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Sabato, 20 Aprile 2024
Si vota ancora

Risultati ballottaggi oggi: l'ipotesi "cappotto", i dubbi di Giorgia Meloni e l'unica certezza

Affluenza in netto calo. Un trionfo di Michetti potrebbe consolidare l’ascesa di Meloni, altrimenti la vittoria di Gualtieri sarebbe la prima sconfitta vera da quando Fratelli d'Italia ha iniziato a crescere esponenzialmente nei sondaggi. Comunque andrà a finire, non ci saranno ripercussioni a livello di equilibri politici nazionali

Chi vincerà i ballottaggi delle elezioni comunali e quale sarà l'impatto dei risultati sugli equilibri politici? Affluenza in netto calo ieri per i ballottaggi delle elezioni amministrative 2021 rispetto al primo turno. 

Chi ha vinto le elezioni comunali 2021: qui la diretta con tutti i risultati

Se l'andamento sarà confermato anche oggi, la partecipazione sarà di meno della metà degli aventi diritto al voto. Tanti, tantissimi scelgono di non votare.

Risultati ballottaggi: astensione record e il centrosinistra spera nel cappotto

Per i 63 comuni chiamati a eleggere i sindaci, l'affluenza alla chiusura delle urne alle 23 è al 33,32%, in netto calo rispetto al 39,86% del primo turno. A Roma, alla chiusura dei seggi alle 23, ha votato il 30,87%: forte calo rispetto al primo turno quando aveva votato il 36,82% degli aventi diritto. A Torino alle 23 ha votato il 32,61% degli aventi diritto. Al primo turno, quindici giorni fa, alla stessa ora aveva votato il 36,50%. Per scegliere i sindaci di 65 Comuni, tra cui 10 capoluoghi di provincia, domani si vota dalle 7 fino alle 15. Le sfide più attese sono quelle di Roma e Torino, ma i cittadini sono chiamati a scegliere anche a Trieste, Benevento, Caserta, Cosenza, Isernia, Latina, Savona e Varese. La seconda tornata elettorale coinvolge circa 5 milioni di elettori. Le operazioni di scrutinio inizieranno a partire dalle ore 15 di lunedì 18 ottobre.

Rischia di essere l’astensionismo più alto di sempre. Le sfide chiave sono Roma e Torino e il crollo dell'affluenza a Roma è un segnale forte. Nello spareggio capitolino tra Enrico Michetti, il candidato del centrodestra voluto soprattutto da Giorgia Meloni e da Fratelli d’Italia, e l’ex ministro dell’Economia, il dem Roberto Gualtieri, è evidente che il "tesoretto" grillino di consensi di Virginia Raggi è rimasto in parte fermo.

A Torino scende di 5 punti l'affluenza nella periferia nord, dove il centrodestra sperava di strappare consensi. Paolo Damilano, la carta civica che Matteo Salvini dà per vincente, non ha sfondato al primo turno e insegue Stefano Lo Russo (Pd). Affluenza bassa anche a Trieste, la città attraversata dalle proteste No Green Pass dei portuali, anche se qui l'affluenza scende meno che a Roma o Torino.

Come andrà a finire questa tornata di ballottaggi? Secondo Repubblica il centrosinistra "accarezza ancora di più la speranza del cappotto, di conquistare cioè il maggiore numero di grandi città in palio per un 5-0 di finale di partita, dopo avere vinto già a Milano, Napoli e Bologna". Ci si interroga sui motivi dell'astensione alle stelle. Hanno pesato i voti in libera uscita dei 5Stelle sconfitti al primo turno e senza una meta?

Le sfide più importanti

A Roma la sfida è tra il candidato del centrodestra Enrico Michetti e quello di centrosinistra Roberto Gualtieri. Di tre punti il distacco tra i due al primo turno: 30,14% Michetti e 27,93% Gualtieri. A Torino invece avanti al primo turno Stefano Lorusso, candidato del centrosinistra, con il 43,86% contro il 38,9% dello sfidante di centrodestra Paolo Damilano. A Trieste due settimane fa era finita con il sindaco uscente Roberto Dipiazza (centrodestra) avanti con il 46,9% mentre il candidato del centrosinistra Francesco Russo con il 31,6% di preferenze.

Ha sfiorato la vittoria al primo turno invece il sindaco uscente di Benevento Clemente Mastella con il 49,37%. Al ballottaggio dovrà vedersela con il candidato di centrosinistra Luigi Diego Perifano (32,41% al primo turno). Altro capoluogo di provincia campano al ballottaggio è Caserta dove il candidato del centrosinistra Carlo Marino, sindaco uscente, se la vedrà con il candidato del centrodestra Gianpiero Zinzi. Al primo turno avevano ottenuto rispettivamente il 35,3% e il 30,1% dei voti. A contendersi la carica di primo cittadino di Isernia invece sono Gabriele Melogli, appoggiato dalla coalizione di centrodestra, e Pietro Castrataro, candidato del centrosinistra con Partito Democratico e MoVimento Cinque Stelle alleati. Al primo turno Melogli aveva preso il 42,88 % dei voti, Castrataro il 41,66%.

A Varese la sfida è tra Davide Galimberti, sindaco uscente e candidato del centrosinistra, in vantaggio al primo turno con il 48% delle preferenze e il 44% dello sfidante Matteo Bianchi, candidato della Lega per il centrodestra dopo la rinuncia di Roberto Maroni. A Latina il sindaco uscente del centrosinistra Damiano Coletta parte in svantaggio con il 35,66% di voti ottenuti al primo turno contro il 48,3% di Vincenzo Zaccheo, candidato del centrodestra.

A Savona corrono per la poltrona di sindaco Marco Russo (sostenuto dal centrosinistra) e Angelo Schirru (sostenuto dal centrodestra). Alla tornata del 3 e 4 ottobre, nel primo turno avevano ottenuto rispettivamente il 47,79% e il 37,31% dei voti.

A Cosenza si sfidano Francesco Caruso, che al primo turno è stato sostenuto da 8 liste (Bella Cosenza, Fratelli d'Italia, La Cosenza che vuoi, Forza Cosenza - Francesco Caruso Sindaco, Coraggio Cosenza, Occhiuto per Caruso Visione Continuità, Unione di Centro Calabria e Lega Salvini Calabria) totalizzando il 37,43% dei voti, e Francesco Alessandro Caruso detto Franz (tre liste a sostgeno: Partito Socialista Italiano, Partito Democratico, Franz Caruso Sindaco) che ha ottenuto il 23,78%.

Giorgia Meloni al centro dell'attenzione: "cosa rischia"

E' finita quella che oggi il quotidiano romano definisce "la campagna da incubo" di Giorgia Meloni, con Fdi in fuga dagli spettri del neofascismo, con il partito che ritiene di essere stato vittima di una "campagna d’odio senza precedenti" secondo Guido Crosetto. Meloni si è resa conto di dover fare ancora un passo avanti "per potere davvero aspirare a essere capo di una credibile forza di governo e dunque autorevole candidata al ruolo di premier. Serve una cesura più netta con gli estremismi del presente e con radici che ancora occheggiano, ad esempio, nel simbolo (la Fiamma"). Di qui "la rabbia degli ultimi giorni, il sentirsi vittima di «una sinistra mai stata tanto cattiva e potente", di qui la sensazione di un complotto che comprenderebbe persino l’idea di organizzare alla vigilia dei ballottaggi una piazza antifascista, con la presenza leader e candidati del centrosinistra".

Molto dipenderà da come andrà Michetti. Un suo trionfo potrebbe consolidare l’ascesa di Meloni, altrimenti la vittoria di Gualtieri sarebbe la prima sconfitta vera da quando Fratelli d'Italia ha iniziato a crescere esponenzialmente nei sondaggi.

La Torino che accoglie il nuovo sindaco invece è "una città sempre più piccola - scrive la Stampa - che ha detto addio a 40 mila residenti negli ultimi cinque anni (da 888 mila e 848 mila), che arranca con il lavoro, ma poi spende a livello mondiale eccellenze industriali. Che punta sui grandi eventi, ma poi torna ad assopirsi in attesa della prossimo boom. Una città che vive di fiammate, appunto, che fanno sognare un grande futuro m che si spengono nel giro di qualche mese. Picchi di visibilità, che accedono l’orgoglio, ma per dirla con le parole di chi si occupa degli strati più bassi della società non danno da mangiare". 

Mai come questa volta si dà per assodato che non ci saranno ripercussioni a livello di equilibri politici nazionali comunque andranno le cose dopo questi ballottaggi. Anche in caso di 5-0 di finale di partita per il centrosinistra, se vincesse quindi a Roma e Torino dopo avere preso Milano, Napoli e Bologna, nessuno si aspetta che cambi nulla di rilevante né in seno al centrodestra, né al centrosinistra né tantomeno per il governo Draghi. La chiave di volta della politica italiana sarà il voto del nuovo Presidente della Repubblica, tra 4 mesi. 

Dalle ore 15 i risultati in diretta su Today.it

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