per la Giustizia, e Luciana Lamorgese confermata all'Interno, mentre l'ex Guardasigilli Paola Severino difficilmente entrerà in squadra per l'avversione, evidente, di Forza Italia. Se alla Difesa dovesse arrivare un tecnico, con Guerini che potrebbe spostarsi assumendo la 'pesante' delega all'Intelligence, potrebbe farsi spazio il Generale Claudio Graziano, ex capo di stato maggiore della Difesa.Siamo, però, ancora nell'ordine delle ipotesi, perché al momento nulla è certo. "Può darsi che oggi abbia chiuso sui tecnici e domani si muova sui partiti", dice una fonte del governo uscente. "Sì, speriamo che chiami domani...", è l'auspicio che rimbalza tra i partiti. Per ora tenuti drammaticamente al buio.

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