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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Corsica "come la Catalogna", per Parigi grattacapi in vista

Il voto riveste una particolare importanza per quest'isola dove il sentimento autonomista non si è mai sopito e nel momento in cui l'Europa è attraversata da una ventata di movimenti nazionalisti, primo e più vicino fra tutti quello catalano

Le elezioni territoriali del 3 e 10 dicembre in Corsica sono un appuntamento al quale i candidati indipendentisti e nazionalisti si presentano uniti per ottenere uno statuto d'autonomia più ampio. Il voto riveste una particolare importanza per quest'isola dove il sentimento autonomista non si è mai sopito e nel momento in cui l'Europa è attraversata da una ventata di movimenti nazionalisti, primo e più vicino fra tutti quello catalano. Sette liste sono in gara, 63 i seggi da occupare per creare una Collettività unica della Corsica che sostituirà gli attuali due dipartimenti.

Le precedenti elezioni territoriali, nel dicembre 2015, avevano portato alla storica vittoria della coalizione nazionalista (35,34% nel secondo turno) formata dagli autonomisti di Pé a Corsica (Per la Corsica) di Gilles Simeoni e dagli indipendentisti di Corsica Libera di Jean-Guy Talamoni. Questa coalizione, stavolta presente fin dal primo turno, appare in ottima posizione per ripetere il successo alle urne.

L'accordo tra le due parti, che esclude l'indipendenza ma mira ad ottenere un'autonomia più concreta entro dieci anni, dovrebbe rassicurare l'elettorato. Alle elezioni legislative di giugno l'intesa fra nazionalisti e autonomisti ha portato la lista a conquistare tre seggi sui quattro che spettano all`isola all`Assemblea Nazionale.

Intervistato da RTL, Talamoni oggi ha detto che, comunque, prima di 10 anni, "non vi sarebbe una maggioranza di corsi favorevoli all'indipendenza", perchè i corsi "oggi non sono autonomi da un punto di vista materiale". Poi ha aggiunto: "l'indipendenza potrebbe essere eventualmente il passaggio successivo", ha proseguito su RTL Jean-Guy Talamoni.

L'altra lista nazionalista di queste elezioni "U Rinnovu" non nasconde invece il suo desiderio di indipendenza e rivendica "un forte asse sociale", secondo il suo leader Paul-Felix Benedetti.

Con meno del 3% dei voti nel 2015, il piccolo partito spera stavolta di raccogliere i delusi di Pé a Corsica e soprattutto i militanti più giovani, e superare così il 5% che gli consentirà di aggregarsi ad altre liste per il secondo turno.

Contro i nazionalisti, si dicono già pronti ad allearsi al secondo turno i diversi partiti del "fronte repubblicano", che annunciano l'avvio di contatti fin dalla domenica sera. Mentre il leader della lista di Republique En Marche Jean-Charles Orsucci esclude l'idea di un'unione contro i nazionalisti. La sinistra, che nel 2015 si era presentata divisa in 5 liste, stavolta si presenta unita, sotto la guida di Jacques Casamarta, col nome di Corse Insoumis.

Infine il Front National di Charles Giacomi ha puntato la sua campagna elettorale sullo sviluppo della banda larga sull'isola e sulla svolta "bio" della Corsica. L'anno scorso la Corsica aveva dato quasi il 28% dei suoi voti a Marine Le Pen durante il ballottaggio contro Emmanuel Macron.
I futuri eletti nella CTU resteranno in carica fino al 2021, quando i corsi voteranno di nuovo, come tutti i francesi, per le elezioni regionali.

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