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Giovedì, 28 Marzo 2024
ELEZIONI

Elezioni 2013, Ingroia: "Ho chiamato Bersani ma non mi ha risposto"

Il leader di 'Rivoluzione Civile' aspetta una chiamata di Bersani e sta valutando come muoversi con i dissidenti del Movimento 5 Stelle

Le liste elettorali per adesso non ci sono ed il programma è in cantiere. Insomma, ci sono le fondamenta e manca la casa. Per adesso c’è Antonio Ingroia e chi è “contro il berlusconismo ed il montismo. Chi ha combattuto contro questi due assi è ben accetto”. C’è e cerca di farsi sentire. E quando non riesce a farsi sentire si lamenta del trattamento che gli sta riservando la stampa. Tanto da sentirsi vittima di “censura televisiva”. Un caso su tutti, quello su Sky. Otto febbraio, sui canali di Murdoch dovrebbe andare in scena un confronto atra Bersani, Monti e Berlusconi. Non ci sarà Ingroia che oggi al Forum di Repubblica.it non ha mancato di sottolinearlo: “Su Sky hanno invitato tutti per un confronto tranne noi. ‘Rivoluzione Civile’ è stata cancellata”.

C’è Ingroia come politico, non ci sarà più quello come magistrato: “Non tornerò mai a fare il Pm a Palermo, ma potrei fare un’attività meno esposta anche in Italia”. Il magistrato che della lotta alla mafia ha fatto una bandiera sottolinea bene questo passaggio. Di mezzo c’è l’opportunità di una candidatura che ha fatto storcere il naso a più di un suo sostenitore, ma anche la consapevolezza che i ruoli debbano essere rispettati con rigore: “È giusto –  afferma negli studi di Repubblica – che i magistrati possano candidarsi. Altra questione è l’ipotesi di rientro in magistratura dopo l’esperienza politica. Bisognerebbe prevedere un lasso di tempo congruo ed una zona di rispetto”. Questo come regola, anche se la scelta il leader del ‘movimento arancione’ l’ha già fatta. Indietro non si torna.

BERSANI – E allora, svestita la toga, si cala nei panni del politico. “La politica ha bisogno di legalità e maggior rigore, per questo ho scelto di candidarmi”. Legalità, rigore, giustizia, ‘Rivoluzione Civica’ se da una parte fa della lotta alla criminalità il suo punto forte (tanto da accreditarlo già del 5% del consenso), dall’altra rischia di ristagnarci. E allora il tema ruota attorno alle alleanze elettorali, e lo sguardo si sposta subito a sinistra. E qui nascono i problemi. Vendola lo vorrebbe dentro la coalizione, Bersani non pare convinto. “Ho apprezzato molto – continua Ingroia – gli appelli fatti a Bersani dal governatore della Puglia. Bersani tuttavia non ha risposto nel al mio appello pubblico ne alle mie telefonate private. Le nostre porte al confronto comunque sono sempre aperte”. 

LAZIO - Ingroia non parla con Bersani. Per adesso si accontenta di farlo con Zingaretti per quel che riguarda la elezioni regionali: “Il sostegno è nel Lazio è ipotizzabile. Il punto però è un altro. La lista è un cantiere aperto ed è giovanissima; non so se riusciremo ad avere il tempo per organizzare le liste per le elezioni regionali. Se non avremo la forza di presentarci localmente con il nostro simbolo correremo solo per le nazionali. Con Zingaretti comunque ci siamo già incontrati. È una persona seria ed affidabile. Vedremo, valuteremo se sarà possibile”.

GRILLO – Ingroia a braccetto con Di Pietro prova a parlare con il Pd e, a quanto pare, sta parlando anche con Grillo. Chi li vede vicinissimi, chi sul punto della rottura. “L’antipolitica di Grillo – sottolinea il magistrato – è contro questa politica, quella dei privilegi, della casta. Questa rabbia, che è indignazione, in parte è un fatto positivo. Ma quando l’indignazione entra nelle istituzioni deve trasformarsi. Il Movimento 5 Stelle non è ancora riuscito ad esprimere un programma di governo. È indicativo per esempio che non abbia espresso un candidato premier. Se vuoi cambiare devi governare, altrimenti non fai politica”.

Eppure i contatti tra i due movimenti ci sono. O almeno Ingroia piace molto agli espulsi o agli scontenti di Grillo. A quanto pare Raffaella Pirini, ‘segata’ dal Movimento ad inizio novembre, sarebbe pronta a guidare la lista di ‘Rivoluzione Civile’ in Emilia Romagna. E non sarebbe la sola intenzionata a sposare la causa del magistrato antimafia. In molti dei dissidenti starebbero pensando di passare agli ‘arancioni’. Ingroia ci sta riflettendo, sapendo che accogliere i dissidenti di Grillo e Casaleggio, potrebbe sancire la rottura insanabile tra le due più giovani correnti politiche del Paese.

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