rotate-mobile
Martedì, 23 Aprile 2024
Il caso dei 49 milioni e la Lombardia Film Commission

Cosa c'è dietro il video di Durigon sulle indagini sulla Lega e perché c'è chi chiede le sue dimissioni

La frase "Quello che fa le indagini sulla Lega lo abbiamo messo noi" si riferisce alla vicenda dei 49 milioni e alla Lombardia Film Commission. E potrebbe scatenare una tempesta perfetta sul sottosegretario e sul Carroccio

Claudio Durigon, sottosegretario leghista al ministero dell'Economia e delle Finanze, è il protagonista di un video con telecamera nascosta pubblicato nei giorni scorsi da Fanpage. Quello che dice Durigon riguarda i 49 milioni di euro di rimborsi elettorali che tra il 2008 e il 2010 sarebbero stati trasferiti all'estero dall'allora tesoriere del Carroccio Belsito. E poi utilizzati per le spese della famiglia Bossi. 

Cosa c'è dietro il video di Durigon

Nel video c'è anche una frase che ha fatto scalpore, con buona parte del Parlamento a evocare le sue dimissioni. "Quello che fa le indagini sulla Lega lo abbiamo messo noi", dice. Sembra riferirsi a un generale della Guardia di Finanza. L’inchiesta su cui si esprime sarebbe quella sull’acquisto di un capannone di Lombardia Film Commission, che vede coinvolti alcuni contabili vicini alla Lega, sfociata in un processo: i tre commercialisti coinvolti sono stati arrestati qualche tempo fa. 

La vicenda è quella dei 49 milioni di euro di rimborsi elettorali che, tra il 2008 e il 2010, sarebbero stati trasferiti all’estero dalla Lega. Salvini ha sempre negato qualsiasi irregolarità, e anche che la Lega abbia a chefare con quella storia. "Il sottosegretario Claudio Durigon - raccontano fonti leghiste - è tranquillamente al lavoro. Nello stesso tempo il suo avvocato ha già presentato dieci querele". Esplicito il sostegno del segretario: "Mi sembra una vicenda surreale: i 5Stelle si stanno agitando per nascondere i problemi di Grillo", commenta Matteo Salvini. E Durigon stesso, al Senato, smorza ogni tensione: "Ma dai, lasciamo stare...", risponde laconico a chi gli chiede un commento sulle accuse pentastellate.

Ma la polemica è scoppiata anche nell'Aula di Montecitorio, a ora di pranzo, poco dopo la pubblicazione sul web dell'inchiesta, realizzata da Carla Falzone, Marco Billeci e e Sacha Biazzo. S'era appena votato sulle pregiudiziali al decreto riaperture, quando Eugenio Saitta (M5S) ha chiesto che il ministro dell'Economia Daniele Franco riferisse sulle affermazioni di Durigon. Il leghista Edoardo Ziello ha replicato stizzito: "Pensate a quello che ha detto il sottosegretario Macina". I toni si sono alzati parecchio e ad un certo punto, al centro dell'emiciclo, alcuni deputati della Lega e dei 5 Stelle sono arrivati quasi alle mani.

Sono intervenuti i commessi e la seduta è stata sospesa per qualche minuto. Poco dopo, l'ex ministro Danilo Toninelli diffonde una nota in cui chiede la sua testa: "Non può più rappresentare il governo italiano. Quanto emerge dal video-inchiesta di Fanpage non lascia spazio a dubbi. In attesa che possa intervenire anche la magistratura, già oggi possiamo dire che il nostro principio costituzionale di 'disciplina ed onore' che un rappresentante delle istituzioni come lui deve seguire sia venuto meno. Questo basta e avanza perché Durigon si dimetta dal delicato quanto importante ruolo di sottosegretario all'Economia". Anche il leader di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni ha giudicato la vicenda gravissima: "Dopo aver visto la video inchiesta e aver letto gli articoli di Fanpage, consiglierei al senatore Salvini - ha incalzato Fratoianni - di smetterla con le sue ossessioni nei confronti delle Ong, e di dedicarsi piuttosto a quanto viene denunciato". 

Lombardia Film Commission: i tre commercialisti della Lega arrestati

Ai tre professionisti sono stati contestati a vario titolo i reati di peculato, turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. I tre commercialisti sono collegati al Carroccio perché nello studio di Scillieri è stato registrato e domiciliato nel 2017 il movimento "Lega per Salvini premier" e Di Rubba è l'ex revisore dei conti del partito di Salvini alla Camera. Barbarossa, cognato di Scilieri secondo l'accusa avrebbe avuto un ruolo di consulente nell'operazione che per il pm Stefano Civardi e l'aggiunto Eugenio Fusco, avrebbe drenato fondi pubblici per circa 800 mila euro - la Regione Lombardia ai temp guidata da Roberto Maroni aveva stanziato per la sua partecipata un milione - dispersi poi in vari rivoli di cui si sta cercando di capire su quali società e su quali conti siano rimbalzati e dove siano effettivamente finiti.

Nell'inchiesta, che corre in parallelo con quella genovese sui 49 milioni di euro spariti, a luglio era stato fermato e poi arrestato Luca Sostegni, 62 anni, ritenuto il prestanome dei tre professionisti accusato anche di estorsione in procinto di fuggire all'estero. Come si evince dalle imputazioni Scilieri (con il cognato risponde anche del reato tributario) sarebbe stato l'amministratore di fatto della Paloschi srl, la società che ha ceduto l'immobile ad Andromeda per 400 mila euro e che a sua volta è stato acquisito da Lombardia Film Commission al doppio proprio, secondo l'ipotesi, per drenare denaro pubblico. 

L'inchiesta , nell'ambito della quale la scorsa settimana è stato interrogato Manzoni e per domani mattina era atteso dai pm Di Rubba, punta ad approfondire dove sia finita parte della "provvista" dello "schema illecito", tra cui i 250mila euro passati sui conti della fiduciaria Fidirev, e se siano state messe in piedi altre operazioni e col sospetto di 'fondi neri'.

L'ordinanza di Speranza oggi e le regioni in zona gialla, arancione e rossa da lunedì 3 maggio

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Cosa c'è dietro il video di Durigon sulle indagini sulla Lega e perché c'è chi chiede le sue dimissioni

Today è in caricamento