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Giovedì, 18 Aprile 2024
Verso il voto

Elezioni Lombardia 2023: i candidati e le informazioni su come e quando votare

Si vota a febbraio, quando andranno alle urne i cittadini lombardi. Ecco tutte le informazioni sul voto e i candidati presidente

Elezioni Lombardia 2023. Urne aperte domenica 12 e lunedì 13 febbraio. Saranno chiamati al voto oltre quattro milioni di persone e a loro verrà chiesto di scegliere fra diversi candidati. Ma chi sono i candidati alle elezioni regionali della Lombardia 2023?

Elezioni regionali 2023: dove, quando e chi votare

Elezioni regionali Lombardia 2023, i candidati

Chi è Pierfrancesco Majorino, candidato del centrosinistra

L'europarlamentare Pierfrancesco Majorino è il candidato del centrosinistra per le elezioni regionali che si svolgeranno nel 2023. Niente primarie dunque. L'esponente del Pd sfiderà Attilio Fontana (centrodestra e governatore uscente) e Letizia Moratti (Terzo Polo). L'annuncio è stato fatto dopo una consultazione tra il Pd e gli alleati di centrosinistra.

Majorino, nato a Milano nel 1973, è sposato con Caterina Sarfatti, direttrice del programma Inclusive climate action C40, figlia dell'imprenditore Riccardo, candidato alla presidenza della Regione nel 2005. La coppia ha due figli. Majorino è nipote del poeta Giancarlo e ha scritto diversi reportage e romanzi. Dal 1994 al 1998 è stato presidente nazionale dell'Unione degli studenti e della Rete studentesca. Nel 1998, a 25 anni, è diventato consigliere del dipartimento Affari sociali della presidenza del consiglio e ha collaborato con il ministro della solidarietà sociale Livia Turco sulle politiche giovanili e la lotta alle dipendenze.

Pierfrancesco Majorino

Nel 2004 è stato eletto segretario cittadino dei Democratici di sinistra e, nel 2006, è entrato in consiglio comunale, diventando capogruppo del Pd nel 2008, all'opposizione. Rieletto nel 2011, è diventato assessore alle politiche sociali nella giunta di Giuliano Pisapia. In vista delle elezioni del 2016 si è candidato alle primarie per scegliere il candidato sindaco, vinte da Beppe Sala, che, eletto primo cittadino di Milano, gli ha confermato l'assessorato alle politiche sociali. Nel 2019 è stato il principale promotore del corteo "People - prima le persone" che ha portato in piazza, a Milano, circa 200mila manifestanti. Nello stesso anno si è candidato alle elezioni europee nella lista del Pd, venendo eletto con più di 93mila preferenze.

Dopo l'incontro del centrosinistra, sono arrivate le reazioni dei partiti all'annuncio che sarà Majorino a sfidare Fontana e Moratti. Da Sinistra Italiana soddisfazione: "Il profilo dell'europarlamentare - si legge in una nota - corrisponde alle caratteristiche di una figura nettamente differente per storia, posizioni e credibilità a quelle di Attilio Fontana e Letizia Moratti espresse nel campo del centrodestra. È giunto il momento di stringere il confronto programmatico, sul quale si era lavorato in comune accordo anche con il Movimento 5 Stelle fino a luglio, e definire la piattaforma". Sinistra Italiana spera dunque che Majorino sia la 'porta aperta' per far entrare anche i 5 Stelle in coalizione. Da +Europa è arrivato "appoggio al candidato indicato dal Pd", ma anche la riaffermazione che "la nostra partecipazione è riferita a una coalizione che, come oggi, non comprende il Movimento 5 Stelle".

Chi è Attilio Fontana, candidato del centrodestra

Attilio Fontana è il volto moderato della Lega. È nato a Varese il 28 marzo 1952. Laureato in Giurisprudenza all'Università degli Studi di Milano, è avvocato. Sposato, padre di tre figli. La sua carriera politica inizia nel 1995, quando viene eletto sindaco di Induno Olona. Rimane in carica nel paese in provincia di Varese fino al 1999, quando decide di correre per le Regionali. Nel 2000 entra al Pirellone e viene eletto (per due volte) presidente del Consiglio regionale lombardo.

Nel 2006 poi succede qualcosa di inaspettato perché il sindaco di Verese, coinvolto in un sexy scandalo, è costretto a dimettersi e la Lega rischiava di perdere una città simbolo per il partito. Così Bossi e Maroni convincono Fontana a lasciare la Regione per tenere le redini di Varese. Fontana riesce a compattare tutto il centrodestra: viene eletto al primo turno grazie a quasi il 58% delle preferenze. Verrà riconfermato anche nel 2011.

Attilio Fontana-5

Sarà proprio l’esperienza di Varese, che poteva sembrare una sorta di retrocessione, ad aprirgli di nuovo le porte della Regione perché è dalla cittadina culla del Carroccio che ottiene un apprezzamento politico trasversale, tale da essere nominato nel 2009 presidente dell’Anci Lombardia (entrando anche nel direttivo dell'Anci nazionale).

Alla fine, nel 2018, il governatore della Lombardia Roberto Maroni decide di non ricandidarsi e sarà Fontana a sostituirlo. Il suo essere moderato lo farà apprezzare anche al neo segretario Matteo Salvini e così viene eletto presidente della Lombardia.

Chi è Letizia Moratti, candidata del Terzo Polo

Un altro inizio a 70 anni. Letizia Moratti torna nel pieno della vita politica milanese dopo la sconfitta, nel 2011, alle elezioni comunali contro Giuliano Pisapia. Per lei un posto in giunta del Pirellone, vice governatrice e delega alla Sanità, dopo il rimpasto che ha silurato Giulio Gallera, assessore al Welfare non più considerato all'altezza.

Il suo vero nome è Letizia Maria Brichetto Arnaboldi, ma è nota con il cognome del marito, Gian Marco Moratti, imprenditore del settore petrolifero deceduto 2 anni fa. 71 anni da compiere, figlia di Paolo, eroe partigiano, Brichetto Arnaboldi nasce a Milano da agiata famiglia imprenditoriale e si laurea in Scienze politiche in Statale. Partecipa e ha partecipato a numerose attività umanitarie e di assistenza sociale nei confronti di chi vive situazioni di disagio e di emarginazione: è stata ambasciatrice per San Patrignano (il centro di recupero per tossicodipendenze sovvenzionato dalla famiglia Moratti) all'Onu. Proprio nella discussa comunità fondata da Vincenzo Muccioli in Romagna i Moratti, negli anni, sono una presenza costante e protettiva. Non solo contribuiscono economicamente allo sviluppo del progetto, ma difendono a spada tratta Muccioli durante il processo per sequestro di persona e maltrattamenti.

Colta, dall'eloquio puntuto e mai banale, Letizia intraprende una carriera come manager (brokeraggio assicurativo con i fondi della famiglia Moratti, poi i nuovi media con News Corp, Carlyle, Syntek e infine Ubi Banca) ed esordisce in scena pubblica nel 1994, governo Berlusconi, come presidente della Rai, dove si pone l'obbiettivo del risanamento di bilancio. L'obbiettivo è in parte centrato ma a prezzo di liti e contrasti. L'esperienza si conclude rapidamente.

Da sempre moderata di centrodestra, per 5 anni (2001-2006) è ministro dell'Istruzione. L'esecutivo azzurro è quello del Berlusconi II e Berlusconi III. Viene ricordata per la "Riforma Moratti", una serie di rinnovamenti in ambito scolastico: inglese e computer alle elementari, voto in condotta, alternanza-scuola lavoro. Poi arriva Palazzo Marino (2006-2011). A capo di una coalizione di centrodestra batte l'ex prefetto Bruno Ferrante. E' la prima (e finora unica) donna a ricoprire la carica di sindaco di Milano. Suscita clamore la spesa 'monstre', sostenuta dal marito, della campagna elettorale. In Comune sono 5 anni burrascosi, ma non privi di soddisfazioni e scelte che hanno segnato il volto di Milano negli anni a venire. Introduce l'Ecopass, il ticket per l'ingresso a pagamento in centro genitore di Area C e getta le basi per la vittoria ad Expo 2015. La visione urbanistica di Porta Nuova, con lo skyline meneghino in continuo divenire e una delle più grandi aree verdi centrali d'Europa, ha anche la sua firma. BikeMi, il primo sharing di bici, viene pensato e realizzato durante il suo mandato.

Letizia Moratti

Negli anni in Comune, ci sono anche punti oscuri. Scontri con la giunta (tra gli altri, Vittorio Sgarbi viene cacciato e Carla De Albertis dà le dimissioni) e un piano parcheggi che si rivela in grande parte fallimentare: troppi ritardi e azioni legali. Non solo. In un controverso giro di nomine a persone fidate, pur non commettendo illeciti penali, nel 2017 è stata condannata a risarcire al Comune di Milano quasi 600mila euro. Secondo i giudici della Corte dei Conti, è colpevole di aver assegnato undici incarichi dirigenziali a soggetti esterni all'amministrazione milanese, provocando così un danno per le casse di Palazzo Marino pari a 1 milione e 889mila euro. Ma anche di aver istituto un ufficio stampa alle sue dirette dipendenze per un danno erariale complessivo di 887mila euro. Per i giudici contabili, si legge nella sentenza, l'operato di Letizia Moratti avrebbe avuto "il connotato della grave colpevolezza, ravvisabile in uno scriteriato agire, improntato ad assoluto disinteresse dell'interesse pubblico alla legalità e alla economicità dell'espletamento della funzione di indirizzo politico-amministrativo spettante all'organo di vertice comunale". I magistrati hanno confermato anche la "grave colpevolezza della condotta" per tutti gli assessori che allora votarono le delibere con cui sono state conferite le consulenze d'oro.

Non è la prima volta. Nel 2010 è condannata in appello dalla Corte dei conti del Lazio a pagare 50mila euro per una consulenza da oltre 180mila euro affidata a Ernst&Young nel 2001, quando è ministro dell'Istruzione. La consulenza è finalizzata alla riorganizzazione del ministero. La Corte dei conti nella sentenza del 20 aprile scorso, depositata il 24 settembre, ha giudicato "antigiuridico e produttivo di danno erariale il conferimento di incarichi per attività alle quali si possa far fronte con personale interno o che siano estranee ai fini istituzionali o che siano eccessivamente onerose in rapporto alla disponibilità di bilancio".

Nel 2011 si ricandida in piazza della Scala. La campagna, con toni alti e sguaiati, costa otto volte di più (quasi 10 milioni di euro) di quella dell'avversario, l'avvocato "arancione" Giuliano Pisapia che diventa il nuovo sindaco di Milano, e si rivela un mezzo disastro. Passano alla storia le accuse infondate per le quali arriva a scusarsi ("Pisapia ladro d'auto") e una strategia comunicativa basata sul pericolo di "islamizzazione" di Milano con tanto di gaffe del suo staff che risponde, seriamente, a una domanda sarcastica sui social riguardo all'inesistente quartiere milanese di "Sucate". Promette di rimanere in Comune, banchi dell'opposizione, ma nel 2012 rassegna le dimissioni. Accetta l'incarico nel Consiglio di gestione di Ubi Banca, lasciando cadere tutte le sirene che la ripropongono a ruoli politici nel corso degli ultimi anni. Fino al richiamo, evidentemente non resistibile, del Pirellone.

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