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Parlamento in seduta comune

Elezioni Quirinale, si parte: Fico convoca le Camere per il 24 gennaio 2022

Il presidente della Camera comunica il giorno per la convocazione del Parlamento in seduta comune. Sull'organizzazione pesa l'incognita Covid

Il giorno "x" è arrivato. Oggi il presidente della Camera, Roberto Fico, ha comunicato la data per la convocazione del Parlamento in seduta comune per l’elezione del nuovo Capo dello Stato.

Fico convoca le camere per il 24 gennaio

Il presidente della Camera, Roberto Fico, sentito il presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha convocato il Parlamento in seduta comune, con la partecipazione dei delegati regionali, lunedì 24 gennaio, alle ore 15, per l'elezione del Presidente della Repubblica. L'avviso di convocazione verrà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale di oggi.

Il presidente uscente, Sergio Mattarella, si è insediato il 3 febbraio 2015. Secondo quanto scritto nelll’articolo 85 della Costituzione, infatti, “trenta giorni prima che scada il termine” del settennato, “il presidente della Camera dei deputati convoca in seduta comune il Parlamento e i delegati regionali, per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica”. 

Per prassi consolidata tale seduta si svolge 15-20 giorni dopo, per permettere ai Consigli regionali di eleggere i propri tre delegati. Sulla data del voto, pesa l'incognita Covid. Si dovrà infatti fare in modo che la folla necessariamente coinvolta - i grandi elettori, lo staff del Parlamento, i cronisti che accorreranno - agisca in sicurezza.

Il tema di garantire il diritto di voto per l’elezione del Capo dello Stato a parlamentari impossibilitati a votare in presenza perché positivi al Covid, in quarantena "va risolto", secondo il deputato del PD Walter Verini: "C’è chi arriva a prevedere, seguendo le previsioni della curva dei contagi, la possibilità di un centinaio di assenze. Ciò rappresenterebbe una lesione democratica. Da scongiurare. Qualcuno, come Stefano Ceccanti, continua a proporre per questi casi voto segreto a distanza. È una proposta da accogliere. Oltre a questo, il Presidente della Camera e gli organismi preposti sono giustamente al lavoro per ridurre il rischio di assembramenti, attraverso votazioni scaglionate, sanificazioni frequenti e così via. In questo senso propongo che si valuti anche la possibilità di far votare i senatori a Palazzo Madama e i deputati alla Camera (insieme ai delegati regionali vista la maggiore capienza di Montecitorio) per poi procedere alla riunificazione delle schede e allo spoglio comune. Sarebbe una cosa fattibile, che rientra nelle prerogative del Presidente della Camera e potrebbe ridurre ulteriormente rischi legati alla circolazione del virus".

Molto dipenderà dall'andamento della curva epidemica. Il picco è atteso in concomitanza o quasi con l'elenzione del successore di Mattarella.

Il "No, grazie" di Mattarella

Lui, Sergio Mattarella, ha più volte ribadito che non intende rimanere al Colle. Lo ha fatto anche nel corso del tradizionale messaggio di fine anno agli italiani. "Ho sempre vissuto questo tradizionale appuntamento di fine anno con molto coinvolgimento e anche con un po’ di emozione - ha detto aprendo il suo intervento - Oggi questi sentimenti sono accresciuti dal fatto che, tra pochi giorni, come dispone la Costituzione, si concluderà il mio ruolo di presidente".

Come si vota

Le regole per l'elezione del presidente della Repubblica sono nella Costituzione. L'articolo 83 indica che viene eletto dal Parlamento in seduta comune. All'elezione partecipano tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. La Valle d'Aosta ha un solo delegato.

Nelle prime tre votazioni la maggioranza richiesta per l’elezione sia quella dei due terzi dei componenti dell’Assemblea, che sulla base di 1.007 Grandi elettori sarebbe di 671 voti. Dal quarto scrutinio il quorum si abbassa: per essere eletti basterà la maggioranza assoluta dei componenti dell’Assemblea, pari a 504 voti. Non c’è una prassi certa sulla cadenza delle votazioni; la seduta comune è considerata un’unica seduta anche se si sviluppa in più giorni.

Per prassi, votano prima tutti i senatori, poi i deputati e quindi i delegati regionali. La "chiama"» dei Grandi elettori sarà ripetuta due volte. Lo spoglio viene eseguito dal presidente della Camera, che legge in Aula i nomi dei candidati uno a uno ad alta voce. Il conto delle schede viene tenuto dai funzionari della Camera e dai componenti dell’ufficio di presidenza di Montecitorio, che si assumono il compito di scrutatori. 

Secondo l'articolo 84, può essere eletto presidente della Repubblica ogni cittadino che abbia compiuto cinquanta anni d'età e goda dei diritti civili e politici. L'ufficio di presidente della Repubblica è incompatibile con qualsiasi altra carica.

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