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Sabato, 23 Settembre 2023
Politica Italia

"Election day l'11 giugno": Renzi accelera per restare in pole position

Mentre il ministro della Giustizia Orlando segue la sfida di Emiliano e annuncia la sua candidatura alla segreteria del Pd, gli "scissionisti" studiano gruppi autonomi con gli ex "Sel" e Berlusconi propone una nuova legge elettorale che cancella le primarie

Un'accelerazione attesa, più volte caldeggiata da Matteo Renzi e che arriva proprio mentre l'ex premier è "a prendere ossigeno in California": elezioni anticipate a Giugno, l'11 per la precisione, data in cui gli italiani potrebbero essere chiamati a votare sia per eleggere i sindaci (e consiglieri comunali), sia per i parlamentari (e il nuovo Governo). 

Una proposta che ritorna in auge nel giorno in cui il ministro della Giustizia Andrea Orlando segue la sfida di Michele Emiliano a Renzi e annuncia la sua candidatura alla segreteria del Pd in cui si guarda al 9 aprile come la data per le primarie e chiudere così "in tempi brevi" il Congresso: "perché la discussione è cominciata già da tre mesi e il Pd ha bisogno di una guida legittimata al più presto", ha detto Matteo Renzi prima di partire per gli Stati Uniti.  

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Intanto gli "scissionisti" Bersani, Speranza e il govenatore della Toscana Enrico Rossi  studiano gruppi autonomi con gli ex di Sinistra Italiana. Forza Italia presenta invece la proposta per una nuova legge elettorale in cui è inserita una norma che di fatto blocca le primarie (invise a Silvio Berlusconi) demandando al partito che otterrà più voti il compito di indicare il leader della coalizione.

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Ma la proposta dei renziani è una forzatura che non piace al Quirinale e ancor meno al Governo che proprio ad aprile deve dare una risposta all'Europa circa la manovra correttiva, pena l'apertura di una procedura di infrazione.  A conti fatti, se il Parlamento dovesse votare una nuova legge elettorale o, adottare il sistema uscito dai verdetti dei giudici della consulta, nel giro di due mesi Mattarella dovrebbe sciogliere le Camere entro il 25 aprile ed indire le elezioni politiche l’11 giugno accorpando anche comunali e regionali in Sicilia. 

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In tutto ciò il grande perdente nel gioco delle parti rischia di essere il referendum sui voucher chiesto dalla Cgil che proprio ieri ha dato il via ad una campagna per chiedere il proprio "election day".  I segretari confederali hanno chiesto a gran voce all’esecutivo, a 26 giorni dalla pubblicazione della sentenza della Consulta sull’ammissibilità dei quesiti referendari, di indire subito la consultazione. “Il governo fissi la data del referendum - ha dichiarato Susanna Camusso - e la faccia coincidere con quella delle amministrative: abbiamo raccolto milioni di firme a sostegno dei quesiti per l’abrogazione dei voucher e per la piena responsabilità solidale negli appalti, i cittadini hanno diritto ad esprimersi, e un election day permetterebbe di non sperperare denaro pubblico"

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