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Martedì, 16 Aprile 2024

Andrea Maggiolo

Giornalista

Se Draghi guarda con più attenzione alla Superlega che a Zaki

Quella per la cittadinanza a Patrick Zaki "è una iniziativa parlamentare su cui il governo non è coinvolto al momento". Con poco più di 10 parole il presidente del Consiglio, Mario Draghi, in conferenza stampa venerdì scorso, aveva aperto e chiuso il discorso sullo studente egiziano, attivista per i diritti umani e collaboratore dell'associazione Eipr (Egyptian initiative for personal rights), ricercatore che studia per il dottorato all’Università di Bologna, accusato di terrorismo e diffamazione dello Stato, incarcerato dal febbraio 2020 in Egitto per propaganda sovversiva.

Invece ieri sulla Superlega SuperMario non ha esitato un secondo a dire la sua, prestandoci più attenzione e dedicandoci addirittura più parole che al caso Zaki: "Il Governo segue con attenzione il dibattito intorno al progetto della Superlega calcio e sostiene con determinazione le posizioni delle autorità calcistiche italiane ed europee per preservare le competizioni nazionali, i valori meritocratici e la funzione sociale dello sport", si legge in una nota rilanciata dalle agenzie.

La scorsa settimana il Senato aveva appena votato un ordine del giorno che impegna il governo ad avviare tempestivamente le necessarie verifiche al fine di conferire a Patrick Zaki la cittadinanza italiana e le parole così tranchant di Draghi avevano stupito ampi settori della maggioranza. Il premier, forse scottato dalle conseguenze della sua frase sul "dittatore Erdogan", non ha voluto addentrarsi in un tema complesso, che riguarda i rapporti con l'Egitto, ma evidentemente anche le commesse militari italiane a quel Paese e la difesa dei diritti umani. 

Sulla Superlega c'è massima "attenzione intorno al dibattito", in special modo riguardo alla "funzione sociale dello sport". Su Zaki, che ci pensi il parlamento. Questione di priorità: il governo è - almeno, è quel che appare, se le parole hanno un peso - molto coinvolto e interessato alla diatriba sulla Superlega, meno al caso Zaki. E pensare che sarebbe bastato un comunicato in tutto e per tutto simile a quello fatto uscire ieri ("Il governo segue con attenzione...") per dare un segnale forte anche all'Egitto. Sarà per un'altra volta (forse).

Come ha notato in passato lo storico Angelo Panebianco, "la politica democratica è strutturalmente vincolata a un orizzonte di breve periodo. La natura del sistema democratico spinge gli uomini politici ad occuparsi solo dei problemi che agitano il presente. Le altre grane, quelle che già si intravedono ma che ci arriveranno addosso solo domani o dopodomani non possono essere prese in considerazione".

Il problema è che Zaki di tempo in carcere ne ha passato già fin troppo. Mentre la Superlega, entrata prepotentemente alla mezzanotte di ieri nel dibattito pubblico, francamente può attendere e non è un'urgenza se non per una manciata di club strapieni di debiti. Ognuno tragga le sue conclusioni.

Nei giorni scorsi il ricercatore ha incontrato la sua fidanzata in carcere e le ha consegnato una copia del libro "Cento anni di solitudine", con un biglietto all'interno scritto in italiano in cui diceva: "Resisto, grazie per il sostegno di tutti". Forza Patrick.

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