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Giovedì, 28 Marzo 2024
Parole chiare

La risposta impeccabile di Draghi alla Chiesa sul ddl Zan: "Siamo uno Stato laico, non confessionale"

Il presidente del Consiglio ha risposto così alla richiesta del Vaticano al governo italiano di modificare il ddl contro l'omotransfobia

"L'Italia è uno Stato laico, non confessionale, e le leggi rispettano sempre Costituzione e trattati". È la risposta del presidente del Consiglio Mario Draghi alla Chiesa, dopo la crisi diplomatica tra Italia e Vaticano sulla nota ufficiale contro il ddl Zan inviata dalla segreteria di Stato all'ambasciata italiana per chiedere modifiche al testo di legge. "Il Parlamento è sempre libero di discutere e non solo. Il nostro ordinamento contiene tutte le garanzie per rispettare gli impegni internazionali tra cui il Concordato. Ci sono controlli preventivi nelle commissioni parlamentari e successivi nella Corte costituzionale", ha precisato il premier.

Draghi su Vaticano e ddl Zan: "Siamo uno Stato laico, non confessionale"

Nel suo intervento in Senato, Draghi ha evocato la sentenza 203 emessa dalla Corte Costituzionale nel 1989, in cui "la laicità non è indifferenza dello Stato rispetto al fenomeno religioso, ma tutela del pluralismo e delle diversità culturali", ha spiegato. "Per completezza, ieri l'Italia ha sottoscritto con 16 Paesi europei un documento in cui si esprime preoccupazione sulle leggi in Ungheria che discriminano in base all'orientamento sessuale", ha aggiunto nell'ambito della posizione europea in materia di legislazione a favore dei diritti civili. "Queste sono le dichiarazioni che oggi mi sento di fare senza entrare nel merito delle discussioni parlamentari. Questo è il momento del Parlamento e non del governo", ha concluso Draghi.

Il primo endorsement al discorso del presidente del Consiglio arriva dal segretario del Pd. "Ci riconosciamo completamente nelle parole di Draghi in Parlamento sulla laicità dello Stato e sul rispetto delle garanzie", scrive via Twitter Enrico Letta, aggiungendo l'hashtag "ddl Zan". "Ho apprezzato la replica del presidente del Consiglio, Mario Draghi - è il commento del senatore leghista, Andrea Ostellari, presidente della commissione Giustizia a Palazzo Madama -. Certamente l'Italia è uno Stato laico, ma laicità, come ha specificato, è tutela del pluralismo e delle diversità culturali. Comprese le sensibilità religiose. Il Parlamento lavori e lavorino le commissioni che, come ha chiarito il premier, hanno il compito di eseguire preventivi controlli di costituzionalità sui disegni di legge".

È invece critico Fabrizio Marrazzo, portavoce del Partito Gay per i diritti LGBT+, Solidale, Ambientalista, Liberale: "Il premier Draghi in merito all'ingerenza vaticana sul ddl omotransbifobia, pur ribadendo che lo Stato è laico, fa come Ponzio Pilato e non prende posizione sulla legge, lasciando così la legge nel pantano delle correnti di partito ed a rischio di affossamento".

Dopo il dibattito politico e la crisi diplomatica tra Italia e Vaticano, è intervenuto anche Alessandro Zan, parlamentare del Partito democratico e primo firmatario del decreto contro l'omotransfobia. "La parola identità di genere nella legge è inserita per contrastare le violenze e le discriminazioni - ha detto a Sky TG24 -. Ricordo che l'Italia è il Paese con il più alto numero di tutta Europa di omicidi verso le persone transessuali. Ce la passiamo piuttosto male e bisogna intervenire con una legge che protegga le vittime più vulnerabili".

"Non mi aspettavo l'intervento del Vaticano che appare senza precedenti - ha aggiunto Zan -. Non è un'iniziativa per esprimere una posizione morale o teologica da parte della Chiesa che si è sempre espressa tramite la Cei, qui si è usata la via diplomatica e si fa leva sul Concordato. Trovo che sia un intervento a gamba tesa sul Parlamento. È stata un'ingerenza nei confronti di uno Stato laico - ha concluso -. Credo che il parlamento debba continuare la propria strada senza farsi condizionare".

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