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Venerdì, 19 Aprile 2024
Quirinale

Dopo sei flop si apre la trattativa, Salvini e Conte: "Una donna presidente della Repubblica"

La svolta mentre la sesta votazione è ancora in corso e dopo diversi faccia a faccia tra i leader degli schieramenti. Nessuno pronuncia nomi e cognomi, ma Carroccio e Cinque Stelle parlano chiaramente di una donna. Letta più cauto. Gli scenari

"Sono fiducioso, ho avuto diversi incontri. Sto lavorando perché ci sia una presidente donna in gamba. Non faccio nomi o cognomi perché poi arriva sempre 'no'. Sto lavorando perché ci sia unione di intenti". E' il leader della Lega a sbilanciarsi per primo. Matteo Salvini parla con i cronisti dopo avere incontrato Letta (e pare anche Draghi anche se del vertice con l'attuale premier non c'è conferma ufficiale). Parla mentre è ancora in corso il sesto scrutinio, con la certezza che si tratta di una votazione che porterà a un nulla di fatto. 

Col vertice Salvini-Letta si è aperta ufficialmente la trattativa tra centrodestra e centrosinistra. Tutto mentre il centrodestra è anche alla prese con le faide interne dopo che i franchi tiratori hanno affondato la candidatura della presidente del Senato, Casellati in mattinata. Da lunedì 24 a oggi, 28 gennaio, ogni scrutinio si è concluso con un nulla di fatto. Eliminati i nomi più o meno di facciata fatti avanti, si torna al punto di partenza. Si riavvolge il nastro: ecco il bivio Draghi-Casini con l'opzione "rosa" Belloni. Sullo sfondo ancora una volta il Mattarella bis

Il racconto del V scrutinio

Il racconto del VI scrutinio

Una donna al Quirinale

Mentre Letta non pronuncia nomi e non lancia "indizi" ("Ci sono varie opzioni, bisogna che maturino le condizioni politiche per fare le intese, bisogna che ognuno faccia un passo avanti. La soluzione passa attraverso il fatto che tutti accettiamo che tutti siamo vincitori e che non c'è un solo vincitore"), Salvini parla chiaramente di una donna. E aggiunge: "Adesso sto lavorando perché ci sia unione di intenti e voti e domani si chiuda, e il governo torni a lavorare in piena carica".

A una trattativa sul nome di una donna portano anche le parole del leader del M5S Giuseppe Conte: "C'è finalmente la possibilità di avere un presidente della Repubblica donna. Spero che ci sia la sensibilità per avere un presidente donna Alla fine vedrete che il M5S sarà la forza più compatta se riusciremo a portare tutte le altre forze politiche verso un presidente donna, che mi farebbe tanto piacere".

Una donna quindi, Ma chi? Oltre a Belloni, tornano i nomi del ministro della Giustizia Marta Cartabia e Paola Severino, ministro della Giustizia col governo Monti. 

"Al tavolo delle trattative c'è stato "non solo un nome femminile, più di un nome femminile. Perché l'Italia ha tantissime risorse che meritano di essere elevate a quest'alta carica", dice sornione Conte.

Renzi: "Capo Servizi non può essere presidente"

A sbarrare la strada a Elisabetta Belloni è il leader di Iv Matteo Renzi: "E' una straordinaria professionista, un'amica. Ma in una democrazia compiuta nel 2022, il capo dei servizi segreti in carica non diventa presidente della Repubblica, se non lasciando tuti gli incarichi e candidandosi davanti a tutti i cittadini". 

I malumori però sono trasversali, rilanciati da parte del Pd, Forza Italia e Coraggio Italia. 

Meloni: "Elezioni subito"

"L'Italia ha solo un modo per uscire dal blocco creato da certa politica: elezioni subito per dare alla Nazione un governo degno di questo nome. Dopo l'elezione del presidente della Repubblica, la parola torni agli italiani". Da Facebook torna a fare sentire le sue ragioni il presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni. 

L'ora dei veleni nel centrodestra

Dopo il voto dei franchi tiratori, che hanno affossato la candidatura della presidente del Senato Casellati, nel centrodestra è l'ora dei veleni. "Fratelli d'Italia, anche alla quinta votazione, si conferma come partito granitico e leale. Anche la Lega tiene. Non così per altri", aveva commentato Giorgia Meloni in una nota dopo la votazione. E la certezza che qualcuno si è smarcato alimenta sospetti, malumori e ricostruzioni.

Al netto delle assenze, dei 71 voti che sono mancati a Elisabetta Casellati, sono circa 60 i grandi elettori che hanno tradito la causa comune del centrodestra. E qualcuno lo ha fatto con una certa dose di fantasia. Secondo quanto racconta l'agenzia Dire alcuni grandi elettori avrebbero fatto ricorso a uno strumento ben noto negli asili e nelle scuole primarie: la gomma per cancellare. Per votare, infatti, deputati, senatori e delegati regionali ricevono scheda e matita prima di entrare in cabina. Questi funamboli del voto segreto avrebbero scritto sulla scheda "Casellati", hanno scattato la foto alla scheda votata e l'hanno inviata per testimoniare la fedeltà alla linea di partito. Poi con la gomma hanno cancellato il cognome della presidente e ne hanno scritto un altro. Almeno questo è quanto riferiscono fonti parlamentari convergenti.

Intanto per evitare di non prestare ancora il fianco ai franchi tiratori, per il sesto scrutinio Forza Italia ha inviato sui cellulari dei 453 grandi elettori un messaggio perentorio e molto dettagliato: Recita: "Occorre presentarsi al voto e una volta chiamati: - ci si avvicina al tavolo della Presidenza - non si ritirano la scheda e la matita - si dichiara a voce alta e rivolti ai segretari di presidenza 'Mi astengo' - ci si allontana dall'Aula senza passare dalle cabine".

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